Alberto Moravia: differenze tra le versioni

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*Sulle sabbie del [[deserto]] come sulle acque degli oceani non è possibile soggiornare, mettere radici, abitare, vivere stabilmente. Nel deserto come nell'oceano bisogna continuamente muoversi, e così lasciare che il vento, il vero padrone di queste immensità, cancelli ogni traccia del nostro passaggio, renda di nuovo le distese d'acqua o di sabbia, vergini e inviolate. (da ''Lettere dal Sahara'', Bompiani)
*Sulle sabbie del [[deserto]] come sulle acque degli oceani non è possibile soggiornare, mettere radici, abitare, vivere stabilmente. Nel deserto come nell'oceano bisogna continuamente muoversi, e così lasciare che il vento, il vero padrone di queste immensità, cancelli ogni traccia del nostro passaggio, renda di nuovo le distese d'acqua o di sabbia, vergini e inviolate. (da ''Lettere dal Sahara'', Bompiani)
*Un male incerto provoca [[inquietudine]], perché, in fondo, si spera fino all'ultimo che non sia vero; ma un male sicuro, invece, infonde per qualche tempo una squallida tranquillità. (da ''Il disprezzo'', Bompiani, 1963, p. 77)
*Un male incerto provoca [[inquietudine]], perché, in fondo, si spera fino all'ultimo che non sia vero; ma un male sicuro, invece, infonde per qualche tempo una squallida tranquillità. (da ''Il disprezzo'', Bompiani, 1963, p. 77)
*La disoccupazione è una cosa per il disoccupato e un altra per l'occupato. Per il disoccupato è come una malattia da cui deve guarire al più presto, se no muore; per l'occupato è una malattia che gira e lui deve stare attento a non prenderla se non vuole ammalarsi anche lui. ( citato in Nuovi racconti romani, 1959)

==''I racconti''==
==''I racconti''==
*[[Anima]] è quello che appartiene a tutti e a nessuno. Anima è amore. Anima è idea. Anima è libertà. Anima è Dio. (''La solitudine'')
*[[Anima]] è quello che appartiene a tutti e a nessuno. Anima è amore. Anima è idea. Anima è libertà. Anima è Dio. (''La solitudine'')

Versione delle 02:55, 5 set 2010

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Alberto Moravia

Alberto Moravia, pseudonimo di Alberto Pincherle (1907 – 1990), scrittore italiano.

