Anacleto Verrecchia: differenze tra le versioni

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* A proposito di Cristo in croce: e se egli, anziché i peccati dell'uomo, avesse espiato quelli di suo padre? Creare un mondo come questo, comunque lo si consideri, non sembra davvero un atto di bontà.
* A proposito di Cristo in croce: e se egli, anziché i peccati dell'uomo, avesse espiato quelli di suo padre? Creare un mondo come questo, comunque lo si consideri, non sembra davvero un atto di bontà.
* Aveva i galloni nel cervello e non sulla berretta.
* Aveva i galloni nel cervello e non sulla berretta.
* A Vienna ci sono oltre quattrocento chiese. Che sia diventato proprietario di beni immobili anche il Padreterno?
* Bancarotta sentimentale: aveva investito in una squinzia il capitale dei suoi affetti.
* Bancarotta sentimentale: aveva investito in una squinzia il capitale dei suoi affetti.
* Chi ha perso il filo può dirsi fortunato se trova la fune.
* Chi ha perso il filo può dirsi fortunato se trova la fune.
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* Con la sua onnipotenza Dio ha deciso non solo di non esistere, ma anche di non essere mai esistito.
* Con la sua onnipotenza Dio ha deciso non solo di non esistere, ma anche di non essere mai esistito.
* Conoscere se stessi significa non riconoscersi.
* Conoscere se stessi significa non riconoscersi.
* Dinanzi al duomo di Santo Stefano spira sempre un venticello che d'estate rinfresca e d'inverno riscalda un po'. Così ci si può tenere a temperatura costante. E ora non ditemi che quell'alito di vento sia il soffio dello Spirito Santo.
* Dove comincia la critica cessa la creatività, così come quando si fanno troppi inventari vuol dire che la produzione ristagna.
* Generalmente la donna nordica porta il sesso dove glielo ha messo la natura, mentre la donna latina lo porta nell'ostensorio.
* Generalmente la donna nordica porta il sesso dove glielo ha messo la natura, mentre la donna latina lo porta nell'ostensorio.
* Gli ambasciatori e i diplomatici in genere sanno orientarsi benissimo nei corridoi del loro ministero, dove non sbagliano mai porta, ma si sentono spersi sui sentieri del Parnaso. Tuttavia pretendono di fare anche i sacerdoti delle Muse. Probabilmente scambiano la feluce per l'elmo di Minerva.
* Gli ambasciatori e i diplomatici in genere sanno orientarsi benissimo nei corridoi del loro ministero, dove non sbagliano mai porta, ma si sentono spersi sui sentieri del Parnaso. Tuttavia pretendono di fare anche i sacerdoti delle Muse. Probabilmente scambiano la feluce per l'elmo di Minerva.
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* Il figlio ritrova per caso la madre che lo ha abbandonato da piccolo per essere libera di divertirsi nei locali notturni e le dice: "Ritorna negli abissi della notte, perché né il mio occhio sopporta la tua vista, né la terra sopporta il peso del tuo piede".
* Il figlio ritrova per caso la madre che lo ha abbandonato da piccolo per essere libera di divertirsi nei locali notturni e le dice: "Ritorna negli abissi della notte, perché né il mio occhio sopporta la tua vista, né la terra sopporta il peso del tuo piede".
* Il fuoco dell'amore cristiano è perfino capace di accendere roghi.
* Il fuoco dell'amore cristiano è perfino capace di accendere roghi.
* Il mondo è un condominio tra la malvagità e la pazzia: l'una regna e l'altra comanda.
* Il povero Schubert visse sempre come uno straccione, ma quelli che suonano la sua musica sono azzimati come adulteri o bazzicabarbieri.
* Il povero Schubert visse sempre come uno straccione, ma quelli che suonano la sua musica sono azzimati come adulteri o bazzicabarbieri.
* I morti a quelli che passano dinanzi al cimitero: "Dove correte, sciagurati, se la meta è qui?".
* I morti a quelli che passano dinanzi al cimitero: "Dove correte, sciagurati, se la meta è qui?".
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* L'artiglieria dei preti: le campane. Uno dei più grossi calibri di tale artiglieria, se non addirittura il più grosso, è la campana del duomo di Santo Stefano qui a Vienna. La chiamano Pummerin e pesa 22 tonnellate. Fu fatta con il bronzo dei cannoni presi ai turchi. La stretta parentela tra cannoni e campane è dunque provata.
* L'artiglieria dei preti: le campane. Uno dei più grossi calibri di tale artiglieria, se non addirittura il più grosso, è la campana del duomo di Santo Stefano qui a Vienna. La chiamano Pummerin e pesa 22 tonnellate. Fu fatta con il bronzo dei cannoni presi ai turchi. La stretta parentela tra cannoni e campane è dunque provata.
* La testa dell'imperatore Franz Joseph, con tutti quei fiocchi e pennacchi, somigliava a quella di un cavallo da giostra o di una cipolla fiorita.
* La testa dell'imperatore Franz Joseph, con tutti quei fiocchi e pennacchi, somigliava a quella di un cavallo da giostra o di una cipolla fiorita.
