Michael Moorcock: differenze tra le versioni

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===''Il mastino della guerra''===
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Fu nell'anno in cui la crudeltà vigente era arrivata al punto da richiedere non soltanto la crocifissione dei bambini dei contadini, ma anche quella dei loro animali domestici, che io incontrai per la prima volta Lucifero e venni trasportato all'Inferno perché il Principe delle Tenebre desiderava concludere un patto con me.
Fu nell'anno in cui la crudeltà vigente era arrivata al punto da richiedere non soltanto la crocifissione dei bambini dei contadini, ma anche quella dei loro animali domestici, che io incontrai per la prima volta Lucifero e venni trasportato all'Inferno perché il Principe delle Tenebre desiderava concludere un patto con me.

==''Programma finale''==
In [[Cambogia]], un paese che sulla carta geografica sta tra il [[Vietnam]] e la [[Thailandia]], fra lo ''n'' e lo ''zero'' nel quadro dei tempi, ce la magica città di Angkor, dove viveva, una volta, la potente razza Khmer.<br/>Nel milleottocento un esploratore francese riscoprì, sepolta nella giungla, la città di Angkor, che fu successivamente riportata alla luce da alcuni archeologi francesi.<br/>Gli abitanti, discendenti dai Khmers, avevano due teorie sull'origine della città: una, che fosse stata costruita dai giganti e l'altra, che la città fosse sorta dal nulla, al tempo della creazione del mondo.<br/>Sull'argomento, Maurice Wiggin, nell'edizione del ''Sunday Times'' del primo ottobre millenovecentosessantacinque, scriveva: "Riuscirono i cittadini di Angkor a realizzare il futuro progettato? A stento, perché se sembrarono adattarsi, volgendosi di prammatica dall'[[Induismo]] al [[Buddismo]], lo fecero solo per sopravvivere. (Di loro non restano che le più impressionanti rovine del mondo). E i grandi re dei Khmers non sono che polvere.


==Bibliografia==
==Bibliografia==

Versione delle 23:20, 4 apr 2011

Michael John Moorcock

Michael John Moorcock (1939 – vivente), scrittore britannico.

Incipit di alcune opere

Elric di Melniboné

Questa è la storia di Elric prima che venisse chiamato Uccisore di Donne, prima dello sfacelo finale di Melniboné. Questa è la storia della sua rivalità con il cugino Yyrkoon e del suo amore per la cugina Cymoril, prima che la rivalità e l'amore facessero sì che Imrryr, la Città Sognante, precipitasse tra le fiamme, violentata dai devastatori venuti dai Regni Giovani. Questa è la storia delle due spade nere Tempestosa e Luttuosa, e della loro scoperta e della parte che ebbero nel destino di Elric e di Melniboné: un destino foriero di un destino più grande, quello del mondo stesso. Questa è la storia di quando Elric era re, comandante dei draghi, delle flotte e di tutto il popolo di quella razza semiumana che aveva dominato il mondo per diecimila anni.
È una storia tragica, questa storia di Melniboné, l'Isola del Drago. Questa è una storia di emozioni mostruose e di ambizioni eccelse. Questa è una storia di stregonerie e di tradimenti e di ideali onorevoli, di sofferenze e di piaceri spaventosi, di amore amaro e di dolce odio. Questa è la storia di Elric di Melniboné. Gran parte di questa storia, lo stesso Elric l'avrebbe ricordata soltanto nei suoi incubi.

Gli dei perduti

Il palazzo di re Onald, dove non molto tempo prima tanti uomini erano morti e altri avevano atteso la propria fine, era stato ricostruito, ridipinto, ricoperto di nuovo di fiori; i suoi bastioni s'erano ancora una volta trasformati in terrazze adorne di pergolati. Ma Onald, il re di Lywm-an-Esh, non aveva potuto assistere alla rinascita di Halwyg-nan-Vake; egli infatti aveva trovato la morte durante l'assedio e sua madre regnava in qualità di reggente in nome del nipote, ancora minorenne.

Il mastino della guerra

Fu nell'anno in cui la crudeltà vigente era arrivata al punto da richiedere non soltanto la crocifissione dei bambini dei contadini, ma anche quella dei loro animali domestici, che io incontrai per la prima volta Lucifero e venni trasportato all'Inferno perché il Principe delle Tenebre desiderava concludere un patto con me.

Programma finale

In Cambogia, un paese che sulla carta geografica sta tra il Vietnam e la Thailandia, fra lo n e lo zero nel quadro dei tempi, ce la magica città di Angkor, dove viveva, una volta, la potente razza Khmer.
Nel milleottocento un esploratore francese riscoprì, sepolta nella giungla, la città di Angkor, che fu successivamente riportata alla luce da alcuni archeologi francesi.
Gli abitanti, discendenti dai Khmers, avevano due teorie sull'origine della città: una, che fosse stata costruita dai giganti e l'altra, che la città fosse sorta dal nulla, al tempo della creazione del mondo.
Sull'argomento, Maurice Wiggin, nell'edizione del Sunday Times del primo ottobre millenovecentosessantacinque, scriveva: "Riuscirono i cittadini di Angkor a realizzare il futuro progettato? A stento, perché se sembrarono adattarsi, volgendosi di prammatica dall'Induismo al Buddismo, lo fecero solo per sopravvivere. (Di loro non restano che le più impressionanti rovine del mondo). E i grandi re dei Khmers non sono che polvere.

Bibliografia

  • Michael Moorcock, Elric di Melniboné (contiene i romanzi Elric di Melniboné, Sui mari del fato e Il fato del lupo bianco), traduzione di Roberta Rambelli, Editrice Nord, 1978/90.
  • Michael Moorcock, Gli dei perduti, traduzione di Vito Messana, Delta Fantascienza, SugarCo Edizioni, 1974.
  • Michael Moorcock, Il mastino della guerra, traduzione di Annarita Guarnieri, Editrice Nord, 1984.

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