Edvard Munch: differenze tra le versioni
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'''Edvard Munch''' (1863 – 1944), pittore norvegese. |
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*Senza paura e malattia la mia vita sarebbe una barca senza remi (Citato in Giorgio Cricco, Francesco Paolo Di Teodoro, ''Itinerario nell'Arte: Volume 3. Dall'Età dei Lumi ai giorni nostri'') |
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*Dopo aver acceso la lampada vedo improvvisamente la mia ombra enorme che va dalla parete al soffitto. E nel grande specchio sopra la stufa vedo me stesso, il mio stesso volto spettrale. E vivo con i [[morte|morti]], con mia [[madre]], mia sorella, mio nonno e mio [[padre]], soprattutto con lui. Tutti i ricordi, le più piccole cose, vengono alla superficie. |
*Dopo aver acceso la lampada vedo improvvisamente la mia ombra enorme che va dalla parete al soffitto. E nel grande specchio sopra la stufa vedo me stesso, il mio stesso volto spettrale. E vivo con i [[morte|morti]], con mia [[madre]], mia sorella, mio nonno e mio [[padre]], soprattutto con lui. Tutti i ricordi, le più piccole cose, vengono alla superficie. |
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*La malattia, la follia e la morte erano gli angeli neri che si affacciavano sulla mia culla. |
*La malattia, la follia e la morte erano gli angeli neri che si affacciavano sulla mia culla. |
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==Bibliografia== |
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Giorgio Cricco, Francesco Paolo Di Teodoro, ''Itinerario nell'Arte: Volume 3. Dall'Età dei Lumi ai giorni nostri'', Zanichelli, 2007. ISBN 9788808222367 |
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== Altri progetti== |
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Versione delle 15:43, 4 mag 2009
Edvard Munch (1863 – 1944), pittore norvegese.
Citazioni
- Senza paura e malattia la mia vita sarebbe una barca senza remi (Citato in Giorgio Cricco, Francesco Paolo Di Teodoro, Itinerario nell'Arte: Volume 3. Dall'Età dei Lumi ai giorni nostri)
Senza fonte
- Camminavo lungo la strada con due amici – quando il sole tramontò – il cielo si tinse all'improvviso di rosso sangue – mi fermai, mi appoggiai stanco morto a un recinto – sul fiordo nerazzurro e sulla città c'erano sangue e lingue di fuoco – i miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura – e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura.
- Dal mio corpo in putrefazione cresceranno dei fiori e io sarò dentro di loro: questa è l'eternità.
- Dopo aver acceso la lampada vedo improvvisamente la mia ombra enorme che va dalla parete al soffitto. E nel grande specchio sopra la stufa vedo me stesso, il mio stesso volto spettrale. E vivo con i morti, con mia madre, mia sorella, mio nonno e mio padre, soprattutto con lui. Tutti i ricordi, le più piccole cose, vengono alla superficie.
- La malattia, la follia e la morte erano gli angeli neri che si affacciavano sulla mia culla.
Bibliografia
Giorgio Cricco, Francesco Paolo Di Teodoro, Itinerario nell'Arte: Volume 3. Dall'Età dei Lumi ai giorni nostri, Zanichelli, 2007. ISBN 9788808222367
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