* Le cattedrali gotiche, con tutte quelle guglie così aguzze, fanno l'impressione di un bosco fulminato.
* Le Muse non amano partorire nei ricchi palazzi e tengono i loro figli a stecchetto, forse per timore che ingrassino e che l'ispirazione si tramuti in flatulenze.
* Le Muse non amano partorire nei ricchi palazzi e tengono i loro figli a stecchetto, forse per timore che ingrassino e che l'ispirazione si tramuti in flatulenze.
* Le opere orchestrali di Anton Webern sono di solito molto brevi. Una dura appena 19 secondi. Sia ringraziato il cielo!
* Le opere orchestrali di Anton Webern sono di solito molto brevi. Una dura appena 19 secondi. Sia ringraziato il cielo!
* L'Istituto di Cultura Italiano a Vienna fu inaugurato il 21 marzo del 1935. Il suo primo direttore si chiamava Salata, un nome davvero augurale e probabilmente derivato, per aferesi, da insalata. Ma siccome le istituzioni statali italiane si sviluppano alla rovescia come la coda dei vitelli, con il passare del tempo a quell'insalata iniziale hanno fatto seguito bietole, bietoloni e anche cavoli. Ultimamente c'è stato addirittura un cavolfiore, soprannominato Gianduja per la sua pinguedine e per l'aria vacua.
* L'ottimismo è la cataratta dello spirito.
* L'ottimismo è la cataratta dello spirito.
* L'unica sfortuna di quelli che non sono mai nati è che non sanno nulla della loro fortuna.
* L'uomo è un proiettile che la vulva spara verso la tomba.
* Lui la chiamava "giocattolo della mia tenerezza" e lei lo avvelenava con la saliva dei suoi baci.
* Lui la chiamava "giocattolo della mia tenerezza" e lei lo avvelenava con la saliva dei suoi baci.
* Mi sono fermato in una libreria di Vienna e ho visto solo libri che parlano di altri libri. Questo significa che oggi la letteratura è fatta di seconda e terza fienagione.
* Nelle lapidi commemorative l'aggettivo "insigne" sta quasi sempre al posto di uno zero.
* Non era maturato con l'età e si comportava come un cagnone che cerchi di accucciarsi nel cestino del gatto.
* Non era maturato con l'età e si comportava come un cagnone che cerchi di accucciarsi nel cestino del gatto.
* Osservo la pianta sradicata che il Danubio trascina verso il mar Nero. Ma con noi è forse diverso? Anche noi veniamo trascinati verso un mar nero dalla corrente della vita.
* Osservo la pianta sradicata che il Danubio trascina verso il mar Nero. Ma con noi è forse diverso? Anche noi veniamo trascinati verso un mar nero dalla corrente della vita.
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* Per una mente filosofica l'uccellino che pigola nel nido perché ha fame è più eloquente dei libri di un Hegel o di un Heidegger.
* Per una mente filosofica l'uccellino che pigola nel nido perché ha fame è più eloquente dei libri di un Hegel o di un Heidegger.
* Progressisti, reazionari, conservatori: ma la vita è forse un tiro alla fune? Il filosofo ride di queste cose.
* Progressisti, reazionari, conservatori: ma la vita è forse un tiro alla fune? Il filosofo ride di queste cose.
* Quando sento parlare di cultura m'irrigidisco. Ho sempre il sospetto che quelli che si riempiono la bocca di cultura siano dei ciarlatani.
* Quando sento parlare di cultura m'irrigidisco. Ho sempre il sospetto che quelli che si riempiono la bocca di cultura siano dei ciarlatani. Le Muse sono discrete e non amano il proscenio.
* Quel moscardino ha fatto una merdicina ai piedi del Parnasio e si atteggia a eroe della cultura.
* Rimpiangeremo anche gli inferni perduti.
* Rimpiangeremo anche gli inferni perduti.
* Sono andato a caccia di pensieri lungo il Danubio. Per carniere avevo il taccuino. La tortora, con il suo verso trisillabo, scandiva il silenzio del bosco. Era forse una driade?
* Sono andato a caccia di pensieri lungo il Danubio. Per carniere avevo il taccuino. La tortora, con il suo verso trisillabo, scandiva il silenzio del bosco. Era forse una driade?
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* Togliere le catene agli schiavi è facile, ma liberarli è difficile.
* Togliere le catene agli schiavi è facile, ma liberarli è difficile.
* Trebbiare le biblioteche per vedere quanto grano e quanto loglio contengono.
* Trebbiare le biblioteche per vedere quanto grano e quanto loglio contengono.
* Tutti gli animali, asini compresi, fanno quello che Venere comanda, però hanno il buon gusto di non parlarne. L'animale uomo, invece, ci scrive sopra montagne di romanzi.
* Un camoscio allo stato libero in Austria vive molto più al sicuro di un camoscio protetto in un parco nazionale italiano.
* Un camoscio allo stato libero in Austria vive molto più al sicuro di un camoscio protetto in un parco nazionale italiano.
* Uno scettro caduto nel fango viene raccolto come frusta.
* Uno scettro caduto nel fango viene raccolto come frusta.

