Giobbe Covatta: differenze tra le versioni

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:Scrivetelo su una cartolina postale e mandatela a «Scommettiamo che!» Viale Mazzini, [[Roma]]. Parteciperete all'estrazione finale e potrete vincere 1000 lama (poi vi voglio vedere con 1000 monaci buddisti in giro per casa).
:Scrivetelo su una cartolina postale e mandatela a «Scommettiamo che!» Viale Mazzini, [[Roma]]. Parteciperete all'estrazione finale e potrete vincere 1000 lama (poi vi voglio vedere con 1000 monaci buddisti in giro per casa).


*Era così povera che quando si mangiava le unghie apparecchiava la tavola. (da ''La piccola fiammiferaia'')
*Era così povera che quando si mangiava le unghie apparecchiava la tavola. Spesso prendeva qualcosa di caldo: la febbre. Era sorda, calva, con la forfora, i brufoli e un diploma di ragioneria (da ''La piccola fiammiferaia'')

*Siccome era il 24 dicembre, (la Forgioni) si mise a giocare con le palle di Natale.


{{NDR|Giobbe Covatta, ''Pancreas: trapianto del libro Cuore'', Salani, 1996}}
{{NDR|Giobbe Covatta, ''Pancreas: trapianto del libro Cuore'', Salani, 1996}}

Versione delle 17:59, 19 nov 2008

Giobbe Covatta (1956 – vivente), comico e attore italiano.

Citazioni di Giobbe Covatta

  • Caro Gesù Bambino, ti ringrazio per aver esaudito i miei desideri dell'anno scorso. Ti avevo chiesto di eliminare la fame nel mondo, ed infatti quelli che avevano fame sono quasi tutti morti. (dallo spettacolo Paraboleiperboli)
  • Biografia di Dio: di lui si sa poco. Quello che è certo è che fuma sigari Coiba che Fidel Castro gli regala ogni anno a Natale. Da alcune rare foto risulta essere un bell'uomo, tipo Leonardo Di Caprio ma con l'espressione più intelligente. D'altra parte, come lui stesso ha dichiarato: "Mi sono fatto da solo. Perché avrei dovuto farmi male?" (da Dio li fa e poi li accoppa, traduzione di Paola Catella, Zelig)
  • Questo libro è dedicato a Don Ginepro, il prete di quand'ero bambino, che per evitare che ci toccassimo, ci toccava lui. Bontà divina. (da Sesso? Fai da te!, Zelig)

Senza fonte

  • I drogati sono fatti, non parole.
  • Qui in Africa la fame è il problema più assillante. È fortunato chi lavora alle Poste, perché può leccare i francobolli.

Parola di Giobbe

  • All'inizio era il Verbo... Il complemento oggetto venne molto tempo dopo.
  • Si era nella notte dei tempi, e Dio era ancora immensamente piccolo.
  • Poi creò il coccodrillo, e subito dopo la maglietta. Così mise il coccodrillo sulla maglietta, e fu un grande successo.
  • In sei giorni il Signore aveva creato tutte le cose: il sole, la luna, quello scemo di Maradona, i puffi, la forfora, e tutti gli animali del creato, tranne Andreotti, che era già suo segretario da tempo immemorabile.
  • E allora il Signore disse: «Orsù, prendiamo del fango. Orsù, impastiamolo. Poi ci sputò sopra, e nacque Adamo. E Adamo, asciugandosi il viso, disse: «Cominciamo bene!».[1]
  • In quella Eva si trovava vicino a un albero; a un tratto si girò e vide un serpente. E disse: «Che schifo!» «Sei bella tu!» rispose il serpente, che era permaloso.[1]
  • E il serpente guardò Adamo e disse: «Chillo è n'ora che va parlanno co' nu porco... Ti pare intelligente?»[1]
  • E il Signore disse: «Donna, tu partorirai con gran dolore. Uomo, tu lavorerai con gran sudore, ammesso che troverai lavoro. E la Terra produrrà spine e sofferenze». E Adamo disse: «Ma santo Dio, tutto questo per una mela? Domani te ne porto un chilo...»[1]
  • È lecito chiedersi come Caino e Abele abbiano potuto generare l'umanità.
  • In quel tempo il Signore aveva deciso di distruggere Sodoma, città di sodomiti. In questo luogo, come dice la parola stessa, si praticava la sodomia, e tutti si conoscevano l'un l'altro facendo una grande confusione, perché gli uomini erano diventati come donne, ma dall'altra parte, e nessuno si affacciava al davanzale perché anche in famiglia ci si fidava poco.
  • E gli Angeli in coro dissero: «Signore, passi per Sodoma, città di Sodomiti, ma... Perché hai distrutto anche Gomorra?» E il Signore rispose: «Mah... Gomorra città di Gomorroidi... Mi faceva un po' schifo!»
  • Noè, colui che tanto ha fatto per il genere umano e pure per quello animale. Egli era il prediletto dal Signore: viveva nel deserto divorato dalla sete e dai pidocchi.
  • Il Signore aveva detto: «Pioverà per quaranta giorni», ma poi si distrasse, si dimenticò di Noè, e dopo centocinquanta giorni pioveva ancora.
  • Mosè. Quest'uomo che tanto ha dato al ciclismo in Italia e nel mondo.[1]
  • Il giorno dopo era sabato: giorno interamente dedicato alla schedina. Gli anziani, davanti al bar dello sport, commentavano: «Lazzaro non può fare la mezzala, sta in piedi per miracolo...»
  • Dalla seconda lettera ai Corinti. Cari Corinti, potevate almeno rispondere alla prima! Siete dei bei cafoni. Distinti saluti, Paolo. [1]

