Wu Ming: differenze tra le versioni

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Gli indiani non combattevano mai a cavallo, ma Hendrick non poteva più correre né saltare. Avevano dovuto issarlo sull’arcione. Quanti anni aveva? Gesù santo, aveva incontrato la regina Anna. Era Noè, Matusalemme.<br />
Gli indiani non combattevano mai a cavallo, ma Hendrick non poteva più correre né saltare. Avevano dovuto issarlo sull’arcione. Quanti anni aveva? Gesù santo, aveva incontrato la regina Anna. Era Noè, Matusalemme.<br />
Era morto combattendo il nemico. Una fine nobile, persino invidiabile, se solo si fosse trovato il cadavere per dargli sepoltura cristiana.
Era morto combattendo il nemico. Una fine nobile, persino invidiabile, se solo si fosse trovato il cadavere per dargli sepoltura cristiana.

===[[Explicit]]===
Joseph lo sapeva. Non avrebbe visto quel raccolto. Non dal fondo di una guerra che gli era costata tutto e pretendeva di congedarlo senza rumore né risarcimenti. Avrebbe inchiodato i bianchi alle loro promesse, con il fiato che gli restava. Sarebbe tornato a Londra, se necessario, per chiederlo al re in persona. Il sentiero portava ancora lontano. Strinse forte il lembo del sacco.<br />
– Dobbiamo rimetterci in marcia.<br />
I due indiani scesero verso il fiume. Le sagome si fecero vaghe, fino a sparire oltre la cortina di pioggia.


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Versione delle 17:03, 11 ago 2009

Wu Ming

Wu Ming, pseudonimo-nome collettivo usato da un gruppo di scrittori, che hanno anche pubblicato un romanzo, Q, come Luther Blissett: Riccardo Pedrini, Federico Guglielmi, Luca Di Meo, Giovanni Cattabriga, Roberto Bui.

  • Gli stolti difendevano la pace sostenendo il braccio armato del denaro. (da 54, Einaudi)
  • Non basta poter dare del tu a chiunque, dobbiamo rivendicare la possibilità di dare dell'io a qualcun altro. (da Mind invaders, Castelvecchi; citato in Carmen Covito, Benvenuti in questo ambiente, Bompiani)
Intervista di Ernesto Assante, Siamo i guerriglieri della controcultura, la Repubblica, 24 agosto 2004
  • Uno dei nostri motti è "Trasparenti verso i lettori, opachi verso i media".
  • Il digitale è una rivoluzione come lo fu l'invenzione dell'alfabeto. [...] Il nostro modo di lavorare, e non soltanto il nostro, sarebbe impossibile in una dimensione pre-digitale. Detto questo, è una rivoluzione dalle caviglie fragili, perché dipende in toto dall'erogazione di energia elettrica. Senza la corrente sei bloccato, ed è bloccata la possibilità di conservare e tramandare
  • L'industria culturale, anziché arroccarsi su posizioni conservatrici e invocare la repressione, dovrebbe "cavalcare la tigre", osare, andare oltre la rendita parassitaria e migliorare la qualità di ciò che vende. Il suolo del copyright è ormai improduttivo, è tempo di ruotare le colture.

Q

Incipit

Fuori dall'Europa, 1555

Sulla prima pagina è scritto: Nell'affresco sono una delle figure di sfondo.
La grafia meticolosa, senza sbavature, minuta. Nomi, luoghi, date, riflessioni. Il taccuino degli ultimi giorni convulsi.
Le lettere ingiallite e decrepite, polvere di decenni trascorsi.
La moneta del regno dei folli dondola sul petto a ricordarmi l'eterna oscillazione delle fortune umane.
Il libro, forse l'unica copia scampata, non è più stato aperto.
I nomi sono nomi di morti. I miei, e quelli di coloro che hanno percorso i tortuosi sentieri.
Gli anni che abbiamo vissuto hanno seppellito per sempre l'innocenza del mondo.
Vi ho promesso di non dimenticare.
Vi ho portati in salvo nella memoria.
Voglio tenere tutto stretto, fin dal principio, i dettagli, il caso, il fluire degli eventi. Prima che la distanza offuschi lo sguardo che si volge indietro, attutendo il frastuono delle voci, delle armi, degli eserciti, il riso, le grida. Eppure solo la distanza consente di risalire a un probabile inizio.