Versione delle 11:45, 5 set 2010

Anacleto Verrecchia

Anacleto Verrecchia (1926 - vivente), filosofo italiano.

Rapsodia viennese

Incipit

Amo Vienna, dove ho trascorso una parte della mia vita. Ancora di più amo i suoi dintorni, dove si possono fare lunghe passeggiate, meditare, studiare la natura, andare a caccia di idee e riflettere sul trambusto della vita mortale.

Citazioni

  • Anche la ninfea entra in fregola. Affiora dall'acqua, si agghinda e aspetta di essere fecondata.
  • A proposito di Cristo in croce: e se egli, anziché i peccati dell'uomo, avesse espiato quelli di suo padre? Creare un mondo come questo, comunque lo si consideri, non sembra davvero un atto di bontà.
  • Aveva i galloni nel cervello e non sulla berretta.
  • A Vienna ci sono oltre quattrocento chiese. Che sia diventato proprietario di beni immobili anche il Padreterno?
  • Bancarotta sentimentale: aveva investito in una squinzia il capitale dei suoi affetti.
  • Chi ha perso il filo può dirsi fortunato se trova la fune.
  • Ciò che simboleggia meglio la vanità di tutte le cose, fama letteraria compresa, è il fiore di zucca: dura appena lo spazio di un giorno, poi appassisce e muore.
  • Come l'amore va cercato fuori del matrimonio, così la cultura va cercata fuori delle sue istituzioni.
  • Con la sua onnipotenza Dio ha deciso non solo di non esistere, ma anche di non essere mai esistito.
  • Conoscere se stessi significa non riconoscersi.
  • Dinanzi al duomo di Santo Stefano spira sempre un venticello che d'estate rinfresca e d'inverno riscalda un po'. Così ci si può tenere a temperatura costante. E ora non ditemi che quell'alito di vento sia il soffio dello Spirito Santo.
  • Dove comincia la critica cessa la creatività, così come quando si fanno troppi inventari vuol dire che la produzione ristagna.
  • Generalmente la donna nordica porta il sesso dove glielo ha messo la natura, mentre la donna latina lo porta nell'ostensorio.
  • Gli ambasciatori e i diplomatici in genere sanno orientarsi benissimo nei corridoi del loro ministero, dove non sbagliano mai porta, ma si sentono spersi sui sentieri del Parnaso. Tuttavia pretendono di fare anche i sacerdoti delle Muse. Probabilmente scambiano la feluce per l'elmo di Minerva.
  • Gli uomini, dice Marco Aurelio, o li migliori o li sopporti. Ma la prima cosa è impossibile e la seconda difficile.
  • Ha fatto cilecca con la Musa.
  • Ho visto un capriolo nel bosco e la sua dolcezza mi ha riconciliato con il mondo.
  • I gabbiani ridono e i corvi cantano il Miserere.
  • Il bracconiere caccia meglio del cacciatore patentato, anche nei boschi delle Muse.
  • Il cielo è un quadro ingannevole dipinto sul soffitto dell'inferno.
  • Il ciuffetto d'erba che affiora tra gli interstizi di un muro a secco e l'uomo che arranca sullo scosceso sentiero della vita sono spinti dalla stessa forza metafisica.
  • Il congiuntivo è l'indicativo dello scettico.
  • Il Danubio scorre in silenzio. Sono i ruscelli o i rigagnoli che fanno rumore. Così sono anche gli uomini: il saggio tace, l'ometto imbecille si agita e strepita.
