Il settimo sigillo: differenze tra le versioni
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Versione delle 13:50, 13 gen 2011
Il settimo sigillo
Titolo originale |
Det Sjunde inseglet |
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Lingua originale | svedese e latino |
Paese | Svezia |
Anno | 1957 |
Genere | Drammatico |
Regia | Ingmar Bergman |
Sceneggiatura | Ingmar Bergman |
Produttore | Allan Ekelund |
Interpreti e personaggi | |
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Il settimo sigillo, film del 1957 di Ingmar Bergman.
Frasi
- E quando [l'Agnello] aprì il settimo sigillo, si fece nel cielo un profondo silenzio di mezz'ora. E vidi i sette angeli che stavano dinnanzi a Dio, e furono loro date sette trombe. [...] E allora il primo angelo die' fiato alla tromba, e ne venne grandine e fuoco misto a sangue. E così furono gettati sopra alla terra, e la terza parte della terra fu arsa, e la terza parte degli alberi fu arsa, e fu arsa l'erba verdeggiante. E quindi il secondo angelo die' fiato alla tromba e una specie di grande montagna di fuoco ardente fu gettata in fondo al mare, e la terza parte del mare diventò saggia [...] E anche il terzo angelo die' fiato alla sua tromba. E dall'alto del cielo cadde una stella grande, ardente come fiaccola. La stella si chiamava [...] Assenzio. [1](Karin)
- Questa è la mia mano, posso muoverla, e in essa pulsa il mio sangue. Il sole compie ancora il suo alto arco nel cielo. E io... Io, Antonius Block, gioco a scacchi con la Morte. (Antonius Block)
- Mikael diventerà un grande acrobata, oppure un giocoliere famoso per un suo straordinario incredibile esercizio [...] Quello di far restare ferma nell'aria una clava. (Jof)
- Vorrei confessarmi ma non ne sono capace, perché il mio cuore è vuoto. Ed è vuoto come uno specchio che sono costretto a fissare. Mi ci vedo riflesso e provo soltanto disgusto e paura. Vi leggo indifferenza verso il prossimo, verso tutti i miei irriconoscibili simili. Vi scorgo immagini di incubo nate dai miei sogni e dalle mie fantasie. (Antonius Block)
- Perché non è possibile cogliere Dio coi propri sensi? Per quale ragione si nasconde tra mille e mille promesse e preghiere sussurrate e incomprensibili miracoli? Perché io dovrei avere fede nella fede degli altri? Che cosa sarà di coloro i quali non sono capaci né vogliono avere fede? Perché non posso uccidere Dio in me stesso? Perché continua a vivere in me sia pure in modo vergognoso e umiliante anche se io lo maledico e voglio strapparlo dal mio cuore? E perché nonostante tutto egli continua a essere uno struggente richiamo di cui non riesco a liberarmi? (Antonius Block)
- Addio fanciulla, avrei potuto violentarti ma è un genere d'amore che non mi va. Troppo faticoso tutto sommato. (Jöns)
- Lo ricorderò, questo momento: il silenzio del crepuscolo, il profumo delle fragole, la ciotola del latte, i vostri volti su cui discende la sera, Mikael che dorme sul carro, Jof e la sua lira… cercherò di ricordarmi quello che abbiamo detto e porterò con me questo ricordo delicatamente, come se fosse una coppa di latte appena munto che non si vuol versare, E sarà per me un conforto, qualcosa in cui credere. (Antonius Block)
- Se tutto è imperfetto in questo imperfetto mondo, l'amore invece è perfetto nella sua assoluta e squisita imperfezione. (Jöns)
- Si, farò silenzio, ma mi ribello. (Jons)
Dialoghi
- Antonius Block: Chi sei tu?
Morte: Sono la morte.
Antonius: Sei venuta a prendermi?
Morte: È già da molto che ti cammino a fianco.
Antonius: Me n'ero accorto.
- Antonius Block: Ti tocca il nero.
Morte: Si addice alla Morte, non credi?
- Antonius Block: Io vorrei sapere, senza fede, senza ipotesi, voglio la certezza. Voglio che Iddio mi tenda la mano e scopra il suo volto nascosto e voglio che mi parli [...] Lo chiamo e lo invoco, e se Egli non risponde io penso che non esiste.
Morte: Forse è così, forse non esiste.
Antonius: Ma allora la vita non è che un vuoto senza fine. Nessuno può vivere sapendo di dover morire un giorno come cadendo nel nulla senza speranza.
Morte: Molta gente non pensa né alla Morte né alla vanità delle cose.
Note
- ↑ Il brano qui citato è tratto pressoché integralmente dall' Apocalisse di San Giovanni evangelista (8, 1– 11).
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