Roger Caillois: differenze tra le versioni

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==Citazioni su Roger Caillois==
==Citazioni su Roger Caillois==
*Nel 1937 nacque a Parigi il [[Collège de sociologie]], singolarissimo innesto di temi maussiani su un'[[isituzione]] che, al di la dei richiami espliciti ai gruppi d'avanguardia ([[dadaismo|dada]], [[surrealismo|surrealisti]]) si proponeva di resuscitare una [[società segreta]] o un [[ordine religioso]]. Ma più che di temi [[Marcel Mauss|maussiani]] si può parlare di temi [[Georges Dumézil|duméziliani]]. Uno dei principali animatori del Collège, Roger Caillois (l'altro era [[Georges Bataille]]) era allora in strettissimi rapporti di collaborazione e d'amicizia con Dumézil. Alle ricerche ancora inedite di Dumézil s'ispiravano vari contributi di Caillois all'attività del Collège, poi raccolti nel volume ''L'homme et le sacré'', terzo di una collezione che era stata aperta da ''Mythes et Dieux des Germains''. ([[Carlo Ginzburg]])
*Si riconoscono facilmente i temi delle ricerche di Dumézil, tradotti nelle preoccupazioni (o ossessioni) che dominavano i protagonisti del Collége, Bataille e Caillois. Schematizzando potremmo dire che per Bataile era il nesso tra la [[morte]] (e la [[sessualità]]) e il [[sacro]], per Caillois quello tra il sacro e il [[potere]]. In entrambi, questi temi, implicavano un atteggiamento estremamente ambiguo nei confronti delle ideologie fasciste e naziste. ([[Carlo Ginzburg]]) *Le divagazioni di Caillois su una [[comunità]] [[aristocrazia|aristocratica]] composta da individui spietati, tirannici, pronti ad affrontare i rigori di un'imminente età glaciale che avrebbe provocato una selezione implacabile, avevano un suono ancora più ecquivoco. Le connotazioni fascistizzanti di questi discorsi furono prontamente segnalate da [[critico|critici]] di [[sinistra]], [[socialismo|socialisti]] e [[comunismo|comunisti]], nonché da un ascoltatore assiduo delle conferenze del Collège come [[Walter Benjamin]]. ([[Carlo Ginzburg]])
* [[Alexandre Kojève]], che pure tenne una conferenza al Collège su «Les conceptions [[hegel|hégéliennes]]», aveva osservato ironicamente che il programma di Bataille e Caillois era paragonabile al tentativo di un prestigiatore di credere alla [[magia]] attraverso i propri trucchi. ([[Carlo Ginzburg]])
*{{NDR|Dalla conclusione della recensione a ''L'aridité'' di Caillois, in riferimento alle attività del Collège de sociologie}} È triste vedere come un'ampia corrente limacciosa sia alimentata da fonti situate ad una notevole altitudine. ([[Walter Benjamin]])
*{{NDR|Dalla conclusione della recensione a ''L'aridité'' di Caillois, in riferimento alle attività del Collège de sociologie}} È triste vedere come un'ampia corrente limacciosa sia alimentata da fonti situate ad una notevole altitudine. ([[Walter Benjamin]])
===[[Carlo Ginzburg]]===
*Nel 1937 nacque a Parigi il [[Collège de sociologie]], singolarissimo innesto di temi maussiani su un'[[isituzione]] che, al di la dei richiami espliciti ai gruppi d'avanguardia ([[dadaismo|dada]], [[surrealismo|surrealisti]]) si proponeva di resuscitare una [[società segreta]] o un [[ordine religioso]]. Ma più che di temi [[Marcel Mauss|maussiani]] si può parlare di temi [[Georges Dumézil|duméziliani]]. Uno dei principali animatori del Collège, Roger Caillois (l'altro era [[Georges Bataille]]) era allora in strettissimi rapporti di collaborazione e d'amicizia con Dumézil. Alle ricerche ancora inedite di Dumézil s'ispiravano vari contributi di Caillois all'attività del Collège, poi raccolti nel volume ''L'homme et le sacré'', terzo di una collezione che era stata aperta da ''Mythes et Dieux des Germains''.
*Si riconoscono facilmente i temi delle ricerche di Dumézil, tradotti nelle preoccupazioni (o ossessioni) che dominavano i protagonisti del Collége, Bataille e Caillois. Schematizzando potremmo dire che per Bataile era il nesso tra la [[morte]] (e la [[sessualità]]) e il [[sacro]], per Caillois quello tra il sacro e il [[potere]]. In entrambi, questi temi, implicavano un atteggiamento estremamente ambiguo nei confronti delle ideologie fasciste e naziste. ([[Carlo Ginzburg]]) *Le divagazioni di Caillois su una [[comunità]] [[aristocrazia|aristocratica]] composta da individui spietati, tirannici, pronti ad affrontare i rigori di un'imminente età glaciale che avrebbe provocato una selezione implacabile, avevano un suono ancora più ecquivoco. Le connotazioni fascistizzanti di questi discorsi furono prontamente segnalate da [[critico|critici]] di [[sinistra]], [[socialismo|socialisti]] e [[comunismo|comunisti]], nonché da un ascoltatore assiduo delle conferenze del Collège come [[Walter Benjamin]].
* [[Alexandre Kojève]], che pure tenne una conferenza al Collège su «Les conceptions [[hegel|hégéliennes]]», aveva osservato ironicamente che il programma di Bataille e Caillois era paragonabile al tentativo di un prestigiatore di credere alla [[magia]] attraverso i propri trucchi.
*Di fatto nei due anni di attività del Collège (dal novembre 1937 al luglio 1939), tra la vigilia del patto di [[Monaco]] e la vigilia della [[guerra]], apprendisti sciamani come Bataille e rigorosi sciamanologhi come [[Lewitzky]], aspiranti fondatori di società segrete come Caillois e storici delle sette come Mayer, trovarono un terreno comune di discussione. Chi guarda retrospettivamente è colpito soprattutto dall'ambiguità della cornice e dall'eterogeneità dei partecipanti. È tuttavia l'ecquivoco progetto di una «sociologia sacra» delle realtà contemporanee, giustamente criticato da [[Leiris]], aveva di che attrarre, in quel momento, anche osservatori distaccati, poco inclini alle confusioni misticheggianti e estetizzanti.