  • Il figlio ritrova per caso la madre che lo ha abbandonato da piccolo per essere libera di divertirsi nei locali notturni e le dice: "Ritorna negli abissi della notte, perché né il mio occhio sopporta la tua vista, né la terra sopporta il peso del tuo piede".
  • Il fuoco dell'amore cristiano è perfino capace di accendere roghi.
  • Il mondo è un condominio tra la malvagità e la pazzia: l'una regna e l'altra comanda.
  • Il povero Schubert visse sempre come uno straccione, ma quelli che suonano la sua musica sono azzimati come adulteri o bazzicabarbieri.
  • I morti a quelli che passano dinanzi al cimitero: "Dove correte, sciagurati, se la meta è qui?".
  • In mezzo ai libri era come un eunuco in un harem: non ne sfogliava nessuno.
  • La falsità del prete si rivela soprattutto nella voce impostata.
  • La moglie è scappata con il cuoco e lui ha commentato: "Sono stato fortunato perché non m'ha fatto avvelenare".
  • L'amore è un allucinogeno che può farci vedere una musa in una manza e un'aquila in una gallina.
  • L'amore, la più tirannica e violenta delle passioni umane, viene simboleggiato da un angioletto con l'aria coglioncella e con una freccina in mano. Che errore! Dovrebbe essere invece simboleggiato dalla scala Mercalli, perché l'amore, nei gradi più alti della sua intensità, fa più danni e lascia dietro di sè più macerie di una scossa tellurica. Per fortuna non dura a lungo, altrimenti rimarremmo tutti sepolti sotto quella passione. [...] Se l'uomo avesse un'altra passione di intensità pari a quella dell'istinto sessuale non gli rimarrebbe addosso neanche un'oncia di carne.
  • L'amore sessuale è il mezzo più sicuro per rompere irreparabilmente l'amicizia tra un uomo e una donna.
  • L'artiglieria dei preti: le campane. Uno dei più grossi calibri di tale artiglieria, se non addirittura il più grosso, è la campana del duomo di Santo Stefano qui a Vienna. La chiamano Pummerin e pesa 22 tonnellate. Fu fatta con il bronzo dei cannoni presi ai turchi. La stretta parentela tra cannoni e campane è dunque provata.
  • La testa dell'imperatore Franz Joseph, con tutti quei fiocchi e pennacchi, somigliava a quella di un cavallo da giostra o di una cipolla fiorita.
  • Le cattedrali gotiche, con tutte quelle guglie così aguzze, fanno l'impressione di un bosco fulminato.
  • Le Muse non amano partorire nei ricchi palazzi e tengono i loro figli a stecchetto, forse per timore che ingrassino e che l'ispirazione si tramuti in flatulenze.
  • Le opere orchestrali di Anton Webern sono di solito molto brevi. Una dura appena 19 secondi. Sia ringraziato il cielo!
  • L'Istituto di Cultura Italiano a Vienna fu inaugurato il 21 marzo del 1935. Il suo primo direttore si chiamava Salata, un nome davvero augurale e probabilmente derivato, per aferesi, da insalata. Ma siccome le istituzioni statali italiane si sviluppano alla rovescia come la coda dei vitelli, con il passare del tempo a quell'insalata iniziale hanno fatto seguito bietole, bietoloni e anche cavoli. Ultimamente c'è stato addirittura un cavolfiore, soprannominato Gianduja per la sua pinguedine e per l'aria vacua.
