Samuel Taylor Coleridge: differenze tra le versioni

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'''Samuel Taylor Coleridge''' (1772 – 1834), poeta, critico e filosofo britannico.
'''Samuel Taylor Coleridge''' (1772 – 1834), poeta, critico e filosofo britannico.



Versione delle 23:27, 1 mag 2009

Samuel Taylor Coleridge

Samuel Taylor Coleridge (1772 – 1834), poeta, critico e filosofo britannico.

La leggenda del vecchio marinaro

  • Alla fine un Albatro passò per aria, e venne a | noi traverso la nebbia. Come se fosse stato | un'anima cristiana, lo salutammo nel nome di Dio.
  • «Che Dio ti salvi, o Marinaro, dal demonio che | ti tormenta! — Perché mi guardi cosí, Che | cos'hai?» — «Con la mia balestra, io ammazzai l' Albatro!
  • Il ghiaccio era qui, il ghiaccio era là, il ghiaccio | era tutto all'intorno: scricchiolava e muggiva, | ruggiva ed urlava. come i rumori che si odono | in una sincope.
  • Oh, il sonno! esso è una cosa soave, amata da | un polo all'altro. Sia lodata la Vergine Maria! | Essa dal cielo mi mandò il dolce sonno che | penetrò nella mia anima.

Citazioni di Samuel Taylor Coleridge

  • Chi si vanta di aver conquistato una moltitudine di amici non ne ha mai avuto uno.[1]
  • I difetti dei grandi autori non sono in genere che la loro grandezza portata all'eccesso. (da Miscellanies)
  • Il laudano mi diede quiete, non sonno; ma, credo, tu sai quanto sia divino quel riposo, che incanto, quale oasi di fontane e fiori e alberi nel cuore stesso di un deserto di sabbia! (da una lettera del 1798 a George H. Coleridge[2])
  • Il nano vede più lontano del gigante, quando ha le spalle del gigante su cui montare. (da The friend)
  • La più generale definizione della bellezza […] Molteplicità nell'Unità. (da On the Principles of Genial Criticism)
  • L'Arte, intendendo il termine per indicare collettivamente pittura, scultura, architettura e musica, è la mediatrice e riconciliatrice di natura e uomo. È dunque il potere di umanizzare la natura, di infondere i pensieri e le passioni dell'uomo in tutto ciò che è l'oggetto della sua contemplazione. (da Sulla poesia o l'arte)
  • L'esperienza ci informa che la prima difesa degli spiriti deboli è recriminare. (da Biographia literaria, 1817)
  • Prega bene chi ama bene tutti: | sia l'uomo che l'uccello e le altre bestie. | Prega meglio chi meglio ama ogni cosa, | la piccola e la grande. (da La ballata del vecchio marinaio)
  • Quella volontaria sospensione dell'incredulità sul momento, che costituisce la fede poetica. (da Biographia literaria, 1817 – cap. XIV)

Senza fonte

  • Che grazia inimitabile hanno i bambini prima di imparare a danzare!
  • Ci sono tre classi in cui so che tutte le donne oltre i settanta sono sempre state divise: 1. Quella cara vecchietta; 2. Quella vecchia; 3. Quella vecchia strega.
  • I critici sono di solito persone che avrebbero voluto essere poeti, storici, biografi, ecc., hanno messo alla prova il loro talento, e non hanno avuto successo.
  • I plagiari sospettano sempre che qualcuno li derubi del loro pensiero.
  • Il miglior medico è quello che con più abilità sa infondere la speranza.
  • Il principio dell'architettura gotica è quello dell'infinito reso immaginabile.
  • La fantasia non è altro, infatti, che un aspetto della memoria svincolato dall'ordine del tempo e dello spazio.
  • La sincerità non consiste nel dire, ma nell'intenzione di comunicare la verità.
  • Nessun uomo è mai stato un grande poeta, senza essere stato allo stesso tempo un grande filosofo.
  • Niente può piacere con continuità, che non contenga in se stesso la ragione perché esso deve essere così, e non altrimenti.
  • Solo i saggi possiedono delle idee, la maggior parte dell'umanità ne è posseduta.
  • Un uomo che non possiede che massime è come un ciclope il cui unico occhio è posto dietro al capo.

Note

  1. Template:Rif
  2. Citato in Andrew Weil e Winifred Rosen, Dal cioccolato alla morfina. Tutto quello che dovete sapere sulle sostanze che alterano la mente, traduzione di Fabio Bernabei, Arcana, Roma, 2007, p. 107.

Bibliografia

  • Samuel Taylor Coleridge, La leggenda del vecchio marinaro, traduzione di Enrico Nencioni, Tea, 1993.

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