Karen Blixen: differenze tra le versioni

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*Aveva smesso da poco tempo di giocare con le bambole; ora che si acconciava i capelli da sola, soprintendeva personalmente a far stirare la propria biancheria e a sistemare i fiori nei vasi, viveva un'esperienza incantevole e amatissima: far tutto con gravità e sollecitudine, e sapere sempre che è un gioco.
*Aveva smesso da poco tempo di giocare con le bambole; ora che si acconciava i capelli da sola, soprintendeva personalmente a far stirare la propria biancheria e a sistemare i fiori nei vasi, viveva un'esperienza incantevole e amatissima: far tutto con gravità e sollecitudine, e sapere sempre che è un gioco.
*Allora fu come se vedesse sé stessa con gli occhi dell'animale selvaggio rifugiato nel proprio nascondiglio buio: la silenziosa figura bianca che si avvicinava poteva significare la morte.
*Allora fu come se vedesse sé stessa con gli occhi dell'animale selvaggio rifugiato nel proprio nascondiglio buio: la silenziosa figura bianca che si avvicinava poteva significare la morte.
*«Con quest'anello» - lasciato cadere da una parte e allontanato con un calcio dall'altra - «con quest'anello io m'unisco a te in matrimonio». Con quell'anello perduto lei s'era unita in matrimonio a qualcosa. A che cosa? Alla [[miseria]], alla persecuzione, alla [[solitudine]] assoluta. Ai dolori e all'iniquità della terra. «E ciò che Dio ha unito l'uomo non può dividere.»
*«Con quest'anello» lasciato cadere da una parte e allontanato con un calcio dall'altra «con quest'anello io m'unisco a te in matrimonio». Con quell'anello perduto lei s'era unita in matrimonio a qualcosa. A che cosa? Alla [[miseria]], alla persecuzione, alla [[solitudine]] assoluta. Ai dolori e all'iniquità della terra. «E ciò che Dio ha unito l'uomo non può dividere.»





Versione delle 23:59, 15 mar 2011

Karen Blixen, pseudonimo di Karen Christence Dinesen (1885 – 1962), scrittrice e pittrice danese.

  • Che cos'è l'uomo, quando ci pensi, se non una macchina complicata e ingegnosa per trasformare, con sapienza infinita, il rosso vino di Shiraz in orina? (da Sette storie gotiche)
  • I giorni furono difficili, ma le notti furono dolci. (citato in Vanni Beltrami, Breviario per nomadi, Voland)

Senza fonte

  • Bisogna scrivere una storia semplice con la massima semplicità possibile. Nella semplicità di una storia ci sono già abbastanza complessità, ferocia e disperazione.
  • L'uomo e la donna sono due scrigni chiusi a chiave, dei quali uno contiene la chiave dell'altro.
  • Per essere felici ci vuole coraggio.
  • Tutti i dolori sono sopportabili se li si fa entrare in una storia, o se si può raccontare una storia su di essi.

La mia Africa

Incipit

In Africa avevo una fattoria ai piedi degli altipiani del Ngong. A centocinquanta chilometri più a nord su quegli altipiani passava l'equatore; eravamo a milleottocento metri sul livello del mare. Di giorno si sentiva di essere in alto, vicino al sole, ma i mattini, come la sera, erano limpidi e calmi, e di notte faceva freddo.

[Karen Blixen, La mia Africa, traduzione di Lucia Drudi Demby, Feltrinelli]

Citazioni

  • Amare la donna e la femminilità è proprio del maschio, come amare l'uomo e la virilità è proprio della donna; allo stesso modo la gente del nord è attratta dai paesi e dalle razze del sud. (p. 20)
  • Arrivati per la prima volta a Roma e a Firenze, gli antichi pittori, filosofi e poeti tedeschi e scandinavi si inginocchiarono per adorare il sud. (p. 20)
  • L'amore della guerra è una passione come un'altra, si amano i soldati come si amano le belle ragazze: fino alla pazzia. (p. 21)
  • Sempre mi è parso
    nobile l'indigeno
    e insulso l'immigrato
    . (p. 24)

[Karen Blixen, La mia Africa (Out of Africa), traduzione di Lucia Drudi Demby, Garzanti, 1966.]

Capricci del destino

Incipit di Il pranzo di Babette

In Norvegia c'è un fiordo – un braccio di mare lungo e chiuso tra alte montagne – che si chiama Berlevaag Fjord. Ai piedi di quelle montagne il paese di Berlevaag sembra un paese in miniatura, composto da casine di grigio, di giallo, di rosa e di tanti altri colori.
Settantacinque anni fa, in una delle casine gialle, vivevano due anziane signore. A quell'epoca altre signore portavano il busto, e le due sorelle avrebbero potuto portarlo con altrettanta grazia, perché erano alte e flessuose. Ma non avevano mai posseduto un oggetto di moda, e per tutta la vita si erano vestite dimessamente, di grigio o di nero. Erano state battezzate col nome di Martina e Filippa, in onore di Lutero e del suo amico Filippo Melantone.

[Karen Blixen, Il pranzo di Babette, traduzione di Paola Ojetti, I Racconti di Repubblica, n. 23.]

Il pescatore di perle

  • Rialzandosi, ella disse, gravemente: «Spererò sempre che tu venga. Perché senza speranza non si può danzare.»
  • «Chiunque sia nemico degli angeli è nemico di Dio, e chiunque sia nemico di Dio non ha più speranza. Io non ho speranza, e senza speranza non si può volare. Ecco perché non ho pace.»
  • Le perle sono come le favole dei poeti: un malanno trasformato in bellezza, e allo stesso tempo trasparente e opaco, segreti dal profondo portati alla luce per piacere alle giovani donne, che vi riconoscono i più profondi segreti racchiusi nel proprio cuore.
  • La luna in cielo era piena, le lunghe onde grigie venivano avanti una alla volta, e tutto quanto era attorno a me sembrava deciso a serbare un segreto.
  • Come può raggiungere l'equilibrio una creatura la quale non voglia rinunciare all'idea della speranza e del rischio?

L'anello

  • Aveva smesso da poco tempo di giocare con le bambole; ora che si acconciava i capelli da sola, soprintendeva personalmente a far stirare la propria biancheria e a sistemare i fiori nei vasi, viveva un'esperienza incantevole e amatissima: far tutto con gravità e sollecitudine, e sapere sempre che è un gioco.
  • Allora fu come se vedesse sé stessa con gli occhi dell'animale selvaggio rifugiato nel proprio nascondiglio buio: la silenziosa figura bianca che si avvicinava poteva significare la morte.
  • «Con quest'anello» – lasciato cadere da una parte e allontanato con un calcio dall'altra – «con quest'anello io m'unisco a te in matrimonio». Con quell'anello perduto lei s'era unita in matrimonio a qualcosa. A che cosa? Alla miseria, alla persecuzione, alla solitudine assoluta. Ai dolori e all'iniquità della terra. «E ciò che Dio ha unito l'uomo non può dividere.»


Bibliografia

  • Karen Blixen, La mia Africa, traduzione di Lucia Drudi Demby, Feltrinelli, 1989.
  • Karen Blixen, Capricci del destino (Anecdotes of destiny), trad. dall'inglese di Paola Ojetti, Feltrinelli, Milano, 1984.

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