Mario Canciani: differenze tra le versioni

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* Signore, le mille voci della Creazione cantano a Te in cielo, sulla terra e nelle acque.<br>Tu sei il Buon Pastore che conduce ogni vita verso i prati verdeggianti dei cieli; il Padre buono che pensa agli uccelli che non seminano né mietono; che dà il Suo Spirito a tutto ciò che vive e non soltanto all'uomo.<br>Benedici i nostri fratelli più piccoli che ci hai donato come compagni di vita e quelli che in libertà vivono nei deserti, nei mari, nelle foreste.<br>Aiuta noi, che siamo solo una parte del creato, a passare dalla visione antropocentrica del rapporto uomo-natura a quella biocentrica, che considera l'uomo quale componente della biosfera. Aiutaci, perciò, alla contemplazione della Tua Armonia divina, a essere buoni verso tutti gli animali e a bandire ogni crudeltà nei loro confronti. Fa' che possiamo guardarli e onorarli come se al presente uscissero dalle Tue mani.<br>Verrà il giorno in cui, attorniati dall'eco delle innumerevoli voci delle Tue creature, ritroveremo nei cieli e terra nuovi nel Mistero di Cristo, assieme a tutto ciò che abbiamo amato in vita: il sibilo del vento, il canto melodioso tra folti rami, la pastura calma dei cavalli, la generosità dei Terranova, il candore degli agnelli esultanti sulle colline.<br>Canteremo allora per sempre la Tua inenarrabile Gloria, Signore che non ami la morte, ma la vita. Amen (pp. 133-134)
* Signore, le mille voci della Creazione cantano a Te in cielo, sulla terra e nelle acque.<br>Tu sei il Buon Pastore che conduce ogni vita verso i prati verdeggianti dei cieli; il Padre buono che pensa agli uccelli che non seminano né mietono; che dà il Suo Spirito a tutto ciò che vive e non soltanto all'uomo.<br>Benedici i nostri fratelli più piccoli che ci hai donato come compagni di vita e quelli che in libertà vivono nei deserti, nei mari, nelle foreste.<br>Aiuta noi, che siamo solo una parte del creato, a passare dalla visione antropocentrica del rapporto uomo-natura a quella biocentrica, che considera l'uomo quale componente della biosfera. Aiutaci, perciò, alla contemplazione della Tua Armonia divina, a essere buoni verso tutti gli animali e a bandire ogni crudeltà nei loro confronti. Fa' che possiamo guardarli e onorarli come se al presente uscissero dalle Tue mani.<br>Verrà il giorno in cui, attorniati dall'eco delle innumerevoli voci delle Tue creature, ritroveremo nei cieli e terra nuovi nel Mistero di Cristo, assieme a tutto ciò che abbiamo amato in vita: il sibilo del vento, il canto melodioso tra folti rami, la pastura calma dei cavalli, la generosità dei Terranova, il candore degli agnelli esultanti sulle colline.<br>Canteremo allora per sempre la Tua inenarrabile Gloria, Signore che non ami la morte, ma la vita. Amen (pp. 133-134)
*Nell'amore per gli [[animali]] ho illustri predecessori. [[San Filippo Neri]] è stato per nove anni parroco della mia chiesa. Aveva un cane di nome «Capriccio». Giocava con lui, come si legge negli atti del Processo di canonizzazione, per riaversi dalle emozioni che provava durante la celebrazione della messa. Quando si trasferì alla Chiesa Nuova, portava sotto la mantella, per ripararla dal freddo, la sua gattina.<br>Come racconta padre Bruckberger, [[Giovanni Paolo II|l'arcivescovo di Cracovia]], non ancora papa, rischiò di perdere l'aereo che l'avrebbe portato a Roma per il conclave, perché s'era messo a cercare il gatto che un'anziana signora aveva smarrito. Giovanni Paolo II ama gli animali. Dicono che abbia fatto venire a Roma il gatto ch'egli aveva a Cracovia. (p.172)
*Nell'amore per gli [[animali]] ho illustri predecessori. [[San Filippo Neri]] è stato per nove anni parroco della mia chiesa. Aveva un cane di nome «Capriccio». Giocava con lui, come si legge negli atti del Processo di canonizzazione, per riaversi dalle emozioni che provava durante la celebrazione della messa. Quando si trasferì alla Chiesa Nuova, portava sotto la mantella, per ripararla dal freddo, la sua gattina.<br>Come racconta padre Bruckberger, [[Giovanni Paolo II|l'arcivescovo di Cracovia]], non ancora papa, rischiò di perdere l'aereo che l'avrebbe portato a Roma per il conclave, perché s'era messo a cercare il gatto che un'anziana signora aveva smarrito. Giovanni Paolo II ama gli animali. Dicono che abbia fatto venire a Roma il gatto ch'egli aveva a Cracovia. (p.172)
*Capisco il dolore di chi vede morire una bestiola che ha cara. Anche a me morì un giorno una gattina. Si chiamava Carolina. Sono sicuro che c'è un posto anche per lei nel mistero di Cristo in paradiso. (p. 173)


