Luciano Bianciardi: differenze tra le versioni

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''La vita agra''
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[[Categoria:Scrittori italiani|Bianciardi, Luciano]]
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Versione delle 20:31, 22 ago 2009

Luciano Bianciardi (1922 – 1971), scrittore, giornalista, traduttore italiano.

  • Il purgatorio moderno è fatto di purghe, di iniezioni, di interventi chirurgici. (da Aprire il fuoco, Rizzoli)

La vita agra

Incipit

Tutto sommato io darei ragione all'Adelung, perché se partiamo da un alto-tedesco Breite il passaggio a Braida è facile, e anche il resto: il dittongo che si contrae in una e apertissima, e poi la rotacizzazione della dentale intervocalica, che oggi grazie a cielo non è più un mistero per nessuno. La si ritrova, per esempio, nei dialetti del Middle West americano, e infatti quel soldato dell'aviazione che conobbi a Manduria mi diceva «haspero» mostrandomi il ditone della mano destra ingessato, e io non capivo; ma poi non c'è nemmeno bisogno di scomodarsi a traversare l'Oceano, perché non diceva forse «Maronna mia» quell'altro soldato, che era nato appunto a Nocera Inferiore?

Citazioni

  • Ma per intanto il coito si è ridotto, per la stragrande maggioranza degli utenti, a pura rappresentazione mimica, a ripetizione pedissequa e meccanica di positure, gesti, atti, trabalzamenti, in vista dell'evacuazione seminale, unico fine ormai riconoscibile e legalmente esigibile. Il resto non conta, il resto è puro simbolo che serve a spingerti all'attivismo vacuo. Questo vuole la classe dirigente, questo vogliono sindaco, vescovo e padrone, questurino, sociologo e onorevole, vogliono non già una vita sessuale vissuta, ma il continuo stimolo del simbolo sessuale che induca a muoversi all'infinito. (p. 64)
  • Ora, i tacchi a spillo sono stati inventati per spostare il baricentro della figura femminile, dandole così un portamento sessuato e cattivante. Allo stesso scopo in Cina scorciavano un tempo i piedi alle bambine, così da grandi avrebbero avuto il baricentro spostato, e l'andatura di cui si diceva sopra. Tutto questo vale purché l'incesso della donna sia lento e armonico. Se invece la donna vuole essere, oltre che sessuata, efficiente, e sui tacchi a spillo ci va di premura, di prescia, di fretta insomma, allora lo spostamento di baricentro provoca una scossa sgraziata che si scarica sulle gote e le fa sconciamente vibrare. (p. 106)
  • Nel nostro mestiere invece occorre staccarli bene da terra, i piedi, bisogna muoversi, scarpinare, scattare e fare polvere, una nube di polvere possibilmente, e poi nascondercisi dentro. (p. 108)
  • Come si può valutare un prete, un pubblicitario, un PRM? Come si fa a calcolare la quantità di fede, di desiderio di acquisto, di simpatia che costoro saranno riusciti a far sorgere? No, non abbiamo altro metro se non la capacità di ciascuno di restare a galla, e di salire più su, insomma di diventare vescovo. In altre parole, a chi scelga una professione terziaria o quartaria occorrono doti e attitudini di tipo politico. La politica, come tutti sanno, ha cessato da molto tempo di essere scienza del buon governo, ed è diventata invece arte della conquista e della conservazione del potere. (p. 109)
  • E la lotta politica, cioè la lotta per la conquista e la conservazione del potere, non è ormai più – apparenze a parte – fra stato e stato, tra fazione e fazione, ma interna allo stato, interna alla fazione. (p. 109)
  • Il metodo del successo consiste in larga misura nel sollevamento della polvere. (p. 109)
  • Mentre l'uomo ha sulle spalle millenni di storia faticosa e ingrata, la donna esce appena oggi dalla soggezione, fresca e riposata, carica di energia e di voglia di rifarsi contro l'oppressore maschio. (p. 110)
