Giorgio Barberi Squarotti: differenze tra le versioni

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Giorgio Bàrberi Squarotti (1929– vivente), poeta e critico letterario italiano.

Citazioni di Giorgio Bàrberi Squarotti

  • Il discorso è alacremente intenso e inventivo, trascorrendo dal distacco ironico del commento e della critica alla rappresentazione d'orrore e di morte. L'opera è di straordinaria originalità, e la pubblicherei subito, con entusiasmo: ne potrà derivare un salutare scontro con la banalità e la povertà della letteratura di moda. Io sono con Gualberto Alvino, appassionatamente. Egli ha ridato verità al tragico e al "grande Stile". (citato in Gualberto Alvino, Là comincia il Messico, Firenze, Polistampa, 2008).
  • Quando Italo Calvino pubblicò, nel 1947, Il sentiero dei nidi di ragno, in pieno trionfo neorealista, aprì il primo caso (che a pochi, per la cecità complessiva dell'ora, apparve tale) di crisi della concezione realista della realtà: nella direzione della richiesta disperata di rendere ragione dell'angoscia della morte, dell'orrore dell'uccidere, della violenza che colpisce dentro, a fondo, e nella decisione di conoscere, del reale, anche il "negativo" come non volontà, rifiuto di scegliere l'azione, il gesto, il vivere stesso (da La narrativa italiana del dopoguerra, Bologna, Cappelli, 1965, p. 157).
  • La stilistica delle strutture parte da quelle più generali e al tempo stesso generiche: il genere letterario, il metro. Il discorso stilistico sul genere non può che essere fondato sull'esame dei caratteri interpretativi, da parte di un determinato scrittore, degli elementi costitutivi, strutturali, del genere stesso (Il codice di Babele, Milano, Rizzoli, 1972, p. 46).

Citazioni su Giorgio Bàrberi Squarotti

  • Verso una totalità (...) più interna alla logica dell'esperienza letteraria e meno incline a una esibizione di strumenti metodologici, si muove la critica di Giorgio Bàrberi Squarotti. (Giorgio Ferroni, Storia della letteratura italiana. Il Novecento, Torino, Einaudi,1991, p. 659).
  • Giorgio Bàrberi Squarotti è un critico che ha lavorato molto e bene all'inizio degli Anni Sessanta con gli strumenti più scandaglianti della stilistica, che, alternati e alleati agli altri metodi, hanno fruttato i saggi tuttora assai efficienti di Astrazione e realtà e di Poesia e narrativa del secondo Novecento. (Walter Pedullà).

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