Edmond Rostand: differenze tra le versioni

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*Un [[bacio]], insomma, che cos'è mai un bacio? Un apostrofo rosa fra le parole "t'amo". (da ''Cyrano de Bergerac'')
*Un [[bacio]], insomma, che cos'è mai un bacio? Un apostrofo rosa fra le parole "t'amo". (da ''Cyrano de Bergerac'')
*Il mio [[pessimismo]] è tale che sospetto perfino la sincerità dei pessimisti.
*Il mio [[pessimismo]] è tale che sospetto perfino la sincerità dei pessimisti. {{c|Fonte?}}
*Io parto per strappare una stella al cielo e poi, per paura del ridicolo, mi chino a raccogliere un fiore. (da ''Cyrano de Bergerac'')
*Io parto per strappare una stella al cielo e poi, per paura del ridicolo, mi chino a raccogliere un fiore. (da ''Cyrano de Bergerac'')
*Più tu mi prendi il [[cuore]], più lui mi cresce in petto. (da ''Cyrano de Bergerac'')
*Più tu mi prendi il [[cuore]], più lui mi cresce in petto. (da ''Cyrano de Bergerac'')
*Il [[matrimonio]] semplifica la vita, ma complica la giornata.
*Il [[matrimonio]] semplifica la vita, ma complica la giornata. {{c|Fonte?}}
*Che si tratti dell'origine della specie o della vita stessa, prevale sempre l'impressione che le forze che hanno costruito la natura siano ora scomparse da essa. (da ''Le Figaro Littéraire'')
*Che si tratti dell'origine della specie o della vita stessa, prevale sempre l'impressione che le forze che hanno costruito la natura siano ora scomparse da essa. (da ''Le Figaro Littéraire'')
*È all'anima di [[Savinien Cyrano de Bergerac|Cyrano]] che avrei voluto dedicare questo poema, ma poiché essa è passata in voi, Coquelin, è a voi che lo dedico. (dedica a Coquelin, primo interprete del ruolo di Cyrano)
*È all'anima di [[Savinien Cyrano de Bergerac|Cyrano]] che avrei voluto dedicare questo poema, ma poiché essa è passata in voi, Coquelin, è a voi che lo dedico. (dedica a Coquelin, primo interprete del ruolo di Cyrano) {{c|Fonte?}}


==''L'Aiglon''==
==''L'Aiglon''==
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*Edmond Rostand, ''L'Aiglon'', Dramma in sei atti in versi, traduzione di Mario Giobbe, Casa Editrice Bietti, [[Milano]] 1945.
*Edmond Rostand, ''L'Aiglon'', Dramma in sei atti in versi, traduzione di Mario Giobbe, Casa Editrice Bietti, [[Milano]] 1945.
*Edmond Rostand, ''L'Aiglon'', Dramma in sei atti in versi, traduzione di Mario Giobbe, Luigi Pierro Editore, [[Napoli]] 1917.
*Edmond Rostand, ''L'Aiglon'', Dramma in sei atti in versi, traduzione di Mario Giobbe, Luigi Pierro Editore, [[Napoli]] 1917.

==Opere==
*''[[Cyrano de Bergerac (teatro)]]'' (1897)

==Voci correlate==
*''[[Cyrano de Bergerac (film)]]'' (1990)
*[[Savinien Cyrano de Bergerac]]


==Altri progetti==
==Altri progetti==
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[[Categoria:Poeti francesi|Rostand]]
[[Categoria:Poeti francesi|Rostand]]

Versione delle 01:33, 14 lug 2010

Per approfondire, vedi: Cyrano de Bergerac (teatro).

Edmond Eugène Alexis Rostand (1868 – 1918), poeta e drammaturgo francese.

  • Un bacio, insomma, che cos'è mai un bacio? Un apostrofo rosa fra le parole "t'amo". (da Cyrano de Bergerac)
  • Il mio pessimismo è tale che sospetto perfino la sincerità dei pessimisti.  Fonte? Fonte?
  • Io parto per strappare una stella al cielo e poi, per paura del ridicolo, mi chino a raccogliere un fiore. (da Cyrano de Bergerac)
  • Più tu mi prendi il cuore, più lui mi cresce in petto. (da Cyrano de Bergerac)
  • Il matrimonio semplifica la vita, ma complica la giornata.  Fonte? Fonte?
  • Che si tratti dell'origine della specie o della vita stessa, prevale sempre l'impressione che le forze che hanno costruito la natura siano ora scomparse da essa. (da Le Figaro Littéraire)
  • È all'anima di Cyrano che avrei voluto dedicare questo poema, ma poiché essa è passata in voi, Coquelin, è a voi che lo dedico. (dedica a Coquelin, primo interprete del ruolo di Cyrano)  Fonte? Fonte?

