Mario Missiroli: differenze tra le versioni

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* {{NDR|Uno sconosciuto gli chiese di pubblicare i suoi scritti: «Il fascismo non mi ha lasciato scrivere per vent'anni. Per vent'anni sono stato costretto al silenzio...»}} <br/>Poteva almeno leggere, amico mio (Luciano Simonelli, Dieci giornalisti e un editore, Simonelli, pag. 250).
* {{NDR|Uno sconosciuto gli chiese di pubblicare i suoi scritti: «Il fascismo non mi ha lasciato scrivere per vent'anni. Per vent'anni sono stato costretto al silenzio...»}} <br/>Poteva almeno leggere, amico mio (Luciano Simonelli, Dieci giornalisti e un editore, Simonelli, pag. 250).
*{{NDR|Un giorno venne a trovarlo un uomo presentandosi come vecchio fascista. «Noi, che siamo stati veri fascisti...»}} <br/>Ah, no, guardi: i veri fascisti siamo stati noi [indicando anche [[Indro Montanelli]], che era presente], che dapprima non ci abbiamo creduto, poi abbiamo fatto finta di crederci, poi forse ci abbiamo veramente creduto, e ora non sappiamo neppure se ci abbiamo creduto o no (Luciano Simonelli, Dieci giornalisti e un editore, Simonelli, pag. 250).
*{{NDR|Un giorno venne a trovarlo un uomo presentandosi come vecchio fascista. «Noi, che siamo stati veri fascisti...»}} <br/>Ah, no, guardi: i veri fascisti siamo stati noi [indicando anche [[Indro Montanelli]], che era presente], che dapprima non ci abbiamo creduto, poi abbiamo fatto finta di crederci, poi forse ci abbiamo veramente creduto, e ora non sappiamo neppure se ci abbiamo creduto o no (Luciano Simonelli, Dieci giornalisti e un editore, Simonelli, pag. 250).
*Mai fidarsi dei politologi, sono come i meteorologi (Luciano Simonelli, Dieci giornalisti e un editore, Simonelli, pag. 259).


==Citazioni su Mario Missiroli==
==Citazioni su Mario Missiroli==

Versione delle 19:39, 14 gen 2009

Mario Missiroli (1886 – 1974), scrittore e giornalista italiano.

Citazioni di Mario Missiroli

  • Caro Pietro! [...] voi avete fatto la bestialità di volere la repubblica... La repubblica è all'incanto: la compra il maggior offerente, e quindi l'America... Solo la monarchia sarebbe stata costretta a fare una politica nazionale; la triplice... La triplice con la vecchia Germania e con quella nuova Austria che va da Trieste a Vladivostock: la Russia... (citato in: Indro Montanelli, Pantheon minore)
  • Il torto è mio, ma non capisco quello che lei vuol dire... Il torto è mio... Il torto è mio certamente, ma non lo capisco... Ho letto Kant, e l'ho capito. Ho letto Schopenhauer e l'ho capito. Ho letto la Fenomenologia dello spirito, e l'ho capita. Ma la sua critica cinematografica non la capisco... Il torto è mio, ma la prego di riscriverla... Le ripeto: il torto è mio, non s'offenda... (citato in: Indro Montanelli, Pantheon minore)
  • [Contro il disegno di legge per l'abolizione del diritto ereditario]
    Nella società dell'avvenire, i padri potranno trasmettere ai figli soltanto il cancro e la sifilide. (citato in Leo Longanesi, In piedi e seduti, Longanesi & C., 1968)
  • [Uno sconosciuto gli chiese di pubblicare i suoi scritti: «Il fascismo non mi ha lasciato scrivere per vent'anni. Per vent'anni sono stato costretto al silenzio...»]
    Poteva almeno leggere, amico mio (Luciano Simonelli, Dieci giornalisti e un editore, Simonelli, pag. 250).
  • [Un giorno venne a trovarlo un uomo presentandosi come vecchio fascista. «Noi, che siamo stati veri fascisti...»]
    Ah, no, guardi: i veri fascisti siamo stati noi [indicando anche Indro Montanelli, che era presente], che dapprima non ci abbiamo creduto, poi abbiamo fatto finta di crederci, poi forse ci abbiamo veramente creduto, e ora non sappiamo neppure se ci abbiamo creduto o no (Luciano Simonelli, Dieci giornalisti e un editore, Simonelli, pag. 250).
  • Mai fidarsi dei politologi, sono come i meteorologi (Luciano Simonelli, Dieci giornalisti e un editore, Simonelli, pag. 259).

Citazioni su Mario Missiroli

  • Il fascismo trovò, tra i suoi oppositori più accaniti, Mario Missiroli, che si batté a duello con Mussolini. Egli non credette alla forza e al successo delle «camicie nere» fino al giorno in cui, mentre cercava faticosamente di salire sul tram, uno squadrista che lo incalzava, dopo avergli inflitto una serie di spintoni, non gli ebbe affibbiato, in risposta alle sue proteste, due sonori schiaffi che gli fecero volar via gli occhiali cerchiati d'oro. Mario li raccolse con dignità, vi fiatò sopra, li ripulì col fazzoletto e concluse in tono ammirativo: «Però!... Picchiano bene, veh!...» (Indro Montanelli, citato in Pantheon minore)
  • La guerra turbava insieme e incantava Missiroli. Intellettualmente, egli era contro di essa; sentimentalmente, «quei giovanotti che picchiavano così bene» riscuotevano tutta la sua ammirata simpatia. E siccome tra «quei giovanotti», coloro che picchiavano meglio erano i tedeschi, egli in fondo parteggiava per loro. «Non entusiasmatevi!... Non entusiasmatevi!..» andava gridando a coloro che si preparavano alla fuga verso il sud, quando il bollettino Cadorna ebbe finalmente confessato tutta l'estensione della disfatta. «Non entusiasmatevi!.. Gli italiani sono 'anche' capaci di fermarli!» E quando, a Vittorio Veneto, le sorti della guerra si rovesciarono, egli si associò al tripudio nazionale con queste parole di rassegnazione: «Anche la storia commette i suoi errori o, diciamo, le sue distrazioni...»

Bibliografia

  • Indro Montanelli, Pantheon minore (incontri), Longanesi e C., 1950.

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