Mustafa Kemal Atatürk: differenze tra le versioni

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*Con ragione ci definiamo nazionalisti. Ma noi siamo nazionalisti che rispettano e onorano ogni nazione e che collaborano con ognuna. Noi riconosciamo le rivendicazioni di tutte le nazioni. Il nostro nazionalismo non è in nessun modo egoista e supponente.
*Con ragione ci definiamo nazionalisti. Ma noi siamo nazionalisti che rispettano e onorano ogni nazione e che collaborano con ognuna. Noi riconosciamo le rivendicazioni di tutte le nazioni. Il nostro nazionalismo non è in nessun modo egoista e supponente.
*Il modo più sicuro di perdere la propria [[indipendenza]] è spendere il denaro che non si possiede.
*Il modo più sicuro di perdere la propria [[indipendenza]] è spendere il denaro che non si possiede.
*[[Pace]] in casa, pace nel mondo.
*[[Pace]] in casa, pace nel mondo.
*Io non mi aspetto che voi attacchiate. Io vi ordino di morire. E nel tempo che passerà prima di morire, altre truppe ed altri comandanti verranno avanti e prenderanno il nostro posto.<ref>Gallipoli, 25 aprile 1915, tratto da Edward J. Erickson, ''Ordered to die. A history of the Ottoman Army in the First World War'' pag. xv</ref>


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Versione delle 21:02, 14 apr 2009

Kemal Atatürk (circa 1930).

Mustafa Kemal Atatürk (1881 – 1938), generale e uomo politico turco.

Senza fonte

  • Coloro che sono inclini al compromesso non potranno mai fare una rivoluzione.
  • Con ragione ci definiamo nazionalisti. Ma noi siamo nazionalisti che rispettano e onorano ogni nazione e che collaborano con ognuna. Noi riconosciamo le rivendicazioni di tutte le nazioni. Il nostro nazionalismo non è in nessun modo egoista e supponente.
  • Il modo più sicuro di perdere la propria indipendenza è spendere il denaro che non si possiede.
  • Pace in casa, pace nel mondo.
  • Io non mi aspetto che voi attacchiate. Io vi ordino di morire. E nel tempo che passerà prima di morire, altre truppe ed altri comandanti verranno avanti e prenderanno il nostro posto.[1]

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  1. Gallipoli, 25 aprile 1915, tratto da Edward J. Erickson, Ordered to die. A history of the Ottoman Army in the First World War pag. xv