Arno Schmidt: differenze tra le versioni

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==''Alessandro o Della verità''==
==''Alessandro o Della verità''==
*Cielo azzurro di bragia e orribilmente sgombro di nubi (meglio un cielo senza dèi che senza nuvole!)<!--sic--> (''Gadir ovvero Conosci te stesso''; p. 11)
*Cielo azzurro di bragia e orribilmente sgombro di nubi (meglio un cielo senza dèi che senza nuvole!)<!--sic--> (''Gadir ovvero Conosci te stesso''; p. 11)
*(Anche Emilio, l'uomo della pratica — sono pronto a scommettere la testa, che Roma lo ha mandato da noi come spia: a raccogliere molte nozioni «pratiche», per il «bene dello Stato»; sopratutto nel campo delle tecniche di misurazione, affinché si apprenda come tracciare con la massima celerità strade legionarie e disegnare carte militari. Personalmente, sono troppo limitati — «nazionali», appunto — mi viene da vomitare; sterminarli bisognerebbe, questi freddi furfanti avidi di potere. Che schifo! ). (''Enthymesis ovvero Q.V.O.''; p. 53)
*(Anche Emilio, l'uomo della pratica — sono pronto a scommettere la testa, che Roma lo ha mandato da noi come spia: a raccogliere molte nozioni «pratiche», per il «bene dello Stato»; sopratutto nel campo delle tecniche di misurazione, affinché si apprenda come tracciare con la massima celerità strade legionarie e disegnare carte militari. Personalmente, sono troppo limitati — «nazionali», appunto — mi viene da vomitare; sterminarli bisognerebbe, questi freddi furfanti avidi di potere. Che schifo!). (''Enthymesis ovvero Q.V.O.''; p. 53)
*Quanto al «naturale» – sotto tale etichetta vengono perpetrate, da che l'uomo è uomo, le più pazzesche turpitudini [...]. (''Enthymesis ovvero Q.V.O.''; p. 57)
*Quanto al «naturale» – sotto tale etichetta vengono perpetrate, da che l'uomo è uomo, le più pazzesche turpitudini [...]. (''Enthymesis ovvero Q.V.O.''; p. 57)
*([...] Altra prova che il volgo, anche quando sia testimone oculare, è assolutamente incapace di connettere e quindi inattendibile. – «I dotti sono la luce delle tenebre»; verissimo!) (''Alessandro o Della verità''; p. 92)
*([...] Altra prova che il volgo, anche quando sia testimone oculare, è assolutamente incapace di connettere e quindi inattendibile. – «I dotti sono la luce delle tenebre»; verissimo!) (''Alessandro o Della verità''; p. 92)

Versione delle 12:05, 20 nov 2008

Arno Otto Schmidt (1914 – 1979), scrittore tedesco.

Alessandro o Della verità

  • Cielo azzurro di bragia e orribilmente sgombro di nubi (meglio un cielo senza dèi che senza nuvole!) (Gadir ovvero Conosci te stesso; p. 11)
  • (Anche Emilio, l'uomo della pratica — sono pronto a scommettere la testa, che Roma lo ha mandato da noi come spia: a raccogliere molte nozioni «pratiche», per il «bene dello Stato»; sopratutto nel campo delle tecniche di misurazione, affinché si apprenda come tracciare con la massima celerità strade legionarie e disegnare carte militari. Personalmente, sono troppo limitati — «nazionali», appunto — mi viene da vomitare; sterminarli bisognerebbe, questi freddi furfanti avidi di potere. Che schifo!). (Enthymesis ovvero Q.V.O.; p. 53)
  • Quanto al «naturale» – sotto tale etichetta vengono perpetrate, da che l'uomo è uomo, le più pazzesche turpitudini [...]. (Enthymesis ovvero Q.V.O.; p. 57)
  • ([...] Altra prova che il volgo, anche quando sia testimone oculare, è assolutamente incapace di connettere e quindi inattendibile. – «I dotti sono la luce delle tenebre»; verissimo!) (Alessandro o Della verità; p. 92)
  • Sì, sì: tra mille anni saranno arrivati al punto che sull'agorá di ogni città starà un congegno dotato di una leva e della seguente dicitura: Tira e polverizzerai l'orbe terrestre! (Alessandro o Della verità; p. 97)
  • «Ma Agraule!» (io; indignato): «È proprio questo il punto!: Una religione che diffama l'arte e la scienza come ‹vane presunzioni›, non può assolutamente produrre alcun risultato positivo in sede artistica! Può soltanto rivoltare i panni ai nostri grandi antichi! – Sí, nel migliore dei casi si ha un Kitsch internazionale, come il vostro villoso ‹Buon Pastore› là!». [...]
    «[...] Cristianesimo e cultura? : stanno tra loro come l'acqua e il fuoco!» (Cosma ovvero La montagna del nord; pp. 198 sg.)
  • Una raffica mi soffiò via, voltolandomi in panni or quinti or quindi (ed io arrancai oltre, ragionando inorridito, a quattro zampe, per budelli di risonanza, finché lo strepito si spense). (p. 223)
  • Eutochio disse: «Ancora una volta vincono gli eterni incurabili. I quali non sanno capire che i 100 000 anni della metafisica sono finiti e sono iniziati quelli della fisica: noi, Licofrone, sappiamo qual è il nostro posto!» – Levò alta la mano ossuta, con gesto grave, in un'ampia curva austera – e io il capo eretto: là, impietriti: menhir nella notte cristiana! – (Vento si intromise tosto; le nostre imbarcazioni sciaguattarono; vacuità dei rumori; una imprecazione mi fendette la bocca: fateli, i vostri paradisi: ma senza di me! ! (Possano un giorno i preti cristiani subire la stessa sorte! I nostri vendicatori bevono il loro kumys nell'Imao, aspettando fiduciosi i tempi a venire!). – – – (Cosma ovvero La montagna del nord; p. 250)