Citazioni di Alberto Moravia

  • Gli uomini veramente di profondo senso religioso non si scandalizzano mai. Insomma, non credo che Cristo si scandalizzasse mai... [...] Anzi non si è mai scandalizzato. Si scandalizzavano i farisei. (dal film-documentario Comizi d'amore, 1964, di Pier Paolo Pasolini; citato in Pier Paolo Pasolini, Per il cinema, a cura di Walter Siti e Franco Zabagli, Mondadori)
  • Guardando la mano di Cora che si abbarbica sul vetro nero della bottiglia con le dita lunghe e bianche, e al fiotto schiumoso che a scosse ripetute e successive, erompe nei bicchieri; non posso fare a meno, dico, di pensare che a quello stesso modo, nella casa di Cora, al momento dell'orgasmo, erompe, dopo una lunga preparazione, il seme maschile. (da L'attenzione, Bompiani, p. 84)
  • L'invidia è come una palla di gomma che più la spingi sotto e più ti torna a galla e non c'è verso di ricacciarla nel fondo. (da Nuovi racconti romani, Bompiani)
  • L'uomo vuole sempre sperare. Anche quando è convinto di essere disperato. (da Il disprezzo)
  • La storia dell'umanità non è che un lungo sbadiglio di noia. (da La Romana)
  • Le donne sono come i camaleonti, che dove si posano prendono il colore. (da La fortuna di Irene, in Nuovi racconti romani)
  • Le esperienze che contano sono spesso quelle che non avremmo mai voluto fare, non quelle che decidiamo noi di fare. (da Breve autobiografia letteraria, in Opere 1927-1947, a cura di G. Pampaloni, Bompiani, Milano 1986)
  • Niente ha successo come il successo. (da Breve autobiografia letteraria)
  • Non tutti i delitti hanno riflessi sociali. [...] Ma ci sono delitti, invece, in cui tutto è sociale, dall'arma usata all'ambiente fisico, dai caratteri dei protagonisti al loro modo di vita, tutto, perfino il dolore, perfino il peccato, perfino la riparazione, perfino il pentimento. (da L'Europeo, n. 2, 1952, pag 7)
  • Quando non si è sinceri bisogna fingere, a forza di fingere si finisce per credere; questo è il principio di ogni fede. (da Gli indifferenti, Bompiani)
  • Questo è certamente uno dei peggiori effetti della guerra: di rendere insensibili, di indurire il cuore, di ammazzare la pietà. (da La ciociara)
  • Ricordo un mio viaggio in Israele. A Gerusalemme mi ha fatto da guida il sindaco Teddy Kollek. Mentre percorrevo la Via Crucis, a un certo punto mi ha detto: "Qui Lui è caduto sotto la Croce!". Non nascondo che mi è venuto un nodo alla gola. Non riesco ad avere l'idea di un Dio Padre astratto; per me Dio è Gesù. Nessuno ha parlato come Lui: beati quelli che non contano, i poveri, gli infelici... (citato in Mario Canciani, Vita da prete, Mondadori 1991, p. 88)
  • Roma ha l'osteria, luogo popolaresco, un po' buio, bonario, con tavole di marmo, boccali di vino, belle insegne rossastre con le scritte: «Vino dei Castelli a tanto il litro». (da Viaggio in Inghilterra, p. 21)
  • Se fossi religioso, direi che è venuta l'apocalisse, quando appunto si vedranno i cavalli pascolare il grano. Siccome non sono religioso, mi limito a dire che sono venuti i nazisti, il che, forse, è la stessa cosa. (da La ciociara, Bompiani)
  • Sulle sabbie del deserto come sulle acque degli oceani non è possibile soggiornare, mettere radici, abitare, vivere stabilmente. Nel deserto come nell'oceano bisogna continuamente muoversi, e così lasciare che il vento, il vero padrone di queste immensità, cancelli ogni traccia del nostro passaggio, renda di nuovo le distese d'acqua o di sabbia, vergini e inviolate. (da Lettere dal Sahara, Bompiani)
  • Un male incerto provoca inquietudine, perché, in fondo, si spera fino all'ultimo che non sia vero; ma un male sicuro, invece, infonde per qualche tempo una squallida tranquillità. (da Il disprezzo, Bompiani, 1963, p. 77)
  • La disoccupazione è una cosa per il disoccupato e un altra per l'occupato. Per il disoccupato è come una malattia da cui deve guarire al più presto, se no muore; per l'occupato è una malattia che gira e lui deve stare attento a non prenderla se non vuole ammalarsi anche lui. ( citato in Nuovi racconti romani, 1959)

I racconti

  • Anima è quello che appartiene a tutti e a nessuno. Anima è amore. Anima è idea. Anima è libertà. Anima è Dio. (La solitudine)
  • C'è nei sogni, specialmente in quelli generosi, una qualità impulsiva e compromettente che spesso travolge anche coloro che vorrebbero mantenerli confinati nel limbo innocuo della più inerte fantasia. (L'avaro)
  • Le amicizie non si scelgono a caso ma secondo le passioni che ci dominano. (La provinciale)