  • Io, lo giuro, non ho paura della morte, ma l'agonia sì, mi fa paura, specialmente quando dura anni, e ti mozza il lavoro, e tu stai male, avresti bisogno di riposarti e di guarire, e invece continuano a tafanarti i padroni di casa, i letturisti della luce, Mara con la comunione e le palline del bimbo, le tasse, i rappresentanti di commercio, i datori di lavoro, i medici, i farmacisti, le cambiali, gli esattori dell'abbigliamento. L'agonia continua fino a che a tutti costoro sembri che ci sia il modo di levarti di corpo qualcosa ancora, e fino a che tu abbia la forza di continuare. Poi lasciano che tu muoia. (cap. IX, 1971, p. 166)
  • È aumentata la produzione lorda e netta, il reddito nazionale cumulativo e pro capite, l'occupazione assoluta e relativa, il numero dello auto in circolazione e degli elettrodomestici in funzione, la tariffa delle ragazze squillo, la paga oraria, il biglietto del tram e il totale dei circolanti su detto mezzo, il consumo del pollame, il tasso di sconto, l'età media, la statura media, la valetudinarietà media, la produttività media e la media oraria al giro d'Italia.
    Tutto quello che c'è di medio è aumentato, dicono contenti. e quelli che lo negano propongono però anche loro di fare aumentare, e non a chiacchiere, le medie; il prelievo fiscale medio, la scuola media e i ceti medi. Faranno insorgere bisogni mai sentiti prima. Chi non ha l'automobile l'avrà, e poi ne daremo due per famiglia, e poi una a testa, daremo anche un televisore a ciascuno, due televisori, due frigoriferi, due lavatrici automatiche, tre apparecchi radio, il rasoio elettrico, la bilancina da bagno, l'asciugacapelli, il bidet e l'acqua calda.
    A tutti. Purché tutti lavorino, purché siano pronti a scarpinare, a fare polvere, a pestarsi i piedi, a tafanarsi l'un con l'altro dalla mattina alla sera.
    io mi oppongo. (cap. X, p. 176)
  • No Tacconi, ora so che non basta sganasciare la dirigenza politico-economico-social-divertentistica italiana. La rivoluzione deve cominciare in interiore homine.
    Occorre che la gente impari a non muoversi, a non collaborare, a non produrre, a non farsi nascere bisogni nuovi, e anzi a rinunziare a quelli che ha. (cap. X, p. 160)
  • Nell'attesa che ciò avvenga, e mentre vado elaborando le linee teoriche di questo mio neocristianesimo a sfondo disattivistico e copulatorio, io debbo difendermi e sopravvivere. (p. 163)
  • Io lo dico sempre, metteteci una catasta di libri, e accecati come sono comprerebbero anche quelli.[1] (p. 172)
  • E poi mi sono accorto che andando in centro trovi sì qualche conoscenza, ma ti accorgi subito che la tua conoscenza è un fatto puramente ottico. Non trovi le persone, ma soltanto la loro immagine, il loro spettro, trovi i baccelloni, gli ultracorpi, gli ectoplasmi. (p. 194)
  • Insomma se uno è costretto per nascita e malasorte a lavorare, meglio che lavori di continuo finché non muore, e se ne stia fermo sul posto di lavoro. Io non capisco tanta gente che sgobba per farsi la casa bella nella città dove lavora, e quando se l'è fatta sgobba ancora per comprarsi l'automobile e andare via dalla casa bella. Io poi l'automobile non l'avrò mai, e nemmeno la casa bella; debbo contentarmi di lavorare per restare come sono, e lavorare sempre di più, anzi, perché con il continuo aumento dei prezzi, per restare come sono occorre un guadagno ogni anno maggiore. (cap. XI, 1971, p. 215)

Note

  1. Proposta per sfruttare la frenesia d'acquisto caratteristica dei primi supermercati, uno dei quali apre sotto la casa del protagonista.

Bibliografia

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