Anacleto Verrecchia: differenze tra le versioni

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* Le Muse non amano partorire nei ricchi palazzi e tengono i loro figli a stecchetto, forse per timore che ingrassino e che l'ispirazione si tramuti in flatulenze.
* Le Muse non amano partorire nei ricchi palazzi e tengono i loro figli a stecchetto, forse per timore che ingrassino e che l'ispirazione si tramuti in flatulenze.
* Le opere orchestrali di Anton Webern sono di solito molto brevi. Una dura appena 19 secondi. Sia ringraziato il cielo!
* Le opere orchestrali di Anton Webern sono di solito molto brevi. Una dura appena 19 secondi. Sia ringraziato il cielo!
* [[Georg Christoph Lichtenberg|Lichtenberg]] dice che è tanto bello ascoltare la musica quanto insopportabile sentir parlare di musica. Che cosa non si è scritto su Mozart! Fisicamente era un cazzabubbolo assai brutto, ma per gli agiografi il "divino fanciullo" dev'essere per forza bello come un arcangelo e più etereo di Ariele. Secondo il teologo [[Karl Barth]] gli angeli si riuniscono per "suonare Mozart" e il Padreterno, che evidentemente non ha molto da fare, sta lì ad ascoltarli con rapimento. Un altro agiografo dice: "Alcuni vorrebbero raggiungere il Cielo con le loro opere. Ma lui, Mozart, viene di là, viene di là". Per [[Alfred Einstein]], infine, Mozart sarebbe stato solo "un ospite su questa terra". Ma non siamo tutti ospiti, visto che prima o poi dobbiamo ritornare dove eravamo prima di nascere? Su questo mondo siamo tutti in transito. Oltre che brutto Mozart era coprofilo. Le sue lettere puzzano, perché vi si parla continuamente di <i>Arsch</i> e di defecazione. Comunque, visto che parla sempre di <i>Arsch</i>, sorge qualche perplessità nel mangiare le <i>Mozartkugeln</i>. Ma per gli adoratori tali lettere sanno forse di cannella e lo sterco diventa ambrosia. Resta la musica, che non ha bisogno né di esegeti né di agiografi: la si ascolta e basta.
* [[Georg Christoph Lichtenberg|Lichtenberg]] dice che è tanto bello ascoltare la musica quanto insopportabile sentir parlare di musica. Che cosa non si è scritto su Mozart! Fisicamente era un cazzabubbolo assai brutto, ma per gli agiografi il "divino fanciullo" dev'essere per forza bello come un arcangelo e più etereo di Ariele. Secondo il teologo [[Karl Barth]] gli angeli si riuniscono per "suonare Mozart" e il Padreterno, che evidentemente non ha molto da fare, sta lì ad ascoltarli con rapimento. Un altro agiografo dice: "Alcuni vorrebbero raggiungere il Cielo con le loro opere. Ma lui, Mozart, viene di là, viene di là". Per [[Albert Einstein|Alfred Einstein]], infine, Mozart sarebbe stato solo "un ospite su questa terra". Ma non siamo tutti ospiti, visto che prima o poi dobbiamo ritornare dove eravamo prima di nascere? Su questo mondo siamo tutti in transito. Oltre che brutto Mozart era coprofilo. Le sue lettere puzzano, perché vi si parla continuamente di <i>Arsch</i> e di defecazione. Comunque, visto che parla sempre di <i>Arsch</i>, sorge qualche perplessità nel mangiare le <i>Mozartkugeln</i>. Ma per gli adoratori tali lettere sanno forse di cannella e lo sterco diventa ambrosia. Resta la musica, che non ha bisogno né di esegeti né di agiografi: la si ascolta e basta.
* L'Istituto di Cultura Italiano a Vienna fu inaugurato il 21 marzo del 1935. Il suo primo direttore si chiamava Salata, un nome davvero augurale e probabilmente derivato, per aferesi, da insalata. Ma siccome le istituzioni statali italiane si sviluppano alla rovescia come la coda dei vitelli, con il passare del tempo a quell'insalata iniziale hanno fatto seguito bietole, bietoloni e anche cavoli. Ultimamente c'è stato addirittura un cavolfiore, soprannominato Gianduja per la sua pinguedine e per l'aria vacua.
* L'Istituto di Cultura Italiano a Vienna fu inaugurato il 21 marzo del 1935. Il suo primo direttore si chiamava Salata, un nome davvero augurale e probabilmente derivato, per aferesi, da insalata. Ma siccome le istituzioni statali italiane si sviluppano alla rovescia come la coda dei vitelli, con il passare del tempo a quell'insalata iniziale hanno fatto seguito bietole, bietoloni e anche cavoli. Ultimamente c'è stato addirittura un cavolfiore, soprannominato Gianduja per la sua pinguedine e per l'aria vacua.
* L'ottimismo è la cataratta dello spirito.
* L'ottimismo è la cataratta dello spirito.