Citazioni

  • Questa fatica, che torna ad addentarmi, l'avevo scordata, annullata dalla forza di chi si arrampica oltre l'orlo della disfatta. (p. 20)
  • In questa vita ho imparato una cosa sola: che l'inferno e il paradiso non esistono. Ce li portiamo dentro dovunque andiamo. (p. 154)
  • La libertà dello spirito non ha prezzo, ma questo mondo vuole imporne uno a ogni cosa. (p. 160)
  • Gli amici sono morti e per quelli che restano ho scoperto di essere sordo. Dio non c'entra più; ci ha abbandonato in un giorno di primavera, sparendo dal mondo con tutte le sue promesse e lasciandoci in pegno la vita. La libertà di spenderla tra quelle cosce bianche. (p. 170)
  • La loro tolleranza era un lusso per benestanti che non sarebbe mai andata oltre la concessione di un piatto di minestra ai poveri. (187)
  • Aveva qualcosa di terrificante nello sguardo: l'innocenza. (p. 207)
  • Ieri ho domandato a un pargolo di cinque anni chi fosse Gesù. Sapete cosa ha risposto? Una statua. (p.223)
  • É la consapevolezza che mi avevi dato: non libereremo mai i nostri spiriti, senza liberare i nostri corpi. (p. 237)
  • Il segno non è introno a te, non è nei muri, nei mattoni, nella calce, nei ciottoli, no, non troverai ciò che vai cercando. Il segno è la ricerca stessa, il segno sei tu che arranchi nel fango delle strade. (p. 237)
  • Ero più vicino io a Dio in mezzo alle mie puttane che tutti quei letterati con la puzza sotto al naso e che poi venivano a farsi trattare i piselli da loro! (p. 245)
  • Sradica l'albero genealogico dell'avversario con la forza del turpiloquio. (p. 256)
  • Non rinnegare mai a te stesso ciò per cui hai combattuto. [...] La sconfitta non rende ingiusta una causa. (p.335)
  • La memoria. Sacca piena di cianfrusaglie che rotolano fuori per caso e finiscono col meravigliarti, come se non fossi stato tu a raccoglierle, a trasformarle in oggetti preziosi. (p.345)
  • Vedi? Il denaro non lo puoi rovesciare: comunque lo giri ti mostra sempre una faccia. (p.355)
  • La differenza tra un Papa e un profeta è solo nel fatto che si contendono l'un l'altro il monopolio della verità, della parola di Dio. (p.356)
  • I libri cambiano il mondo soltanto se il mondo riesce a digerirli. (p.415)

Explicit

- L'Europa è finita. Ora che si sono messi d'accordo, ricomincieranno a farsi la guerra, coltivando il sogno di una barbara supremazia. A noi rimane il mondo.
Il ragazzo riempie di nuovo la tazza.
Tiro un'ampia boccata di fumo dalla canna del narghilè. Le membra si rilassano, sprofondando nel cuscino.
Sorrido. Non esiste un piano che possa prevedere tutto. Altri solleveranno il capo, altri diserteranno. Il tempo non cesserà di elargire sconfitte e vittorie a chi proseguirà la lotta.
Sorseggio soddisfatto.
Ci spetta il tepore dei bagni. Possano i giorni trascorrere senza meta.
Non si prosegua l'azione secondo un piano. [Luther Blissett, Q, Einaudi, 2000. ISBN 88-06-15572-5]

Incipit di 54

Non c'è nessun "dopoguerra".
Gli stolti chiamavano "pace" il semplice allontanarsi del fronte.
Gli stolti difendevano la pace sostenendo il braccio armato del denaro.
Oltre la prima duna gli scontri proseguivano.
Zanne di animali chimerici affondate nelle carni, il Cielo pieno d'acciaio e fumi, intere culture estirpate dalla Terra.
Gli stolti combattevano i nemici di oggi foraggiando quelli di domani.
Gli stolti gonfiavano il petto, parlavano di 'libertà", "democrazia", "qui da noi", mangiando i frutti di razzìe e saccheggi.
Difendevano la civiltà da ombre cinesi di dinosauri.
Difendevano il pianeta da simulacri di asteroidi.
Difendevano l'ombra cinese di una civiltà.
Difendevano un simulacro di pianeta.

[Wu Ming, 54, Einaudi]

Manituana

Incipit

I raggi del sole incalzavano il drappello, luce di sangue filtrava nel bosco.
L’uomo sulla barella strinse i denti, il fianco bruciava. Guardò in basso, gocce scarlatte stillavano dalla ferita.
Hendrick era morto e con lui molti guerrieri.
Rivide il vecchio capo bloccato sotto la mole del cavallo, i Caughnawaga che si avventavano su di lui.
Gli indiani non combattevano mai a cavallo, ma Hendrick non poteva più correre né saltare. Avevano dovuto issarlo sull’arcione. Quanti anni aveva? Gesù santo, aveva incontrato la regina Anna. Era Noè, Matusalemme.
Era morto combattendo il nemico. Una fine nobile, persino invidiabile, se solo si fosse trovato il cadavere per dargli sepoltura cristiana.

Explicit

Joseph lo sapeva. Non avrebbe visto quel raccolto. Non dal fondo di una guerra che gli era costata tutto e pretendeva di congedarlo senza rumore né risarcimenti. Avrebbe inchiodato i bianchi alle loro promesse, con il fiato che gli restava. Sarebbe tornato a Londra, se necessario, per chiederlo al re in persona. Il sentiero portava ancora lontano. Strinse forte il lembo del sacco.
– Dobbiamo rimetterci in marcia.
I due indiani scesero verso il fiume. Le sagome si fecero vaghe, fino a sparire oltre la cortina di pioggia.

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