Suicidio: differenze tra le versioni

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==Citazioni==
==Citazioni==
*Amici! Ora io sono dinanzi al sipario, e mi appresto ad alzarlo per vedere se dietro di esso ci sia più pace che di qua. Non si tratta dell'impulso di una folle disperazione. Conosco troppo bene la catena dei miei giorni dai pochi anelli che ho vissuti. Sono stanco di andare avanti. Qui io voglio morire completamente o almeno rimanere per la notte. Qui riprenditi, o natura, la mia materia, impastala di nuovo nella massa degli esseri, fa' di me un cespuglio, una nube, tutto quello che vuoi, anche un uomo; ma non più me! Siano rese grazie alla filosofia se il corso dei miei pensieri non è ora turbato da alcuna pia commedia. Penso abbastanza, non temo nulla: bene, via dunque il sipario! (''Discorso di un suicida scritto poco prima del gesto'', in [[Georg Christoph Lichtenberg]], ''Lo scandaglio dell'anima'')
*Anche l'uomo più sano e più sereno può risolversi per il suicidio, quando l'enormità dei dolori e della sventura che si avanza inevitabile sopraffà il terrore della morte. ([[Arthur Schopenhauer]])
*Anche l'uomo più sano e più sereno può risolversi per il suicidio, quando l'enormità dei dolori e della sventura che si avanza inevitabile sopraffà il terrore della morte. ([[Arthur Schopenhauer]])
*Bisogna amarsi molto per suicidarsi. ([[Albert Camus]])
*Bisogna amarsi molto per suicidarsi. ([[Albert Camus]])

Versione delle 22:01, 19 set 2010

Edouard Manet: Suicidio

Citazioni sul suicidio.

Citazioni

  • Amici! Ora io sono dinanzi al sipario, e mi appresto ad alzarlo per vedere se dietro di esso ci sia più pace che di qua. Non si tratta dell'impulso di una folle disperazione. Conosco troppo bene la catena dei miei giorni dai pochi anelli che ho vissuti. Sono stanco di andare avanti. Qui io voglio morire completamente o almeno rimanere per la notte. Qui riprenditi, o natura, la mia materia, impastala di nuovo nella massa degli esseri, fa' di me un cespuglio, una nube, tutto quello che vuoi, anche un uomo; ma non più me! Siano rese grazie alla filosofia se il corso dei miei pensieri non è ora turbato da alcuna pia commedia. Penso abbastanza, non temo nulla: bene, via dunque il sipario! (Discorso di un suicida scritto poco prima del gesto, in Georg Christoph Lichtenberg, Lo scandaglio dell'anima)
  • Anche l'uomo più sano e più sereno può risolversi per il suicidio, quando l'enormità dei dolori e della sventura che si avanza inevitabile sopraffà il terrore della morte. (Arthur Schopenhauer)
  • Bisogna amarsi molto per suicidarsi. (Albert Camus)
  • Ci si può domandare se è ragionevole e morale – questi due termini sono inseparabili – uccidersi.
    No! Uccidersi è irragionevole, così come tagliare i polloni di una pianta che si vorrebbe estirpare. Essa non morrà, crescerà irregolarmente, ecco tutto. La vita è indistruttibile, al di là del tempo e dello spazio. La morte non può che cambiarne la forma, mettendo fine alla sua manifestazione in questo mondo. Ma rinunciando alla vita in questo mondo, io non so se la forma che essa prenderà altrove, mi sarà più gradita e in secondo luogo io mi privo della possibilità di imparare e di acquisire a profitto del mio io, tutto ciò che avrei potuto apprendere in questo mondo. D'altra parte e soprattutto, il suicidio è irrazionale perché, rinunciando alla vita a causa del disgusto che essa mi provoca, io mostro di avere un concetto errato dello scopo della mia vita, supponendo che serva al mio piacere, mentre essa ha per scopo, da un lato, il mio perfezionamento personale e dall'altro la cooperazione all'opera generale che si compie nel mondo.
    Ed è per questo che il suicidio è immorale. All'uomo che si uccide, la vita era stata data con la possibilità di vivere fino alla sua morte naturale, a condizione di essere utile all'opera generale della vita e lui, dopo aver goduto della vita, finché gli è parsa gradevole, ha rinunciato a metterla al servizio dell'utilità generale, appena gli è divenuta spiacevole; mentre verosimilmente egli cominciava a divenire utile nel preciso istante in cui la sua vita si incupiva, perché ogni lavoro comincia con travaglio. (Lev Tolstoj)
  • Come avviene a un disperato spesso, | che da lontan brama e disia la morte, | e l'odia poi che se la vede appresso, | tanto gli pare il passo acerbo e forte. (Ludovico Ariosto)
  • Come le luci del penitenziario si smorzano quando viene accesa la corrente per la sedia elettrica, così trema il nostro cuore davanti a un suicidio, perché non vi è una sola morte volontaria per la quale l'intera società non sia da biasimare. (Cyril Connolly)
  • Il gusto del suicidio è un dono. (Georges Bernanos)
  • Il suicidio abbatte uno steccato, ciò che si intravede è l'abisso. (Mario Neva)
  • Il suicidio fu l'ultima virtù degli antichi. Nel pieno disfacimento d'ogni principio morale e di ogni credenza, essi formarono sotto il nome di stoicismo una filosofia della morte: non sapendo più vivere eroicamente, vollero saper morire da eroi. (Francesco De Sanctis)
  • Il suicidio ha sempre un risvolto comico, e io non posso permettere di suscitare dell'ironia su di me. (L'amico di famiglia)
  • Il suicidio! ma è la forza di quelli che non hanno più forza, è la speranza di quelli che non credono più, è il sublime coraggio dei vinti! Già: in questa vita c'è almeno una porta che possiamo sempre aprire per passare dall'altra parte! La natura ha avuto un moto di pietà: non ci ha imprigionati. (Guy de Maupassant)
  • L'ossessione del suicidio è propria di colui che non può né vivere né morire, e la cui attenzione non si allontana mai da questa duplice impossibilità. (Emil Cioran)
  • Non che il suicidio sia sempre follia. Ma in genere non è in un eccesso di ragione che ci si ammazza. (Voltaire)
  • Non c'è rifugio dalla confessione tranne il suicidio, e il suicidio è una confessione. (Daniel Webster)
  • Non sprecate il vostro suicidio: ammazzate prima qualcuno che vi è odioso. (Marcello Marchesi)
  • Per la maggior parte della gente il suicidio è come la roulette russa. (Jeffrey Eugenides)
  • Quanto il cristianesimo abbia modificato la scienza e la morale e quindi l'arte antica, si può inferire da questo solo: il suicidio antico è virtù, il suicidio moderno è colpa: il suicida pagano è un eroe, il suicida cristiano è un codardo. (Francesco De Sanctis)
  • Ricorda, al mondo c'è solo omicidio. Non esiste suicidio. (Evgenij Aleksandrovič Evtušenko)
  • [Alla domanda: «Di cosa ha paura oggi Fabrizio De André?»] Sicuramente della morte. Non tanto la mia che in ogni caso, quando arriverà, se mi darà il tempo di accorgermene, mi farà provare la mia buona dose di paura, quanto la morte che ci sta intorno, lo scarso attaccamento alla vita che noto in molti nostri simili che si ammazzano per dei motivi sicuramente molto più futili di quanto non sia il valore della vita. Io ho paura di quello che non capisco, e questo proprio non mi riesce di capirlo. (Fabrizio De André)