Versione delle 11:31, 5 set 2010

Anacleto Verrecchia

Anacleto Verrecchia (1926 - vivente), filosofo italiano.

Rapsodia viennese

Incipit

Amo Vienna, dove ho trascorso una parte della mia vita. Ancora di più amo i suoi dintorni, dove si possono fare lunghe passeggiate, meditare, studiare la natura, andare a caccia di idee e riflettere sul trambusto della vita mortale.

Citazioni

  • Anche la ninfea entra in fregola. Affiora dall'acqua, si agghinda e aspetta di essere fecondata.
  • A proposito di Cristo in croce: e se egli, anziché i peccati dell'uomo, avesse espiato quelli di suo padre? Creare un mondo come questo, comunque lo si consideri, non sembra davvero un atto di bontà.
  • Aveva i galloni nel cervello e non sulla berretta.
  • A Vienna ci sono oltre quattrocento chiese. Che sia diventato proprietario di beni immobili anche il Padreterno?
  • Bancarotta sentimentale: aveva investito in una squinzia il capitale dei suoi affetti.
  • Chi ha perso il filo può dirsi fortunato se trova la fune.
  • Ciò che simboleggia meglio la vanità di tutte le cose, fama letteraria compresa, è il fiore di zucca: dura appena lo spazio di un giorno, poi appassisce e muore.
  • Come l'amore va cercato fuori del matrimonio, così la cultura va cercata fuori delle sue istituzioni.
  • Con la sua onnipotenza Dio ha deciso non solo di non esistere, ma anche di non essere mai esistito.
  • Conoscere se stessi significa non riconoscersi.
  • Dinanzi al duomo di Santo Stefano spira sempre un venticello che d'estate rinfresca e d'inverno riscalda un po'. Così ci si può tenere a temperatura costante. E ora non ditemi che quell'alito di vento sia il soffio dello Spirito Santo.
  • Dove comincia la critica cessa la creatività, così come quando si fanno troppi inventari vuol dire che la produzione ristagna.
  • Freud trasformò in lettino l'inginocchiatoio del confessionale e lo rese più comodo. Credo che sia qui il grande beneficio della psicoanalisi.
  • Generalmente la donna nordica porta il sesso dove glielo ha messo la natura, mentre la donna latina lo porta nell'ostensorio.
  • Gli ambasciatori e i diplomatici in genere sanno orientarsi benissimo nei corridoi del loro ministero, dove non sbagliano mai porta, ma si sentono spersi sui sentieri del Parnaso. Tuttavia pretendono di fare anche i sacerdoti delle Muse. Probabilmente scambiano la feluce per l'elmo di Minerva.
  • Gli uomini, dice Marco Aurelio, o li migliori o li sopporti. Ma la prima cosa è impossibile e la seconda difficile.
  • Ha fatto cilecca con la Musa.
  • Ho visto un capriolo nel bosco e la sua dolcezza mi ha riconciliato con il mondo.
  • I gabbiani ridono e i corvi cantano il Miserere.
  • Il bracconiere caccia meglio del cacciatore patentato, anche nei boschi delle Muse.
  • Il cielo è un quadro ingannevole dipinto sul soffitto dell'inferno.
  • Il ciuffetto d'erba che affiora tra gli interstizi di un muro a secco e l'uomo che arranca sullo scosceso sentiero della vita sono spinti dalla stessa forza metafisica.
  • Il congiuntivo è l'indicativo dello scettico.
  • Il Danubio scorre in silenzio. Sono i ruscelli o i rigagnoli che fanno rumore. Così sono anche gli uomini: il saggio tace, l'ometto imbecille si agita e strepita.
  • Il figlio ritrova per caso la madre che lo ha abbandonato da piccolo per essere libera di divertirsi nei locali notturni e le dice: "Ritorna negli abissi della notte, perché né il mio occhio sopporta la tua vista, né la terra sopporta il peso del tuo piede".
  • Il fuoco dell'amore cristiano è perfino capace di accendere roghi.
  • Il mondo è un condominio tra la malvagità e la pazzia: l'una regna e l'altra comanda.
  • Il povero Schubert visse sempre come uno straccione, ma quelli che suonano la sua musica sono azzimati come adulteri o bazzicabarbieri.
