Publio Virgilio Marone: differenze tra le versioni

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Virgilio

Publio Virgilio Marone (70 a.C. – 19 a.C.), poeta e filosofo latino.

Senza fonte

  • Il destino trova sempre la sua strada.
  • Tu non cedere alle disgrazie, ma va' loro incontro con più coraggio.

Bucoliche

  • Non affidarti troppo al colore, all'apparenza delle cose.
Nimium ne crede colori. (II, 17)
  • Ognuno è attratto da ciò che gli piace.
Trahit sua quemque voluptas. (II, 65)
  • Chiudete i ruscelli, o fanciulli, i prati hanno bevuto abbastanza.
Claudite iam rivos, pueri, sat prata biberunt. (III, 111)
  • Si nasconde una serpe nell'erba.
Latet anguis in herba. (III, 93)
  • Il lupo non si preoccupa di quante siano le pecore.
Lupus ovium non curat numerum. (VII, 51)
  • Non tutti possiamo ogni cosa.
Non omnia possumus omnes. (VIII, 63)
  • Tutto porta via il tempo, anche l'animo.
Omnia fert aetas, animum quoque. (IX, 51)
  • Non cantiamo ai sordi.
Non canimus surdis. (X, 8)
  • Tutto vince Amore: e noi cediamo ad Amore.
Omnia vincit Amor: et nos cedamus Amori. (X, 69)

Georgiche

Te, Larii maxime. (II, 159)
  • L'amore per tutti è lo stesso.
Amor omnibus idem. (III, 244)
  • Ma fugge intanto, fugge irreparabilmente il tempo.
Sed fugit interea, fugit inreparabile tempus. (III, 284)
  • Finché il re è sano e salvo, tutte (le api) la pensano in egual maniera, ma, perduto il re, il patto è infranto.
Rege incolumi mens omnibus una est; amisso rupere fidem. (IV, 212)
  • Ma un dio penetra in ogni cosa, nelle terre e negli spazi di mare e nel cielo profondo.
Deum namque ire per omnia, terrasque tractusque maris caelumque profundum. (IV, 221-2)
  • Per la morte non c'è spazio, ma le vite volano e si aggiungono alle stelle nell'alto cielo.
Nec morti esse locum, sed viva volare sideris in numerum atque alto succedere caelo. (IV, 226-7)
  • Loda i grandi poderi, ma coltivane uno piccolo.

Eneide

Forsan et haec olim meminisse iuvabit. (I, 203)
  • Sono il pio Enea, noto per fama oltre i cieli, e con la flotta mi porto appresso i Penati scampati al nemico. Cerco la patria Italia e gli avi miei, nati dal sommo Giove.
Sum pius Aeneas, raptos qui ex hoste Penates
classe veho mecum, fama super aethera notus.
Italiam quaero patriam et genus ab Iove summo.
(I, 378-380)
  • Non credete al cavallo, o Troiani. Io temo comunque i Greci, anche se recano doni.
Equo ne credite, Teucri.
Timeo Danaos et dona ferentes.
(II, 48-49)
  • Da uno capisci come son tutti.
Ab uno disce omnis. (II, 64-65)
Una salus victis nullam sperare salutem. (II, 354)
  • A cosa non spingi i cuori degli uomini o esecrabile fame dell'oro!
Quid non mortalia pectora cogis,
Auri sacra fames!
(III, 56-57)
  • Conosco i segni dell'antica fiamma.
Adgnosco veteris vestigia flammae. (IV, 23) [1]
Fama crescit eundo. (IV, 174)
  • Crudele Amore, a che cosa non forzi i cuori degli uomini!
Improbe Amor, quid non mortalia pectora cogis! (IV, 412)
Facilis descensus Averno:
noctes atque dies patet atri ianua Ditis;
sed revocare gradum superasque evadere ad auras,
hoc opus, hic labor est.
(da VI, 126-129)
Parcere subiectis et debellare superbos. (VI, 853)
  • Se non posso muovere i celesti, smuoverò gl'Inferi.
Flectere si nequeo superos, Acheronta movebo. (VII, 312)
  • La paura aggiunse ali ai piedi.
Pedibus timor addidit alas. (VIII, 224)
Audentes fortuna iuvat. (X, 284)
  • Le armi sono al servizio del furore.
  • Al loro dominio non pongo né limiti di spazio né di tempo: | ho promesso un impero infinito. (I, 278-9)

Citazioni su Publio Virgilio Marone

  • Dell'Eneide dico: la qual mamma
    fummi e fummi nutrice poetando:
    sanz'essa non fermai peso di dramma. (Dante Alighieri)
  • Facesti come quei che va di notte
    e porta il lume dietro, e sé non giova,
    ma dopo sé fa le persone dotte. (Dante Alighieri, da Divina Commedia, Purgatorio, XXII, 67-69)
  • [...] il sommo poeta latino fu considerato tôcco dalla grazia divina, circonfuso di luce, dotato di poteri soprannaturali, così da vivere, da apparire come un fantasma benefico dopo la morte. (Olga Visentini)
  • La lampada accesa è il simbolo di Roma eterna, Virgilio ne è l'anima vigile e operante. (Olga Visentini)

Note

  1. Traduzione di Annibal Caro; con queste parole Didone confessa alla sorella il suo amore per Enea

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