L'Aiglon

Incipit

a Benedetto Croce

ATTO PRIMO
LE ALI CHE SPUNTANO

A Baden, presso Vienna, nel 1830.
Il salotto della villa occupata da Maria Luisa. Vasta camera. In mezzo alla camera s'innalza
la mongolfiera di cristallo, stile Impero. Mobili chiari, muri a fresco, d'un verde pompeiano: il fregio del soffitto ha un motivo di sfingi. [...]
Un lacchè introduce dal verone una fanciulla dall'aria modesta, accompagnata da un ufficiale di cavalleria austriaca, un maraviglioso ussero blu e argento.
I due nuovi arrivati, vedendo che nessuno li nota, restano un attimo in piedi in un angolo del salotto. – Ed ecco, dalla porta di destra, entra il conte di Bombelles, attatto dalla musica. Si dirige verso il pianoforte, battendo il tempo. Ma, scoprendo la fanciulla, si ferma, sorride, e va premurosamente verso di lei
.
SCENA I.
TERESA, TIBURZIO, BOMBELLES, MARIA LUISA, LE DAME D'ONORE.
LE DAME, al cembalo, parlando tutte a un tempo,
e ridendo come folli
:Mancan tutti i bemolli! – Ma ciò è madornale!
– Io prendo il basso! – Un, due! – Arpa! – La... La... – Pedale.
BOMBELLES, a Teresa: Siete voi?
TERESA: Sì, buongiorno Bombelles.
UNA DAMA, al cembalo: Sol... Sol... Mi.
TERESA: Entro come lettrice oggi.
UN'ALTRA DAMA, al cembalo: Il bemolle qui!
TERESA: E mercé vostra; grazie, Bombelles.
BOMBELLES: Grazie di niente,
non siete francese un poco mia parente?
TERESA, presntandogli l'ufficiale: Tiburzio, mio fratello.
BOMBELLES, tendendo la mano al giovine
e mostrando una poltrona a Teresa
: Sedete un poco.
TERESA: Ahimè,
sono molto commossa!

Citazioni

  • IL DUCA: Pare.
    (Si ode la musica lontana di una danza)
    Un valzere, ascoltate!... Ed è quasi volgare.
    Ma per via si nobilita... Quasi che, attraversando
    la selva cara al vecchio musico venerando,
    abbia intorno ad un elce o presso un ciclamino
    incontrato lo spirito di Beethoven divino! (Atto I, Scena XIII, p. 78)
  • L'ARCIDUCHESSA, a Dietrichstein: Il duca non ha la sua piena libertà?
    DIETRICHSTEIN: Il principe non è prigioniero, ma...
    IL DUCA: Immenso
    quel ma! Capite bene di quel ma tutto il senso?
    Non sono prigioniero, vivaddio, ma... Si sa:
    Ma... Non son prigioniero, ma... È il termine. È la
    formola. Prigioniero? Chi lo dice?... Oh, per niente!
    Ma... v'è sempre alle mie costole dela gente!
    Prigioniero!... Credetemi ! no, né meno per chiasso!
    Ma... se voglio arrischiare in fondo al parco un passo
    tosto un occhio fiorisce sotto ciascuna foglia.
    Io non son certo, no, prigionier, ma... si voglia
    discorrere a quattr'occhi con me, spunta sul legno
    dell'uscio il fungo dell'orecchio! – Io metto pegno
    che non son prigioniero, ma... se il caval mi porta,
    ho l'onor dolce d'una invisibile scorta.
    Io prigioniero?... eh, via si dice per ischerzo!
    ma... leggo il mio corriere per secondo e per terzo.
    Prigionier, niente affatto! ma... ogni notte v'è
    qualcuno alla mia porta. –
    (Mostrando un pezzo d'uomo grigio che è venuto a riprendere il vassoio e attraversa il salone per portarlo via)
    Io, il duca di Reichstadt, prigioniero?... alto là!
    Un prigioniero!... Io sono un non prigionier-ma. (Atto II, Scena II, p. 94-95)
  • IL DUCA: Sì, mia Parigi che aspetti!
    Io vedo già nell'acqua della Senna fedele,
    vedo il Louvre sommergere i tetti!
    E voi che al padre mio presentavate l'armi
    tra la neve e il Simun,
    veterani, del vostro pianto sento bagnarmi!... (Ed. 1917 – Atto V, Scena II, p. 306)

[Edmond Rostand, L'Aiglon, Dramma in sei atti in versi, traduzione di Mario Giobbe, Casa Editrice Bietti, Milano 1945.]

Bibliografia

  • Edmond Rostand, L'Aiglon, Dramma in sei atti in versi, traduzione di Mario Giobbe, Casa Editrice Bietti, Milano 1945.
  • Edmond Rostand, L'Aiglon, Dramma in sei atti in versi, traduzione di Mario Giobbe, Luigi Pierro Editore, Napoli 1917.

Opere

Voci correlate

Altri progetti