Alfred de Musset: differenze tra le versioni

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:''Tu t'es cru ma maîtresse, tu n'étais que ma mére''. (citato in [[Nino Salvaneschi]], ''Il tormento di Chopin'', dall'Oglio Editore, 1943)
:''Tu t'es cru ma maîtresse, tu n'étais que ma mére''. (citato in [[Nino Salvaneschi]], ''Il tormento di Chopin'', dall'Oglio Editore, 1943)


lui scrisse anche la poesia marzo


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Versione delle 12:30, 11 mar 2010

Alfred de Musset

Alfred Louis Charles de Musset (1810 – 1857), scrittore francese.

Citazioni di Alfred de Musset

  • I più disperati sono i canti più belli | e ne so d'immortali che sono puri singhiozzi. (da La notte di maggio, in Poesie nuove)
I più disperati sono i canti più belli. Ne conosco di immortali che sono dei veri singhiozzi.
  • "Mi manca il riposo, la dolce spensieratezza che fa della vita uno specchio dove tutti gli oggetti si dipingono un istante e sul quale tutto scivola." (anche nel film Les amants réguliers)
  • Niente ci rende così grandi, quanto un grande dolore.
Rien ne nous rend si grands qu'une grande douleur. (da La Nuit de mai)
Tu t'es cru ma maîtresse, tu n'étais que ma mére. (citato in Nino Salvaneschi, Il tormento di Chopin, dall'Oglio Editore, 1943)


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  • Chiunque abbia amato porta una cicatrice.
  • Con l'amore non si scherza.
  • Con parole si è sconvolta la terra.
  • Da un secolo senza speranze nasce un secolo senza paure.
  • Ho compreso che potevo amare solo quando ho visto che potevo morire.
  • I grandi artisti non hanno patria.
  • I proverbi sono selle buone per tutti i cavalli, non ce n'è uno che non abbia il suo contrario, e qualunque condotta si tenga se ne trova uno per appoggiarvisi.
  • L'uomo è l'apprendista, il dolore il maestro. Nessuno conosce se stesso finché non ha sofferto.
  • La vita è un sonno, l'amore ne è il sogno e avrete vissuto se avete amato.
  • Non posso farci niente: mio malgrado, l'infinito mi tormenta.
  • Sono arrivato troppo tardi in un mondo troppo vecchio.

Incipit de La confessione di un figlio del secolo

Per scrivere la storia della propria vita, bisogna prima aver vissuto; perciò non scrivo la mia.
Colpito, ancor giovane, da un'abbominevole malattia morale, racconterò quello che m'è successo durante tre anni. Se fossi malato io solo, non ne farei parola; ma poiché molti altri soffrono dello stesso male, scrivo per loro, pur non sapendo bene se vi faranno attenzione. Anche se così fosse, dalle mie parole avrò tuttavia tratto il vantaggio di guarir meglio e, come la volpe presa in trappola, d'aver morso la mia zampa prigioniera.

Bibliografia

  • Alfred de Musset, La confessione di un figlio del secolo (La Confession d'un enfant du siècle), traduzione di Raffaello Franchi, Vallecchi editore, Firenze 1971.

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