{{NDR|Mario Canciani, ''Vita da prete'', Mondadori, Milano 1991}}
{{NDR|Mario Canciani, ''Vita da prete'', Mondadori, Milano 1991}}

Versione delle 18:12, 12 gen 2010

Mario Canciani (1928 – 2007), presbitero italiano.

Vita da prete

  • Una volta mostrarono a Lombroso una foto di detenuti e gli chiesero chi fosse quello che mostrava più nettamente i caratteri del criminale. Lombroso mise il dito su una testa che stava al centro della foto, dietro agli altri. Era il cappellano. Lombroso si giustificò poi affermando che non tutti realizzano le proprie inclinazioni... «Astra inclinant, non necessitant.» (p. 38)
  • San Francesco chiamava gli animali «i nostri fratelli più piccoli». Per loro aveva le attenzioni più delicate. Voleva scrivere a Federico II perché con un editto stabilisse che a Natale le strade fossero cosparse di granaglie e di grano per gli uccelli: anch'essi dovevano gioire per la nascita del Redentore. Perché non fossero calpestati, scansava dai sentieri i vermi. A Sant'Angelo in Pantanelli, presso Orvieto, viene mostrato tuttora uno scoglio sul Tevere, dal quale avrebbe gettato nel fiume dei pesci che gli erano stati regalati, dicendo: «Fatevi furbi...». (p. 132)
  • Signore, le mille voci della Creazione cantano a Te in cielo, sulla terra e nelle acque.
    Tu sei il Buon Pastore che conduce ogni vita verso i prati verdeggianti dei cieli; il Padre buono che pensa agli uccelli che non seminano né mietono; che dà il Suo Spirito a tutto ciò che vive e non soltanto all'uomo.
    Benedici i nostri fratelli più piccoli che ci hai donato come compagni di vita e quelli che in libertà vivono nei deserti, nei mari, nelle foreste.
    Aiuta noi, che siamo solo una parte del creato, a passare dalla visione antropocentrica del rapporto uomo-natura a quella biocentrica, che considera l'uomo quale componente della biosfera. Aiutaci, perciò, alla contemplazione della Tua Armonia divina, a essere buoni verso tutti gli animali e a bandire ogni crudeltà nei loro confronti. Fa' che possiamo guardarli e onorarli come se al presente uscissero dalle Tue mani.
    Verrà il giorno in cui, attorniati dall'eco delle innumerevoli voci delle Tue creature, ritroveremo nei cieli e terra nuovi nel Mistero di Cristo, assieme a tutto ciò che abbiamo amato in vita: il sibilo del vento, il canto melodioso tra folti rami, la pastura calma dei cavalli, la generosità dei Terranova, il candore degli agnelli esultanti sulle colline.
    Canteremo allora per sempre la Tua inenarrabile Gloria, Signore che non ami la morte, ma la vita. Amen (pp. 133-134)
  • Nell'amore per gli animali ho illustri predecessori. San Filippo Neri è stato per nove anni parroco della mia chiesa. Aveva un cane di nome «Capriccio». Giocava con lui, come si legge negli atti del Processo di canonizzazione, per riaversi dalle emozioni che provava durante la celebrazione della messa. Quando si trasferì alla Chiesa Nuova, portava sotto la mantella, per ripararla dal freddo, la sua gattina.
    Come racconta padre Bruckberger, l'arcivescovo di Cracovia, non ancora papa, rischiò di perdere l'aereo che l'avrebbe portato a Roma per il conclave, perché s'era messo a cercare il gatto che un'anziana signora aveva smarrito. Giovanni Paolo II ama gli animali. Dicono che abbia fatto venire a Roma il gatto ch'egli aveva a Cracovia. (p.172)
  • Capisco il dolore di chi vede morire una bestiola che ha cara. Anche a me morì un giorno una gattina. Si chiamava Carolina. Sono sicuro che c'è un posto anche per lei nel mistero di Cristo in paradiso. (p. 173)

[Mario Canciani, Vita da prete, Mondadori, Milano 1991]

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