  • I morti a quelli che passano dinanzi al cimitero: "Dove correte, sciagurati, se la meta è qui?".
  • In mezzo ai libri era come un eunuco in un harem: non ne sfogliava nessuno.
  • La diga sul Danubio mi fa l'impressione di una mordacchia sulla bocca della natura.
  • La falsità del prete si rivela soprattutto nella voce impostata.
  • La moglie è scappata con il cuoco e lui ha commentato: "Sono stato fortunato perché non m'ha fatto avvelenare".
  • L'amore è un allucinogeno che può farci vedere una musa in una manza e un'aquila in una gallina.
  • L'amore, la più tirannica e violenta delle passioni umane, viene simboleggiato da un angioletto con l'aria coglioncella e con una freccina in mano. Che errore! Dovrebbe essere invece simboleggiato dalla scala Mercalli, perché l'amore, nei gradi più alti della sua intensità, fa più danni e lascia dietro di sè più macerie di una scossa tellurica. Per fortuna non dura a lungo, altrimenti rimarremmo tutti sepolti sotto quella passione. [...] Se l'uomo avesse un'altra passione di intensità pari a quella dell'istinto sessuale non gli rimarrebbe addosso neanche un'oncia di carne.
  • L'amore sessuale è il mezzo più sicuro per rompere irreparabilmente l'amicizia tra un uomo e una donna.
  • L'artiglieria dei preti: le campane. Uno dei più grossi calibri di tale artiglieria, se non addirittura il più grosso, è la campana del duomo di Santo Stefano qui a Vienna. La chiamano Pummerin e pesa 22 tonnellate. Fu fatta con il bronzo dei cannoni presi ai turchi. La stretta parentela tra cannoni e campane è dunque provata.
  • La testa dell'imperatore Franz Joseph, con tutti quei fiocchi e pennacchi, somigliava a quella di un cavallo da giostra o di una cipolla fiorita.
  • Le cattedrali gotiche, con tutte quelle guglie così aguzze, fanno l'impressione di un bosco fulminato.
  • Le Muse non amano partorire nei ricchi palazzi e tengono i loro figli a stecchetto, forse per timore che ingrassino e che l'ispirazione si tramuti in flatulenze.
  • Le opere orchestrali di Anton Webern sono di solito molto brevi. Una dura appena 19 secondi. Sia ringraziato il cielo!
  • Lichtenberg dice che è tanto bello ascoltare la musica quanto insopportabile sentir parlare di musica. Che cosa non si è scritto su Mozart! Fisicamente era un cazzabubbolo assai brutto, ma per gli agiografi il "divino fanciullo" dev'essere per forza bello come un arcangelo e più etereo di Ariele. Secondo il teologo Karl Barth gli angeli si riuniscono per "suonare Mozart" e il Padreterno, che evidentemente non ha molto da fare, sta lì ad ascoltarli con rapimento. Un altro agiografo dice: "Alcuni vorrebbero raggiungere il Cielo con le loro opere. Ma lui, Mozart, viene di là, viene di là". Per Alfred Einstein, infine, Mozart sarebbe stato solo "un ospite su questa terra". Ma non siamo tutti ospiti, visto che prima o poi dobbiamo ritornare dove eravamo prima di nascere? Su questo mondo siamo tutti in transito. Oltre che brutto Mozart era coprofilo. Le sue lettere puzzano, perché vi si parla continuamente di Arsch e di defecazione. Comunque, visto che parla sempre di Arsch, sorge qualche perplessità nel mangiare le Mozartkugeln. Ma per gli adoratori tali lettere sanno forse di cannella e lo sterco diventa ambrosia. Resta la musica, che non ha bisogno né di esegeti né di agiografi: la si ascolta e basta.
  • L'Istituto di Cultura Italiano a Vienna fu inaugurato il 21 marzo del 1935. Il suo primo direttore si chiamava Salata, un nome davvero augurale e probabilmente derivato, per aferesi, da insalata. Ma siccome le istituzioni statali italiane si sviluppano alla rovescia come la coda dei vitelli, con il passare del tempo a quell'insalata iniziale hanno fatto seguito bietole, bietoloni e anche cavoli. Ultimamente c'è stato addirittura un cavolfiore, soprannominato Gianduja per la sua pinguedine e per l'aria vacua.
