Condizione: differenze tra le versioni

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Lev Tolstoj, categoria
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Citazioni sulla '''condizione''' in cui ci si trova.
==[[Proverbi italiani]]==


*Gli uomini che il destino e i loro peccati o errori hanno posto in una determinata condizione, per quanto sbagliata sia, si creano una visione della vita in genere alla luce della quale questa condizione possa apparir loro buona e rispettabile. Per sostenere poi tale visione gli uomini si appoggiano istintivamente a una cerchia di persone in cui venga riconosciuto il concetto che si sono creati della vita e del loro posto in essa. La cosa ci sorprende quando i ladri si vantano della loro destrezza, le prostitute della loro depravazione, gli assassini della loro crudeltà. Ma ci sorprende solo perché la cerchia, l'ambiente di queste persone è circoscritto, e soprattutto perché noi ne siamo al di fuori. Ma non capita forse lo stesso fenomeno fra i ricchi che si vantano delle loro ricchezze, cioè di ladrocinio, fra i capi militari che si vantano delle loro vittorie, cioè di omicidio, fra i sovrani che si vantano della loro potenza, cioè di sopraffazione? Noi non vediamo in queste persone un concetto distorto della vita, del bene o del male, volto a giustificare la loro condizione, solo perché la cerchia di persone con tali concetti distorti è più vasta, e noi stessi vi apparteniamo. ([[Lev Tolstoj]])

==[[Proverbi italiani]]==
*Ai peggiori porci toccano le migliori pere.
*Ai peggiori porci toccano le migliori pere.
*Chi è abituato al campo, non vada alla corte.
*Chi è abituato al campo, non vada alla corte.
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*Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903
*Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903


[[Categoria:Qualità]]
[[Categoria:Casi]]
[[de:Bedingung]]
[[de:Bedingung]]

Versione delle 11:40, 16 feb 2011

Citazioni sulla condizione in cui ci si trova.

  • Gli uomini che il destino e i loro peccati o errori hanno posto in una determinata condizione, per quanto sbagliata sia, si creano una visione della vita in genere alla luce della quale questa condizione possa apparir loro buona e rispettabile. Per sostenere poi tale visione gli uomini si appoggiano istintivamente a una cerchia di persone in cui venga riconosciuto il concetto che si sono creati della vita e del loro posto in essa. La cosa ci sorprende quando i ladri si vantano della loro destrezza, le prostitute della loro depravazione, gli assassini della loro crudeltà. Ma ci sorprende solo perché la cerchia, l'ambiente di queste persone è circoscritto, e soprattutto perché noi ne siamo al di fuori. Ma non capita forse lo stesso fenomeno fra i ricchi che si vantano delle loro ricchezze, cioè di ladrocinio, fra i capi militari che si vantano delle loro vittorie, cioè di omicidio, fra i sovrani che si vantano della loro potenza, cioè di sopraffazione? Noi non vediamo in queste persone un concetto distorto della vita, del bene o del male, volto a giustificare la loro condizione, solo perché la cerchia di persone con tali concetti distorti è più vasta, e noi stessi vi apparteniamo. (Lev Tolstoj)

Proverbi italiani

  • Ai peggiori porci toccano le migliori pere.
  • Chi è abituato al campo, non vada alla corte.
  • Chi ha buona cappa facilmente scappa.
  • Chi ha denti non ha pane, e chi ha pane non ha denti.
  • Chi ha il capo di cera, non vada al sole.
  • Chi vuol veder scortesia, metta il villano in signoria.
  • Dio ti guardi dal villano rifatto e dal cittadino disfatto.
  • I poveri sono i primi alla forca, e gli ultimi a tavola.
  • La destra è serva della mancina.
  • Non si sta mai tanto bene che non si possa star meglio, né tanto male che non si possa star meglio.
  • Quando il villano è a cavallo, non vorrebbe mai che si facesse sera.
  • Quando il villano è in città, gli par d'essere il podestà.

Bibliografia