La noia

  • Dunque in quei giorni, una impazienza straordinaria dominiva la mia vita. Niente di quello che facevo mi piaceva ossia mi sembrava degno di essere fatto; d'altra parte, non sapevo immaginare niente che potesse piacermi, ossia che potesse occuparmi in maniera durevole.
  • Il sentimento della noia nasce in me da quello dell'assurdità di una realtà, come ho detto, insufficiente ossia incapace di persuadermi della propria effettiva esistenza.
  • In principio, dunque, era la noia, volgarmente chiamata caos. Iddio, annoiatosi della noia, creò la terra, il cielo, l'acqua, gli animali, le piante, Adamo ed Eva; i quali ultimi, annoiandosi a loro volta del paradiso, mangiarono il frutto proibito. Iddio si annoiò di loro e li cacciò dall'Eden.
  • Soprattutto quando ero bambino, la noia assumeva forme del tutto oscure a me stesso e agli altri, che io ero incapace di spiegare e che gli altri, nel caso di mia madre, attribuivano a disturbi della salute o altri simili cause.
  • Su tutto questo non so dare altra spiegazione, se non che la contraddizione costituisce il fondo mobile e imprevedibile dell'animo umano.

Racconti romani

  • Per una donna i corteggiatori sono come le collane e i braccialetti: ornamenti di cui, se può, preferisce di non disfarsi. (L'amicizia)
  • Quando si agisce è segno che ci si aveva pensato prima: l'azione è come il verde di certe piante che spunta appena sopra la terra, ma provate a tirare e vedrete che radici profonde. (L'incosciente)
  • Si vede che lo sport rende gli uomini cattivi, facendoli parteggiare per il più forte e odiare il più debole. (Perdipiede)
  • Vedi, non c'è coraggio e non c'è paura... ci sono soltanto coscienza e incoscienza... la coscienza è paura, l'incoscienza è coraggio. (L'incosciente)

Incipit di alcune opere

Agostino

Nei primi giorni d'estate, Agostino e sua madre uscivano tutte le mattine sul mare in pattino. Le prime volte, la madre aveva fatto venire anche un marinaio, ma Agostino aveva mostrato per così chiari segni che la presenza dell'uomo l'annoiava, che da allora i remi furono affidati a lui. Egli remava con un piacere profondo su quel mare calmo e diafano del primo mattino e la madre, seduta di fronte a lui, gli discorreva pianamente, lieta e serena come il mare e il cielo, proprio come se lui fosse stato un uomo e non un ragazzo di tredici anni.

[Alberto Moravia, Agostino, Einaudi]

Gli indifferenti

Entrò Carla; aveva indossato un vestitino di lanetta marrone con la gonna così corta, che bastò quel movimento di chiudere l'uscio per fargliela salire di un buon palmo sopra le pieghe lente che le facevano le calze intorno alle gambe; ma ella non se ne accorse e si avanzò con precauzione guardando misteriosamente davanti a sé, dinoccolata e malsicura; una sola lampada era accesa e illuminava le ginocchia di Leo seduto sul divano; un'oscurità grigia avvolgeva il resto del salotto.

[Alberto Moravia, Gli indifferenti, Bompiani]

La romana

A sedici anni ero una vera bellezza. Avevo il viso di un ovale perfetto, stretto alle tempie e un po' largo in basso, gli occhi lunghi, grandi e dolci, il naso dritto in una sola linea con la fronte, la bocca grande, con le labbra belle, rosse e carnose e, se ridevo, mostravo denti regolari e molto bianchi. La mamma diceva che sembravo una madonna.

[Alberto Moravia, La romana, Bompiani]

Le ambizioni sbagliate

Nulla ripugnava maggiormente a Pietro Monatti che una condotta ispirata ai calcoli, agli impulsi e a tutte le altre arbitrarie giustificazioni dell'amor proprio. Oltre che da un disprezzo istintivo per le angustie e per le meschinità dell'egoismo, oltre che da un'ammirazione non meno istintiva per le azioni e i propositi generosi, l'odio per tutte le forme che suole rivestire l'amore di sé e specialmente quelle dell'ambizione, della prepotenza e dell'interesse gli era stato riconfermato da certe sfortunate esperienze della sua prima giovinezza.

