Montesquieu: differenze tra le versioni

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*Il governo è come tutte le cose del mondo: per conservarlo bisogna amarlo.
*Il governo è come tutte le cose del mondo: per conservarlo bisogna amarlo.
*Un impero fondato sulla guerra deve conservare se stesso con la guerra.
*Un impero fondato sulla guerra deve conservare se stesso con la guerra.
*Lo studio è sempre stato per me il rimedio sovrano contro il disgusto della vita, e non ho mai provato un dolore che un'ora di lettura non sia riuscita a far svanire.
*Prima bisogna sapere il latino, e poi bisogna dimenticarlo.
*L'ignoranza è la madre delle tradizioni. (da ''Saggio sulle cause che possono influire sullo spirito e sul carattere'')
*L'ignoranza è la madre delle tradizioni. (da ''Saggio sulle cause che possono influire sullo spirito e sul carattere'')
*La libertà è il diritto di fare tutto ciò che è permesso dalla legge.
*La libertà è il diritto di fare tutto ciò che è permesso dalla legge.

Versione delle 22:39, 21 gen 2006

Charles-Louis de Secondat barone de La Brède e de Montesquieu (1689 - 1755), filosofo, pensatore e scrittore francese.

Montesquieu
  • La tirannia di un principe in un'oligarchia non è pericolosa per il bene pubblico quanto l'apatia del cittadino in una democrazia.
  • C'è un detto molto bello che dice che se i triangoli avessero inventato un dio, l'avrebbero fatto con tre lati.
  • L'educazione consiste nel darci delle idee, la buona educazione nel metterle in proporzione.
  • Il governo è come tutte le cose del mondo: per conservarlo bisogna amarlo.
  • Un impero fondato sulla guerra deve conservare se stesso con la guerra.
  • Lo studio è sempre stato per me il rimedio sovrano contro il disgusto della vita, e non ho mai provato un dolore che un'ora di lettura non sia riuscita a far svanire.
  • Prima bisogna sapere il latino, e poi bisogna dimenticarlo.
  • L'ignoranza è la madre delle tradizioni. (da Saggio sulle cause che possono influire sullo spirito e sul carattere)
  • La libertà è il diritto di fare tutto ciò che è permesso dalla legge.
  • Quel che manca loro in profondità, gli oratori lo compensano in lunghezza.
  • Soffro della malattia dello scrivere libri e di vergognarmi d'essi quando sono finiti.
  • Per scrivere bene bisogna saltare le idee intermedie quanto basta per non riuscir noiosi; non troppo, per paura di non essere capiti.
  • I vizi che vengono dal fatto che non ci si stima abbastanza non sono in minor numero di quelli che vengono dal fatto che ci si stima troppo.
  • Quello che agli oratori manca in profondità lo danno in lunghezza.
  • L'amore della democrazia è quello dell'uguaglianza.
  • La libertà è il diritto di fare tutto quello che le leggi permettono.
  • Il primo movente che dovrebbe spingerci a studiare è il desiderio di accrescere l'eccellenza della nostra natura e di rendere un essere intelligente ancor più intelligente.
  • Non bisogna mai esaurire un argomento al punto che al lettore non resti più nulla da fare: perché non si tratta di far leggere, ma di far pensare.
  • Una costituzione può esser tale che nessuno sia costretto a fare le cose alle quali la legge non lo obbliga, e a non fare quello che la legge permette.
  • Il potere corrompe, il potere assoluto corrompe assolutamente.
  • Tali sono i principi dei tre governi; ciò non significa che in una certa repubblica si sia virtuosi, ma che si deve esserlo. Ciò non prova neppure che in una certa monarchia si tenga in conto l’onore e che in uno stato dispotico particolare domini il timore; ma solo che bisognerebbe che così fosse, senza di che il governo sarà imperfetto.
  • Poiché, in uno Stato libero, qualunque individuo che si presume abbia lo spirito libero deve governarsi da se medesimo, bisognerebbe che il corpo del popolo avesse il potere legislativo. Ma siccome ciò è impossibile nei grandi Stati, e soggetto a molti inconvenienti nei piccoli, bisogna che il popolo faccia per mezzo dei suoi rappresentanti tutto quello che non può fare da sé.
  • Tutto sarebbe perduto se lo stesso uomo, o lo stesso corpo di maggiorenti, o di nobili, o di popolo, esercitasse questi tre poteri: quello di fare le leggi, quello di eseguire le decisioni pubbliche, e quello di giudicare i delitti o le controversie dei privati.