  • L'ottimismo è la cataratta dello spirito.
  • L'unica sfortuna di quelli che non sono mai nati è che non sanno nulla della loro fortuna.
  • L'uomo è un proiettile che la vulva spara verso la tomba.
  • Lui la chiamava "giocattolo della mia tenerezza" e lei lo avvelenava con la saliva dei suoi baci.
  • Mi sono fermato in una libreria di Vienna e ho visto solo libri che parlano di altri libri. Questo significa che oggi la letteratura è fatta di seconda e terza fienagione.
  • Nelle lapidi commemorative l'aggettivo "insigne" sta quasi sempre al posto di uno zero.
  • Non era maturato con l'età e si comportava come un cagnone che cerchi di accucciarsi nel cestino del gatto.
  • Osservo la pianta sradicata che il Danubio trascina verso il mar Nero. Ma con noi è forse diverso? Anche noi veniamo trascinati verso un mar nero dalla corrente della vita.
  • Parafulmine per la paracazzera.
  • Pensare è difficile, però si può benissimo parlare e scrivere senza pensare.
  • Per una mente filosofica l'uccellino che pigola nel nido perché ha fame è più eloquente dei libri di un Hegel o di un Heidegger.
  • Progressisti, reazionari, conservatori: ma la vita è forse un tiro alla fune? Il filosofo ride di queste cose.
  • Quando sento parlare di cultura m'irrigidisco. Ho sempre il sospetto che quelli che si riempiono la bocca di cultura siano dei ciarlatani. Le Muse sono discrete e non amano il proscenio.
  • Quel moscardino ha fatto una merdicina ai piedi del Parnasio e si atteggia a eroe della cultura.
  • Rimpiangeremo anche gli inferni perduti.
  • Sono andato a caccia di pensieri lungo il Danubio. Per carniere avevo il taccuino. La tortora, con il suo verso trisillabo, scandiva il silenzio del bosco. Era forse una driade?
  • Stufo di sentirsi invocare, Dio sbottò: "E lasciatemi una buona volta in pace!".
  • Togliere le catene agli schiavi è facile, ma liberarli è difficile.
  • Trebbiare le biblioteche per vedere quanto grano e quanto loglio contengono.
  • Tutti gli animali, asini compresi, fanno quello che Venere comanda, però hanno il buon gusto di non parlarne. L'animale uomo, invece, ci scrive sopra montagne di romanzi.
  • Un camoscio allo stato libero in Austria vive molto più al sicuro di un camoscio protetto in un parco nazionale italiano.
  • Uno scettro caduto nel fango viene raccolto come frusta.
  • Uno storico italiano che ha compulsato alcuni documenti negli archivi imperiali di Vienna mi racconta qualche cosa di esilarante. Nel 1849, durante l'incontro tra Vittorio Emanuele II e Radetzky, questi avrebbe detto: "Maestà, ritiri lo Statuto e aggiustiamola così". E Vittorio Emanuele gli avrebbe risposto in piemontese: "Ch'as preocopa nen, marescial, che con un causs an tal cul i pense mi a cui quatr avocat" (non si preoccupi, maresciallo, che con un calcio in culo ci penso io a quei quattro avvocati). L'incontro avvenne dopo la disfatta di Novara e l'abdicazione di Carlo Alberto in favore del figlio.

Bibliografia

  • Anacleto Verrecchia, Rapsodia viennese, Donzelli, Roma, 2003.

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