Utente:Verità: differenze tra le versioni

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<div style="text-align:center; font-size:11pt">'''Ho sempre constatato che per riuscire nel mondo bisogna aver l'aria folle ed essere saggi.</div>





Versione delle 15:28, 22 set 2009


Collabora a Wikiquote L'amore è tra me e quel fondo abissale che c'è dentro di me, a cui io posso accedere grazie a te. L'amore è molto solipsistico; e tu, con cui faccio l'amore, sei quel Virgilio che mi consente di andare nel mio Inferno, da cui poi emergo grazie alla tua presenza (perché non è mica detto che chi va all'Inferno poi riesca a uscire di nuovo). Grazie alla tua presenza io emergo: per questo non si fa l'amore con chiunque, ma con colui/lei di cui ci si fida; e di che cos'è che ci si fida? Della possibilità che dopo l'affondo nel mio abisso mi riporti fuori.


Collabora a Wikiquote No. La vita non mi ha disilluso. Di anno in anno la trovo invece più ricca, più desiderabile e più misteriosa – da quel giorno in cui venne a me il grande liberatore, quel pensiero cioè che la vita potrebbe essere un esperimento di chi è volto alla conoscenza – e non un dovere, non una fatalità, non una frode. E la conoscenza stessa: può anche essere per altri qualcosa di diverso, per esempio un giaciglio di riposo o la via ad un giaciglio di riposo; oppure uno svago o un ozio; ma per me essa è un mondo di pericoli e di vittorie, in cui anche i sentimenti eroici hanno le loro arene per la danza e per la lotta. "La vita come mezzo della conoscenza" – con questo principio nel cuore si può non soltanto valorosamente, ma perfino gioiosamente vivere e gioiosamente ridere.


Venezia è come mangiare un'intera scatola di cioccolata al liquore... in una sola volta.


Se dovessi cercare una parola che sostituisce "musica" potrei pensare soltanto a Venezia. Senza musica la vita sarebbe un errore.


Si è sempre dato per scontato che Venezia è la città ideale per una luna di miele, ma è un grave errore. Vivere a Venezia, o semplicemente visitarla, significa innamorarsene e nel cuore non resta più posto per altro.


L'arte veneziana è una ghirlanda di fiori olezzanti; è una collana di pietre preziose. È una cosa lasciva e imponente. È una fata col sole per nimbo, che attrae, che ammalia ma che, a lungo fa venir le traveggole.



Ho sempre constatato che per riuscire nel mondo bisogna aver l'aria folle ed essere saggi.


La perfezione tende ad essere noiosa. Poveri imperfetti.


O si pensa. O si crede.


La fede, consiste nell'avere, nei confronti di Dio, quei sentimenti tolti i quali viene tolta l'obbedienza a Dio e che sono posti necessariamente quando è posta tale obbedienza.


Questo è il bello della discussione: se argomenti in modo giusto, non hai mai torto.



Faranno fatica a comprendere... Coloro che hanno preso l'autorità per la verità, piuttosto che la verità per autorità.


Esistono soltanto due tipi di persone a questo mondo: coloro che amano il potere e coloro che amano la verità.


Facciamo più quello che è giusto, invece di quello che ci conviene. Educhiamo i figli ad essere onesti, non furbi.


C'è un ebreo ad Amsterdam che è stato espulso dagli altri ebrei, poiché non riconosce alcun altro maestro a parte la Luce.



É a causa del sentimento della meraviglia che gli uomini ora, come al principio, cominciano a filosofare.


...quell'onore che mi chiede di avere rispetto di me stesso, che mi impedisce di inchinarmi alla forza e alla paura, di scendere a patti con ciò che disprezzo.




Spinoza è in Vetrina! Ethica è in Vetrina!


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Paziente: E crede che io sia infelice?
House: Se sei infelice sull'aereo, buttati giù.
Paziente: Vorrei farlo ma... non posso...
House: Mmm... è questo il problema con le metafore: devono essere interpretate. 'Buttarsi dall'aereo' è stupido!
Paziente: E se non fossi sull'aereo... ma in un posto in cui non voglio trovarmi?
House: Questo è l'altro problema con le metafore. Sì, se tu fossi sul furgoncino dei gelati e fuori ci fossero caramelli fiori e vergini... Sei su un aereo! Tutti siamo su un aereo. La vita è pericolosa e complicata e... si cade dall'alto.
Paziente: Quindi ha paura dei cambiamenti?
House: Tu hai paura dei cambiamenti. Preferisci immaginare di poter scappare invece di provarci; perchè se ti va male non avrai più niente. Rinunci alla possibilità di fare qualcosa di vero, così puoi aggrapparti alla speranza. Ma vedi, la speranza è roba da femminucce.
Paziente: Quando uscirò di qui io non avrò più paura. A quanti viene offerta una seconda occasione?
House: A troppi. Metà della gente che salvo non merita una seconda occasione.


