Racconto: differenze tra le versioni

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*Chi comanda al racconto non è la voce: è l'orecchio. ([[Italo Calvino]])
*Chi comanda al racconto non è la voce: è l'orecchio. ([[Italo Calvino]])
*E fin qui, per quanto riguarda l'inizio del [[racconto]], non v'è nulla di nuovo (poiché ogni storia, passata o futura, che narri di un giovane potrebbe cominciare alla stessa maniera). ([[Neil Gaiman]])
*E fin qui, per quanto riguarda l'inizio del racconto, non v'è nulla di nuovo (poiché ogni storia, passata o futura, che narri di un giovane potrebbe cominciare alla stessa maniera). ([[Neil Gaiman]])
*Lei crede che ogni storia debba avere un principio e una fine? Anticamente un racconto aveva solo due modi per finire: passate tutte le prove, l'eroe e l'eroina si sposavano oppure morivano. Il senso ultimo a cui rimandano tutti i racconti ha due facce: la continuità della vita, l'inevitabilità della morte. ([[Italo Calvino]])
*Lei crede che ogni storia debba avere un principio e una fine? Anticamente un racconto aveva solo due modi per finire: passate tutte le prove, l'eroe e l'eroina si sposavano oppure morivano. Il senso ultimo a cui rimandano tutti i racconti ha due facce: la continuità della vita, l'inevitabilità della morte. ([[Italo Calvino]])



Versione delle 10:09, 1 feb 2009

Citazioni sul racconto.

  • Chi comanda al racconto non è la voce: è l'orecchio. (Italo Calvino)
  • E fin qui, per quanto riguarda l'inizio del racconto, non v'è nulla di nuovo (poiché ogni storia, passata o futura, che narri di un giovane potrebbe cominciare alla stessa maniera). (Neil Gaiman)
  • Lei crede che ogni storia debba avere un principio e una fine? Anticamente un racconto aveva solo due modi per finire: passate tutte le prove, l'eroe e l'eroina si sposavano oppure morivano. Il senso ultimo a cui rimandano tutti i racconti ha due facce: la continuità della vita, l'inevitabilità della morte. (Italo Calvino)

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