==Bibliografia==
==Bibliografia==

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Roger Caillois (1913 – 1978), scrittore, sociologo, saggista, poeta e critico letterario francese.

La vertigine della guerra

Incipit

La guerra possiede in sommo grado il carattere essenziale del sacro: essa sembra proibire che la si consideri con obiettività. Paralizza il senso critico. È temibile e impressionante. La si maledice, la si esalta. La si studia poco. Le prime opere puramente critiche che le sono dedicate risalgono a poco tempo addietro, mentre le guerre hanno avuto inizio col principio stesso della storia. Una tale carenza ha qualcosa di sconcertante. Eppure non mancano condanne e diritambi. Gli elogi non sono molto convincenti: si direbbe che occorra avere una fede speciale per acconsentirvi. I meriti che essi attribuiscono alla guerra appaiono discutibili, o talmente metafisici da sfuggire chiaramente alla benché minima verifica. Tuttavia nessuna obiezione altera la convinzione di coloro che li proclamano.

Citazioni

  • La forma assoluta della guerra non scoraggia i suoi profeti. Sembra, anzi, che esasperi la loro predicazione. (p. 59)
  • Quinton considera la guerra come lo stato naturale dei maschi. Essa dà loro la bellezza morale che la maternità dà alle donne. L'istinto di conservazione non serve che a condurre vivo fino al luogo del combattimento «l'essere nato per lottare e morire». (p. 60)
  • Jünger ritiene scontato che sia più degno partecipare con ebbrezza alla guerra che lasciarsi passivamente inghiottire da essa. (p. 63)
  • Contrariamente a Quinton, Jünger non trascura, piuttosto esagera il lato tecnico della guerra, che sembra annientare il guerriero ancor meglio del proiettile che lo uccide. (p. 64)
  • Delle speranze e dei sogni dei monarchi che costruirono le Piramidi, del loro orgoglio, delle sofferenze degli operai, non sopravvive nulla. Ma le masse di pietra rimangono. (p. 64)
  • Con i regimi totalitari, la guerra diventa realmente la fatalità delle nazioni. Questa volta, la massima secondo la quale la guerra non è fatta per servire la nazione, ma la nazione per servire la guerra, non appare più come una semplice tesi filosofica. Essa è la descrizione esatta della realtà. Lo Stato elimina la minima possibilità di critica e di opposizione, e perfino di passività o di ritirata. Esso controlla, coordina e gerarchizza l'insieme delle attività nazionali. (p. 69)

