Federico Fellini: differenze tra le versioni

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Versione delle 16:15, 10 set 2009

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Federico Fellini

Federico Fellini (1920 – 1993), cineasta italiano.

Citazioni di Federico Fellini

  • A me pare di avere fatto dei film anche comici. Lo sceicco bianco, I vitelloni non erano dei film comici? E La città delle donne non era un film comico? Come anche 8 1/2, del resto. Dipende dal senso che si dà al comico. Comico nel senso della commedia, cioè del dramma comune, umano, umoristico, risibile, addirittura buffonesco, vissuto senza coturni ai piedi. Film che raccontano illusioni di personaggi smontati e smagati da una realtà imprevedibile. (da un'intervista di Gian Luigi Rondi, Il Tempo 1982, citato in Federico Fellini, E la nave va, trascrizione di Gianfranco Angelucci, Longanesi & C., Milano 1983)
  • Benigni e Villaggio sono due ricchezze ignorate e trascurate. Due attori che una cinematografia sana e vitale... Ignorarne il potenziale mi sembra una delle tante colpe che si possono imputare ai nostri produttori.[1]
  • Dai bilanci ho sempre rifuggito, sono operazioni masochistiche e inutili: neppure i bilanci degli Stati o delle società funzionano, figuriamoci quelli di un regista. È chiaro che in questa fase, del Paese e del mio mestiere, finire un film mi sembra abbia un sapore diverso: dato che il cinema pare un passatempo rituale e sorpassato, non sai se e quando ricomincerai a lavorare, se potrai, se ne avrai voglia... (da un'intervista di Lietta Tornabuoni, La Stampa 1982, citato in Federico Fellini, E la nave va, trascrizione di Gianfranco Angelucci, Longanesi & C., Milano 1983)
  • Devo confessare che in questi ultimi tempi ho conosciuto dei musicisti che faranno strada. Un certo Giuseppe Verdi, per esempio. E anche quel Rossini non è male. Ciaikowski, poi, ha un certo talentaccio.
    È una vergogna che io, venuto dalla Romagna, cioè da una terra tra le capitali della lirica, abbia cominciato ad apprezzare l'opera e a entusiasmarmi per certi geni musicali soltanto negli ultimi tempi. Ma sto cercando di riparare. (da un'intervista di Mino Guerrini, Epoca 1983, citato in Federico Fellini, E la nave va, trascrizione di Gianfranco Angelucci, Longanesi & C., Milano 1983)
  • Il cinema è come una vecchia puttana, come il circo e il varietà, e sa come dare molte forme di piacere. (citato in Portala al cinema, p. 170)
  • Il cinema ha questo di salutare: anche se la voglia originaria si è dileguata, la realizzazione comporta una tale serie di problemi concreti che vai avanti a fare la cosa senza renderti conto di non ricordarla più. Il film lo giri senza sapere esattamente di che si tratta. (da un'intervista di Tullio Kezich, La Repubblica 1982, citato in Federico Fellini, E la nave va, trascrizione di Gianfranco Angelucci, Longanesi & C., Milano 1983)
  • Il cinema non ha bisogno della grande idea, degli amori infiammati, degli sdegni: ti impone un solo obbligo quotidiano, quello di fare. (da un'intervista di Tullio Kezich, La Repubblica 1982, citato in Federico Fellini, E la nave va, trascrizione di Gianfranco Angelucci, Longanesi & C., Milano 1983)
  • Il contrasto di chi si illude e parte in quarta contro i mulini a vento è sempre motivo di comicità. (da un'intervista di Gian Luigi Rondi, Il Tempo 1982, citato in Federico Fellini, E la nave va, trascrizione di Gianfranco Angelucci, Longanesi & C., Milano 1983)
  • Io vorrei provarla come attrice. Mina ha la faccia della luna. Gli occhi sono dolci e crudeli. La bocca chiama dal cielo le comete: basta un fischio. Poi è tanta. Il mio amico Sordi dice che è "'na fagottata de roba". È un tipo che entra nelle mie storie. Avrebbe fatto bene anche la Gradisca. (Citato da Sandro Bolchi in Fellini, un amore per Mina, La Stampa del 5 febbraio 1995)
  • Non faccio un film per dibattere tesi o sostenere teorie. Faccio un film alla stessa maniera in cui vivo un sogno. Che è affascinante finché rimane misterioso e allusivo ma che rischia di diventare insipido quando viene spiegato. (da un'intervista di Renato Barneschi, Oggi 1983 in Federico Fellini, E la nave va, trascrizione di Gianfranco Angelucci, Longanesi & C., Milano 1983)
  • Non mi sono mai venute in mente storie che richiedessero la presenza di Totò, perché Totò non aveva bisogno di storie. Che valore poteva avere una storia per un personaggio così, che le storie ce le aveva già tutte scritte sulla faccia? (dal sito http://www.antoniodecurtis.org/federico_fellini.htm)
  • Se non parlo, se non racconto le storie dei miei film, non lo faccio per civetteria (il gusto del segreto), né per ragioni scaramantiche, come qualcuno pensa, ma perché è pericoloso raccontare un film prima di averlo fatto. Almeno per me. *Il cinema ha questo di salutare: anche se la voglia originaria si è dileguata, la realizzazione comporta una tale serie di problemi concreti che vai avanti a fare la cosa senza renderti conto di non ricordarla più. Il film lo giri senza sapere esattamente di che si tratta. (da un'intervista di Gian Luigi Rondi, Il Tempo 1982, citato in Federico Fellini, E la nave va, trascrizione di Gianfranco Angelucci, Longanesi & C., Milano 1983)
  • Sono autobiografico anche quando parlo di una sogliola. (citato in Portala al cinema, p. 94)
  • [Riferendosi a Paolo Villaggio:] Un uomo evidentemente deciso a rovinarsi con le sue mani (e siccome è bravo, vedrete che ci riuscirà a furia di partecipare a tutte le scemenze televisive possibili).[2]


