Milano-Palermo: il ritorno: differenze tra le versioni
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*'''Giudice Conti''': I 500 milioni di euro sottratti al clan Scalia appartengono allo Stato, e lei lo sa.<br>'''Turi Arcangelo Leofonte''': Ah, lo Stato... ma quale Stato? Quello che sta qua dentro {{NDR|in carcere}}, o quello che sta là fuori? |
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*'''Nino Di Venanzio''': Perchè vuoi che sia io a portarti fuori di qui? {{NDR|dal carcere}}<br>'''Turi Arcangelo Leofonte''': Perchè nonostante senta il puzzo del tuo odio, io mi fido di te. |
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*'''Nino Di Venanzio''': Scalia vi credeva morti, era l'occasione giusta per lasciarvi andare.<br>'''Remo Matteotti''': E allora io che so' venuto a fa'? No Nino, con me non funziona così.. io e te, insieme, fino in fondo, questi erano i patti.<br>'''Nino Di Venanzio''': Io non c'ho niente da perdere, Remo. Tu c'hai una famiglia, una moglie, i figli, Libero... Elda e Giorgio hanno un figlio!<br>'''Remo Matteotti''': A Nino, io so' poliziotto, e pure loro so' poliziotti, e questa è la vita che abbiamo scelto de fa'. |
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*'''Remo Matteotti''': Sempre insieme, Nino...<br>'''Nino Di Venanzio''': ...fino in fondo. |
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==Altri progetti== |
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Versione delle 21:49, 18 mag 2010
Milano-Palermo: il ritorno
Titolo originale |
Milano-Palermo: il ritorno |
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Lingua originale | italiano |
Paese | Italia |
Anno | 2007 |
Genere | azione, drammatico |
Regia | Claudio Fragasso |
Soggetto | Rossella Drudi |
Sceneggiatura | Rossella Drudi |
Interpreti e personaggi | |
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Milano-Palermo: il ritorno, film d'azione italiano del 2007 con Giancarlo Giannini, Raoul Bova e Ricky Memphis, regia di Claudio Fragasso.
La paura li ha resi uomini. Il coraggio li ha resi eroi.
Frasi
- Il vecchio Scalia [boss mafioso] è morto, e il figlio Rocco è solo un giovane puparo... non mi fa paura. (Turi Arcangelo Leofonte)
- Il nostro percorso non era segreto? E allora perchè Scalia sapeva tutto? (Nino Di Venanzio)
- Non si può più andare avanti così... (Elda Fiore)
Dialoghi
- Dottoressa Avezzano: [Turi Arcangelo Leofonte] Vuole andare in Sicilia, e chiede che sia lei a comandare la scorta.
Nino Di Venanzio: Io? E perchè dovrei rischiare la vita dei miei uomini?
Giudice Conti: Sei l'unico che può convincerlo a restituire quel denaro [rubato da Leofonte al clan Scalia].
- Nino Di Venanzio: È chiaro, [Turi Arcangelo Leofonte] vuole andare in Sicilia per vendicarsi.
Dottoressa Avezzano: È probabile.
Nino Di Venanzio: E voi volete assecondarlo...
Dottoressa Avezzano: Di Venanzio, lo Stato deve riavere indietro i suoi soldi!
Nino Di Venanzio: Così moriranno altri innocenti.
Giudice Conti: Moriranno comunque, se tutto quel denaro resterà nelle mani di Leofonte.
- Giudice Conti: I 500 milioni di euro sottratti al clan Scalia appartengono allo Stato, e lei lo sa.
Turi Arcangelo Leofonte: Ah, lo Stato... ma quale Stato? Quello che sta qua dentro [in carcere], o quello che sta là fuori?
- Nino Di Venanzio: Perchè vuoi che sia io a portarti fuori di qui? [dal carcere]
Turi Arcangelo Leofonte: Perchè nonostante senta il puzzo del tuo odio, io mi fido di te.
- Remo Matteotti: Quelle so' bestie, Libero.
Libero Proietti: Noi possiamo esse' più bestie de loro se c'è bisogno.
- Nino Di Venanzio: Non so più di chi fidarmi. Siamo soli.
Remo Matteotti: Come sempre.
- Turi Arcangelo Leofonte: Io ti conosco.
Remo Matteotti: Pure io. Questa è la seconda scampagnata che se famo.
- Remo Matteotti [rivolto a Nino Di Venanzio]: Ma davvero te credevi che te lasciavo da solo?
- Nino Di Venanzio: Scalia vi credeva morti, era l'occasione giusta per lasciarvi andare.
Remo Matteotti: E allora io che so' venuto a fa'? No Nino, con me non funziona così.. io e te, insieme, fino in fondo, questi erano i patti.
Nino Di Venanzio: Io non c'ho niente da perdere, Remo. Tu c'hai una famiglia, una moglie, i figli, Libero... Elda e Giorgio hanno un figlio!
Remo Matteotti: A Nino, io so' poliziotto, e pure loro so' poliziotti, e questa è la vita che abbiamo scelto de fa'.
- Remo Matteotti: Sempre insieme, Nino...
Nino Di Venanzio: ...fino in fondo.
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