Citazioni su Roger Caillois

  • [Dalla conclusione della recensione a L'aridité di Caillois, in riferimento alle attività del Collège de sociologie] È triste vedere come un'ampia corrente limacciosa sia alimentata da fonti situate ad una notevole altitudine. (Walter Benjamin)

Carlo Ginzburg

  • Nel 1937 nacque a Parigi il Collège de sociologie, singolarissimo innesto di temi maussiani su un'isituzione che, al di la dei richiami espliciti ai gruppi d'avanguardia (dada, surrealisti) si proponeva di resuscitare una società segreta o un ordine religioso. Ma più che di temi maussiani si può parlare di temi duméziliani. Uno dei principali animatori del Collège, Roger Caillois (l'altro era Georges Bataille) era allora in strettissimi rapporti di collaborazione e d'amicizia con Dumézil. Alle ricerche ancora inedite di Dumézil s'ispiravano vari contributi di Caillois all'attività del Collège, poi raccolti nel volume L'homme et le sacré, terzo di una collezione che era stata aperta da Mythes et Dieux des Germains.
  • Si riconoscono facilmente i temi delle ricerche di Dumézil, tradotti nelle preoccupazioni (o ossessioni) che dominavano i protagonisti del Collége, Bataille e Caillois. Schematizzando potremmo dire che per Bataile era il nesso tra la morte (e la sessualità) e il sacro, per Caillois quello tra il sacro e il potere. In entrambi, questi temi, implicavano un atteggiamento estremamente ambiguo nei confronti delle ideologie fasciste e naziste. (Carlo Ginzburg) *Le divagazioni di Caillois su una comunità aristocratica composta da individui spietati, tirannici, pronti ad affrontare i rigori di un'imminente età glaciale che avrebbe provocato una selezione implacabile, avevano un suono ancora più ecquivoco. Le connotazioni fascistizzanti di questi discorsi furono prontamente segnalate da critici di sinistra, socialisti e comunisti, nonché da un ascoltatore assiduo delle conferenze del Collège come Walter Benjamin.
  • Alexandre Kojève, che pure tenne una conferenza al Collège su «Les conceptions hégéliennes», aveva osservato ironicamente che il programma di Bataille e Caillois era paragonabile al tentativo di un prestigiatore di credere alla magia attraverso i propri trucchi.
  • Di fatto nei due anni di attività del Collège (dal novembre 1937 al luglio 1939), tra la vigilia del patto di Monaco e la vigilia della guerra, apprendisti sciamani come Bataille e rigorosi sciamanologhi come Lewitzky, aspiranti fondatori di società segrete come Caillois e storici delle sette come Mayer, trovarono un terreno comune di discussione. Chi guarda retrospettivamente è colpito soprattutto dall'ambiguità della cornice e dall'eterogeneità dei partecipanti. È tuttavia l'ecquivoco progetto di una «sociologia sacra» delle realtà contemporanee, giustamente criticato da Leiris, aveva di che attrarre, in quel momento, anche osservatori distaccati, poco inclini alle confusioni misticheggianti e estetizzanti.

Bibliografia

  • Roger Caillois, La vertigine della guerra, Le vertige de la guerre, traduzione di Mauro Pennasilico, Edizioni Lavoro, Roma 1990. ISBN 88-7910-463-2
  • Carlo Ginzburg, Miti emblemi spie. Morfologia e storia, Einaudi, 1986, n.ed. 2000.

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