[Giobbe Covatta, Parola di Giobbe, traduzione di Paola Catella, Adriano Salani Editore.]

Pancreas: trapianto del libro Cuore

Incipit

Nulla è più emozionante del primo giorno di scuola. Me lo ricordo: era già dal 23 luglio che facevano la disinfestazione per i topi, avevano vinto i topi e ce ne erano alcuni grossi come cammelli.
Il bidello sorrise e aprì il portone; il portone cadde e aprì il bidello, che ancora sorride: è rimasto sotto ridotto come una specie di radiografia. Lo portarono in ospedale in busta chiusa.
Tutti i bambini entrarono di corsa urlando, anche perché cercavano di sfuggire agli spacciatori. Le aule erano splendide: pavimenti di cotto, prosciutto cotto, quello delle merende degli anni passati, azzeccato per terra. Per rendere trasparenti le finestre erano stati rotti i vetri. I nemici nascosti dell'igiene, grossi come tacchini, aspettavano i bambini in smoking: il primo giorno di scuola era anche per loro una grande occasione.

Citazioni

  • Entrò il preside con aria mesta, salutò con grande dignità e disse: «Ragazzi devo darvi una brutta notizia, avrete un altro maestro, quello dell'anno scorso è morto!» Ci fu un boato di gioia, applausi, tutta la curva B della classe intonò canti di tripudio. «È stato il fumo a ucciderlo» disse il Preside.
    Il maestro dell'anno passato era un uomo decrepito, aveva il volto incartapecorito dalle rughe, capelli bianchi e radi, denti cariati, spalle curve e parlava con voce roca e catarrosa. Aveva ventitré anni. Un giorno lesse sul pacchetto di sigarette: «II fumo nuoce gravemente alla salute». Allora cominciò a ridere, ridere, ridere e rise tanto che morì soffocato. Il mio compagno Bakunin lo diceva sempre: «Sarà una risata che vi seppellirà!».
  • Lama
A) parte di un coltello, rasoio o spada.
B) monaco buddista del Tibet.
C) camelide americano dal pelo foltissimo allevato soprattutto in Perù che sputa come una bestia.
Secondo voi quale di queste tre definizioni è più adatta?
Scrivetelo su una cartolina postale e mandatela a «Scommettiamo che!» Viale Mazzini, Roma. Parteciperete all'estrazione finale e potrete vincere 1000 lama (poi vi voglio vedere con 1000 monaci buddisti in giro per casa).
  • Era così povera che quando si mangiava le unghie apparecchiava la tavola. Spesso prendeva qualcosa di caldo: la febbre. Era sorda, calva, con la forfora, i brufoli e un diploma di ragioneria (da La piccola fiammiferaia)
  • Siccome era il 24 dicembre, (la Forgioni) si mise a giocare con le palle di Natale.

[Giobbe Covatta, Pancreas: trapianto del libro Cuore, Salani, 1996]

Note

  1. a b c d e f Citato nello spettacolo Paraboleiperboli.

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