Sceriffo di El Paso: Sempre per i maledetti soldi. Per i soldi, e la droga. Va al di là di ogni immaginazione, cazzo. Che senso ha? Dove andremo a finire? Se vent'anni fa mi avessi detto che un giorno nelle nostre cittadine del Texas ci sarebbero stati ragazzini coi capelli verdi e un osso infilato nel naso non ti avrei creduto.
Sceriffo Bell: Cose dell'altro mondo, penso che quando non si dice più «grazie» e «per favore» la fine è vicina.


Era una di quelle giornate in qui tra un minuto nevica. E c'è elettricità nell'aria. Puoi quasi sentirla... mi segui? E questa busta era lì; danzava, con me. Come una bambina che mi supplicasse di giocare. Per quindici minuti. È stato il giorno in cui ho capito che c'era tutta un'intera vita, dietro a ogni cosa. E un'incredibile forza benevola che voleva sapessi che non c'era motivo di avere paura. Mai. Vederla sul video è povera cosa, lo so; ma mi aiuta a ricordare. Ho bisogno di ricordare. A volte c'è così tanta bellezza nel mondo, che non riesco ad accettarla... Il mio cuore sta per franare.


Chris misurava se stesso e coloro che lo circondavano secondo un rigido codice morale. Rischiava di incamminarsi su un sentiero carico di solitudine, ma trovava compagnia nei personaggi dei libri che amava, negli scrittori come Tolstoy, Jack London, e Thoreau. Per ogni circostanza sapeva trovare la citazione adeguata e non perdeva occasione per farlo.


Socrate diceva non so niente, proprio perché se non so niente problematizzo tutto. La filosofia nasce dalla problematizzazione dell'ovvio: non accettiamo quello che c'è, perché se accettiamo quello che c'è, ce lo ricorda ancora Platone, diventeremo gregge, pecore. Ecco: non accettiamo quello che c'è. La filosofia nasce come istanza critica, non accettazione dell'ovvio, non rassegnazione a quello che oggi va di moda chiamare sano realismo. Mi rendo conto che realisticamente uno che si iscrive a filosofia compie un gesto folle, però forse se non ci sono questi folli il mondo resta così com'è... così com'è. Allora la filosofia svolge un ruolo decisamente importante, non perché sia competente di qualcosa, ma semplicemente perché non accetta qualcosa. E questa non accettazione di ciò che c'è non la esprime attraverso revolverate o rivoluzioni, l'esprime attraverso un tentativo di trovare le contraddizioni del presente e dell'esistente, e argomentare possibilità di soluzioni: in pratica, pensare. E il giorno in cui noi abdichiamo al pensiero abbiamo abdicato a tutto.


Un filosofo è un uomo che costantemente vive, vede, sente, intuisce, spera, sogna cose straordinarie; che viene colpito dai suoi propri pensieri come se venissero dall'esterno, da sopra e da sotto, come dalla sua specie di avvenimenti e di fulmini; che forse è lui stesso un temporale gravido di nuovi fulmini; un uomo fatale, intorno al quale sempre rimbomba e rumoreggia e si spalancano abissi e aleggia un'aria sinistra. Un filosofo: ahimè, un essere che spesso fugge da se stesso, ha paura di se stesso - ma che è troppo curioso per non "tornare a s estesso" ogni volta. Ma i veri filosofi sono coloro che comandano e legiferano: essi affermano "così deve essere!", essi determinano in primo luogo il "dove" e l'"a che scopo" degli uomini e così facendo dispongono del lavoro preparatorio di tutti gli operai della filosofia, di tutti i soggiogatori del passato - essi protendono verso l'avvenire la loro mano creatrice e tutto quanto è ed è stato diventa per essi mezzo, strumento, martello. Il loro "conoscere" è creare, il loro creare è una legislazione, la loro volontà di verità è volontà di potenza. - Esistono oggi tali filosofi? Sono già esistiti tali filosofi? Non devono forse esistere tali filosofi?


Il filosofo è una persona che vive a stretto contatto con la sua follia. Non ha paura della sua follia; non ha paura di nulla. Gioca un po' con la sua follia... e al tempo stesso non vuole assolutamente diventare folle. Quindi si arma di una serie di buoni ragionamenti per tenere a bada la sua follia.


L'amore può e deve fare da tramite ai fini della perfezione. Che resta sempre Dio.


Ma tutte le cose eccellenti sono tanto difficili, quanto rare.