Cesare Pavese

  • La difficoltà di commettere suicidio sta in questo: è un atto di ambizione che si può commettere solo quando si sia superata ogni ambizione.
  • I suicidi sono omicidi timidi. Masochismo invece che sadismo.
  • Più il dolore è determinato e preciso, più l'istinto della vita si dibatte, e cade l'idea del suicidio.
    Sembrava facile, a pensarci. Eppure donnette l'hanno fatto. Ci vuole umiltà, non orgoglio.

Baldassarre Poli

  • Il suicidio è il non atto più grave e più lesivo del dovere di conservazione, quanto è il più comune a sostenersi coll'apparenza delle ragioni.
  • Il suicidio [...] indiretto per azioni doverose e fatte a tale scopo è un dovere, una virtù. Quindi il soldato che corre alla morte sul campo di battaglia, i medici ed i filantropi che soccombono vittime del loro amore per gli altri lungi dal commettere il suicidio colpevole indiretto, toccano il grado sommo della moralità o dell'onesto.
  • Il suicidio [...] non è altro che l'attentato qualunque alla propria esistenza, distinguendosi esso perciò in diretto ed indiretto secondo che la distruzione di noi stessi è propriamente diretta ed intenzionale, ovvero indiretta e di pura conseguenza.
  • Le obbiezioni colle quali si pretende di legittimare o di scusare il suicidio, e che sono le più comuni, quanto sono le più apparenti o speciose noi le riscontriamo nelle seguenti:
    1." La natura vuole l'uomo felice; dunque essa nell'infelicità autorizza il suicidio.
    2" Tra due mali può sempre aver luogo la scelta del minore e perciò del suicidio.
    3." La natura ci attornia di oggetti tendenti alla nostra distruzione, ella adunque approva il suicidio.
    4." L'uomo quando è inutile a sé ed agli altri non offende più alcun dovere col suicidio.
    5." Si può esporre la vita per altri doveri; dunque anche per quello della felicità.
    6." Il suicidio si commette sempre nello stato di pazzia; dunque non può essere imputato a disonestà o a colpa.
    7." Il suicidio è determinato da un'irresistibile tendenza nel punto nel quale si commette; dunque esso non è più imputabile, siccome non libero.
    8." Il suicidio fu qualche volta ammesso dalle leggi e dai filosofi: dunque esso non è di quelle immoralità che si tennero sempre ed assolutamente per tali.
  • Tutti i mali si rendono sopportabili colla speranza, coi molti beni che vi si ponno sempre contrapporre, coll'idea della felicità assoluta o futura. Dunque i mali stessi anche i più gravi ed indipendenti non sono mai una cagione plausibile per commettere il suicidio.

Proverbi italiani

  • A morir si è sempre in tempo.
  • A palate i guai, ma la morte mai.
  • Di tutti i matti il maggiore è colui che s'impicca.
  • È provvisto di poco sapere, colui che s'ammazza per quel che non può avere.
  • Il male è per chi va, chi campa si rifà.
  • Matto è chi invita la morte.
  • Meglio vivere che morire.
  • Ogni animale per non morir s'aiuta.
  • Ogni cosa è meglio della morte.
  • Tutto fuorché la morte.

Bibliografia

Voci correlate

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