Dalla vita di un fauno

  • Non c'è proprio alcun dialogo tra le generazioni! I miei bambini sono degli estranei; come lo furono sempre i miei genitori. È per questo che nelle biografie i parenti sono sempre meno importanti degli amori o degli amici. Noi stiamo gli uni intorno agli altri come camerieri. (p. 18)
  • Com'è terribilmente ignorante e dunque facile da ingannare «il popolo»!: quando ascolto 'na tirata del Führer faccio di riflesso un paragone con Agamennone, Pericle, Alessandro, Cicerone, Cesare, fino a Cromwell, Napoleone, guerre di liberazione. «Non sono dalla parte di nessuno» – ma che tipo era questo! – e me la rido delle tonanti ciarlatanerie. Mentre «il popolo» pensa che mai e in nessun luogo ci sia già stata una cosa del genere, e non conoscono il seguito: invece di riconoscersi nei turlupinati dei millenni trascorsi, e prendere a pedate nel sedere gli imbonitori in questione! – Ma in fondo l'ignoranza è una propria colpa, e da non compiangere affatto. (p. 29)
  • Le cose in cui ho più fiducia sono le bellezze naturali. Poi i libri; poi arrosto con crauti. Tutto il resto cambia e fa giochi di prestigio. (p. 33)
  • La "grande" storia non è niente: fredda, impersonale, implausibile, sommaria (falsa per giunta): io voglio solo le "antichità private": lì c'è vita e segreto. (p. 48)
  • La cecità ai colori è rara; la cecità artistica è la regola (ma devo forse considerarmi per questo degenerato o nel torto?!). Era già un adagio sànscrito che la maggior parte degli uomini dà segni di vita solo quando viene colpita con un pugno nell'occhio!: dunque dipingi pittore, scrivi poeta, con il pugno! (Perché devono pur essere svegliati in qualche modo gli omuncoli dietro il palo confinario: di ciò làsciati anche apostrofare «bruto» dai pavidi; «incendiario» dai vigili del fuoco; «scassinatore» dai dormienti: dovrebbero ringraziare ciascuno il proprio dio per il risveglio alfine arrivato!). (p. 70)
  • Nulla di più orrendo e lamentevole: di due popoli che si scagliano l'uno contro l'altro a bandiera spiegata. (L'uomo, «l'animale che grida urrà»; come definizione). (p. 81)
  • Se solo risalissimo al Medioevo, quando ogni soldato era ritenuto "disonesto", pressapoco – e a ragione: il «nemico» non gli ha mai fatto nulla! Come 'na specie di boia, e ogni cittadino rispettabile si allontanava da lui. (p. 86)
  • Dei nuovi poeti: è così raro che un uomo afferri se all'orizzonte sia una finestra d'ufficio a brillare, o se lì stia per sorgere un grande corpo celeste. (E quando quest'ultimo poi orbita in alto, essi riposano nelle loro alcove coperte, e rantolano, e sognano dei grassi zamponi delle segretarie; o che non hanno superato gli esami di maturità): per chi scrivono di fatto i poeti? Per l'unico loro simile su centomila? (Perché anche quei pochi su diecimila, che potrebbero semmai essere interessati, i contemporanei non li scoprono affatto, e sono fermi nel migliore dei casi a Stifter). – Noo!: io scrittore mai! (E il "kitsch nazionalistico" è una pecora bianca: il nazionalismo è sempre kitsch!). (p. 92)

Bibliografia

  • Arno Schmidt, Alessandro o Della verità, traduzione di Emilio Picco, Einaudi, 1981 (1965).
  • Arno Schmidt, Dalla vita di un fauno (1953), traduzione di Domenico Pinto, Lavieri, 2006. ISBN 8889312092

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