[Alberto Moravia, Le ambizioni sbagliate, Bompiani]

Viaggio in Inghilterra

Gita nella campagna inglese
Londra, novembre
L'automobile correva per una straducola in discesa del tutto buia, profondamente incastrata tra due ripe alte e nere; ogni volta che il raggio dei fanali batteva su queste ripe vedevo intrighi di bianchicci e impressionanti di grossissime radici che mi facevano immaginare tronchi adeguati e non meno straordinari. Fu questa la prima impressione che ebbi della campagna inglese, non dissimile da quella di un viaggiatore addormentato, che svegliato ad un tratto da una brusca fermata in piena campagna, si affacci e intravveda illuminati dalle luci del treno oggetti di un aspetto inconsueto che gli ricordano ad un tratto di essere in un paese sconosciuto, il cui vero aspetto non gli sarà rivelato se non al sorgere del sole.

Citazioni su Alberto Moravia

  • A un certo punto Moravia cominciò a portare a casa di mio padre Elsa Morante. Non era bella, ma curiosa, intrigante. Aveva una singolare voce acuta, i denti davanti molto aperti; ricordava non saprei quale animale. Ci feci amicizia dopo che si sposarono, e vennero da noi parecchie volte. Ci vedemmo meno quando io ebbi i bambini, e poi fu la guerra a dividerci. Mi piacevano i suoi romanzi, molto più di quelli di Moravia, ma come persona apprezzavo di più lui. (Suso Cecchi D'Amico)
  • Ai tavolini di via Veneto i letterati chiamavano Lattuada la «piccola vendetta lombarda», Alberto Moravia era l'Amaro Gambarotta. Vincenzo Cardarelli, che in piena estate indossava tre cappotti uno sopra l'altro, «il più grande poeta italiano morente». (Dino Risi)
  • È caratteristica della narrazione moraviana quell'attitudine a far dimenticare l'imbratto del discorso, alleviando la pagina d'ogni bagaglio verboso. (Carlo Emilio Gadda)
  • Lui era timido e introverso; io, più timida e più introversa di lui. [...] ci siamo visti ancora, lui sempre timido e introverso, io sempre a disagio. Però cominciavo a provare tenerezza per lui: lo vedevo così scoperto, come un bambino che non riesce a nascondere le cose di sé che non vuole che si sappiano. [...] Negli anni l'ho rivisto molto volte. Non abbiamo avuto rapporti molto aperti. Però leggevo nel suo sguardo, come lui leggeva nel mio, un grande affetto: perché lui aveva capito me, così come io credo di aver capito lui, pur senza esserci mai detti nulla. Eravamo anche molti simili. (Claudia Cardinale)
  • Moravia era molto simpatico. Dicono di lui che fosse cattivo, ma non riesco a spiegarmene la ragione: era una persona veramente buona, semmai infantile. Aveva le impazienze di un bambino nervoso: non stava fermo un secondo, sfasciava tutto. [...] La sceneggiatura è un lavoro di pazienza, e lui non l'aveva proprio. (Suso Cecchi D'Amico)
  • Per me è il più grande scrittore italiano del Novecento. È il solo vero romanziere, il solo vero narratore. Sa usare una lingua molto limpida e molto precisa. Quando affronta storie complicate dal punto di vista ideologico come Il conformista e La ciociara usa la stessa lingua impiegata in altre storie semplici e lineari come Agostino, Inverno di malato e La disubbiendenza. (René de Ceccatty)
  • Si serviva del sesso per capire il mondo, per questo la sessualità per lui non era mai distruttrice al contrario che per Pasolini. Anche se i rapporti tra amanti sono difficili, secondo Moravia non distruggono le loro identità. (René de Ceccatty)

Film

Bibliografia

  • Alberto Moravia, I racconti, Bompiani.
  • Alberto Moravia, La noia, Bompiani.
  • Alberto Moravia, Racconti romani, Bompiani.
  • Alberto Moravia, Viaggio in Inghilterra, I Prismi, Edizioni de Il Mattino, 1996.

Voci correlate

Altri progetti

Opere