  • L'ottimismo è la cataratta dello spirito.
  • L'unica sfortuna di quelli che non sono mai nati è che non sanno nulla della loro fortuna.
  • L'uomo è un proiettile che la vulva spara verso la tomba.
  • Lui la chiamava "giocattolo della mia tenerezza" e lei lo avvelenava con la saliva dei suoi baci.
  • Mi sono fermato in una libreria di Vienna e ho visto solo libri che parlano di altri libri. Questo significa che oggi la letteratura è fatta di seconda e terza fienagione.
  • Nelle lapidi commemorative l'aggettivo "insigne" sta quasi sempre al posto di uno zero.
  • Non era maturato con l'età e si comportava come un cagnone che cerchi di accucciarsi nel cestino del gatto.
  • Osservo la pianta sradicata che il Danubio trascina verso il mar Nero. Ma con noi è forse diverso? Anche noi veniamo trascinati verso un mar nero dalla corrente della vita.
  • Parafulmine per la paracazzera.
  • Pensare è difficile, però si può benissimo parlare e scrivere senza pensare.
  • Per una mente filosofica l'uccellino che pigola nel nido perché ha fame è più eloquente dei libri di un Hegel o di un Heidegger.
  • Progressisti, reazionari, conservatori: ma la vita è forse un tiro alla fune? Il filosofo ride di queste cose.
  • Quando sento parlare di cultura m'irrigidisco. Ho sempre il sospetto che quelli che si riempiono la bocca di cultura siano dei ciarlatani. Le Muse sono discrete e non amano il proscenio.
  • Quel moscardino ha fatto una merdicina ai piedi del Parnasio e si atteggia a eroe della cultura.
  • Rimpiangeremo anche gli inferni perduti.
  • Se i tedeschi sono goffi e pesanti, gli italiani sono soltanto goffi e ricorrono ai tedeschi per zavorrarsi lo spirito. Come? Masticando il chewing-gum filosofico dei vari Hegel e Heidegger, oppure facendo gli strilloni e i muezzin di Nietzsche.
  • Sono andato a caccia di pensieri lungo il Danubio. Per carniere avevo il taccuino. La tortora, con il suo verso trisillabo, scandiva il silenzio del bosco. Era forse una driade?
  • Stufo di sentirsi invocare, Dio sbottò: "E lasciatemi una buona volta in pace!".
  • Togliere le catene agli schiavi è facile, ma liberarli è difficile.
  • Trebbiare le biblioteche per vedere quanto grano e quanto loglio contengono.
  • Tutti gli animali, asini compresi, fanno quello che Venere comanda, però hanno il buon gusto di non parlarne. L'animale uomo, invece, ci scrive sopra montagne di romanzi.
  • Tutti parlano dell'imprinting delle oche a opera di Konrad Lorenz. Ma i preti che imprimono i loro dogmi metafisici nel tenero cervello dei bambini fanno forse qualche cosa di diverso? L'unica differenza sta nella qualità dell'imprinting, perché le oche imprintate da Lorenz si mettono al seguito di un'intelligenza geniale, mentre i bambini imprintati dai preti diventano più oche delle oche.
  • Un camoscio allo stato libero in Austria vive molto più al sicuro di un camoscio protetto in un parco nazionale italiano.
  • Uno scettro caduto nel fango viene raccolto come frusta.
  • Uno storico italiano che ha compulsato alcuni documenti negli archivi imperiali di Vienna mi racconta qualche cosa di esilarante. Nel 1849, durante l'incontro tra Vittorio Emanuele II e Radetzky, questi avrebbe detto: "Maestà, ritiri lo Statuto e aggiustiamola così". E Vittorio Emanuele gli avrebbe risposto in piemontese: "Ch'as preocopa nen, marescial, che con un causs an tal cul i pense mi a cui quatr avocat" (non si preoccupi, maresciallo, che con un calcio in culo ci penso io a quei quattro avvocati). L'incontro avvenne dopo la disfatta di Novara e l'abdicazione di Carlo Alberto in favore del figlio.

Bibliografia

  • Anacleto Verrecchia, Rapsodia viennese, Donzelli, Roma, 2003.

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