Senza fonte

  • Adesso c'è soltanto il sentimento di un buio in cui stiamo sprofondando.
  • C'è zizzania pure tra noi colleghi, grazie ad una cordata capitanata da uno stolto come Zeffirelli.
  • Felliniano... Avevo sempre sognato, da grande, di fare l'aggettivo.
  • Il cinema è il modo più diretto per entrare in competizione con Dio.
  • La più grande unità sociale del Paese è la famiglia. O due famiglie: quella regolare e quella irregolare.
  • Le versioni dei fatti le modifichiamo continuamente, per non annoiarci.
  • Non voglio dimostrare niente, voglio mostrare.
  • Nulla si sa, tutto si immagina..
  • Per esempio, è fascismo anche l'esibizione del sesso.
  • Se vivi nel tuo tempo, certi libri li respiri nell'aria.
  • Sono i soldi che fanno venire delle idee.
  • Un linguaggio diverso è una diversa visione della vita.

Citazioni su Federico Fellini

  • Con Federico [Fellini] ho girato un solo film. Mi ha fatto sentire il centro del mondo: la più bella, la «più speciale» di tutte, la più importante [...] Mi manca tanto [...] la sua dolcezza, la sua tenerezza, quella vocina: «Claudina...» (Claudia Cardinale)
  • Con Federico [Fellini], recitare era una specie di happening: tu credevi di improvvisare, di fare delle cose assolutamente spontanee, e poi, alla fin fine, ti rendevi conto che in realtà lui ti aveva portato, senza che tu te ne accorgessi, esattamente dove lui voleva. (Claudia Cardinale)
  • Federico Fellini, al contrario, quando lavorava aveva bisogno della confusione: sceglieva di essere circondato dal massimo della volgarità e della «caciaroneria». [...] Federico Fellini si isolava all'interno del massimo del rumore e del disordine. (Claudia Cardinale)
  • Guardare i loro film, sia quelli di Fellini che quelli di Bava, provoca in me uno stato di sogno. Sebbene siano molto diversi tra loro, mi danno entrambi una condizione onirica molto viva. (Tim Burton)
  • Le notti di Cabiria e La strada di Fellini sono film in piena sintonia con lo spirito del cattolicesimo. Credo che oggi guardando un film considerato una volta scandaloso come La dolce vita, si colga in esso il grande grido di sete metafisica, pure nel tragico suicidio dell’intellettuale disperato amico del protagonista. (Krzysztof Zanussi)
  • Se Fellini mi dicesse: «Albe', ho una parte per te nel mio prossimo film...» Eh, allora come faccio a dire di no? Con Federico ho fatto «Lo sceicco bianco», «I vitelloni», e se so' quello che sono, oggi, lo devo anche a lui, no? (Alberto Sordi)
  • Tre sono i pensieri che guidano il mio lavoro. Il primo è di Vinicius De Moraes e recita: "La vita, amico, è l'arte dell'incontro". Il secondo è di Federico Fellini: "È la curiosità che mi fa svegliare la mattina". Il terzo è del sottoscritto: "Nelle pieghe del banale si nasconde l'animale". (Vincenzo Mollica)

Bibliografia

  • Portala al cinema (The Moviegoer's Companion, Think Publishing, Londra, 2004), a cura di Rhiannon Guy, traduzione di Luigi Giacone, Einaudi, Torino, 2006. ISBN 8806183044

Film

Note

  1. Roberto D'Agostino, Chi è, chi non è, chi si crede di essere, Arnoldo Mondadori, 1988.
  2. Roberto D'Agostino, Chi è, chi non è, chi si crede di essere, Arnoldo Mondadori, 1988 ISBN 8804313757

Voci correlate

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