  • Il potere legislativo verrà affidato e al corpo dei nobili e al corpo che sarà scelto per rappresentare il popolo, ciascuno dei quali avrà le proprie assemblee e le proprie deliberazioni a parte, e vedute e interessi distinti. Dei tre poteri di cui abbiamo parlato, quello giudiziario è in qualche senso nullo. Non ne restano che due; e siccome hanno bisogno di un potere regolatore per temperarli, la parte del corpo legislativo composta di nobili è adattissima a produrre questo effetto.
  • Il potere esecutivo deve essere nelle mani d'un monarca perché questa parte del governo, che ha bisogno quasi sempre d'una azione istantanea, è amministrata meglio da uno che da parecchi; mentre ciò che dipende dal potere legislativo è spesso ordinato meglio da parecchi anziché da uno solo. Infatti, se non vi fosse monarca, e il potere esecutivo fosse affidato a un certo numero di persone tratte dal corpo legislativo, non vi sarebbe piú libertà, perché i due poteri sarebbero uniti, le stesse persone avendo talvolta parte, e sempre potendola avere, nell'uno e nell'altro. Se il corpo legislativo rimanesse per un tempo considerevole senza riunirsi, non vi sarebbe più libertà. Infatti vi si verificherebbe l'una cosa o l'altra: o non vi sarebbero più risoluzioni legislative, e lo Stato cadrebbe nell'anarchia; o queste risoluzioni verrebbero prese dal potere esecutivo, il quale diventerebbe assoluto.
  • Se il corpo legislativo fosse riunito in permanenza, potrebbe capitare che non si facesse che sostituire nuovi deputati a quelli che muoiono; e in questo caso, una volta che il corpo legislativo fosse corrotto, il male sarebbe senza rimedio. Quando diversi corpi legislativi si susseguono gli uni agli altri, il popolo, che ha cattiva opinione del corpo legislativo attuale, trasferisce, con ragione, le proprie speranze su quello che succederà. Ma se si trattasse sempre dello stesso corpo, il popolo, una volta vistolo corrotto, non spererebbe più niente dalle sue leggi, s'infurierebbe o cadrebbe nell'apatia.
  • Il potere esecutivo, come dicemmo, deve prender parte alla legislazione con la sua facoltà d'impedire di spogliarsi delle sue prerogative. Ma se il potere legislativo prende parte all'esecuzione, il potere esecutivo sarà ugualmente perduto. Se il monarca prendesse parte alla legislazione con la facoltà di statuire, non vi sarebbe più libertà. Ma siccome è necessario che abbia parte nella legislazione per difendersi, bisogna che vi partecipi con la sua facoltà d'impedire. La causa del cambiamento del governo a Roma fu che il senato, il quale aveva una parte del potere esecutivo, e i magistrati, i quali avevano l'altra, non avevano, come il popolo, la facoltà d'impedire. Ecco dunque la costituzione fondamentale del governo di cui stiamo parlando. Il corpo legislativo essendo composto di due parti, l'una terrà legata l'altra con la mutua facoltà d'impedire. Tutte e due saranno vincolate dal potere esecutivo, che lo sarà a sua volta da quello legislativo. Questi tre poteri dovrebbero rimanere in stato di riposo, o di inazione. Ma siccome, per il necessario movimento delle cose, sono costretti ad andare avanti, saranno costretti ad andare avanti di concerto.
  • Siccome tutte le cose umane hanno una fine, lo Stato di cui parliamo perderà la sua libertà, perirà. Roma, Sparta e Cartagine sono pur perite. Perirà quando il potere legislativo sarà più corrotto di quello esecutivo. Non sta a me di esaminare se gli Inglesi godono attualmente di questa libertà, o no. Mi basta dire che essa è stabilita dalle loro leggi, e non chiedo di più. Non pretendo con ciò di avvilire gli altri governi, né dichiarare che questa libertà politica estrema debba mortificare quelli che ne hanno soltanto una moderata. Come potrei dirlo io, che credo che non sia sempre desiderabile nemmeno l'eccesso della ragione; e che gli uomini si adattino quasi sempre meglio alle istituzioni di mezzo che a quelle estreme?
  • Un uomo che insegna può facilmente diventare ostinato, perché fa il mestiere di uno che non ha mai torto. (da Saggio sulle cause che possono influire sullo spirito e sul carattere)
  • Di solito coloro che hanno un grande spirito l'hanno ingenuo.
  • Meno si ha da riflettere, più si parla. (da Saggio sulle cause che possono influire sullo spirito e sul carattere)