Marco Revelli: differenze tra le versioni

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*Eppure non è mai venuto meno un aspetto fondamentale di quell'ispirazione originaria, ovvero il rifiuto del minoritarismo, che credo sia validissimo anche nella situazione odierna. Insomma, anche oggi il problema non è di creare un piccola [[sinistra]]: o si riesce a creare una grande sinistra oppure non vale la pena di impegnarsi a fare nulla.<ref name=oper/>
*Eppure non è mai venuto meno un aspetto fondamentale di quell'ispirazione originaria, ovvero il rifiuto del minoritarismo, che credo sia validissimo anche nella situazione odierna. Insomma, anche oggi il problema non è di creare un piccola [[sinistra]]: o si riesce a creare una grande sinistra oppure non vale la pena di impegnarsi a fare nulla.<ref name=oper/>
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*Il 12 dicembre 1969 segna una frattura, nella storia della repubblica [...] perché effettivamente, allora, insieme a sedici persone comuni, morì un pezzo significativo della prima repubblica: una parte consistente dell’apparato statale passò consapevolmente nell’illegalità. Si pose come potere criminale continuando a occupare istituzioni vitali ed essendone tollerato (sono migliaia i ‘servitori dello Stato’, poliziotti, giudici, agenti segreti, politici, cancellieri, ministri, passacarte e uomini di mano che hanno cooperato per realizzare e
*Il 12 dicembre 1969 segna una frattura, nella storia della repubblica [...] perché effettivamente, allora, insieme a sedici persone comuni, morì un pezzo significativo della prima repubblica: una parte consistente dell’apparato statale passò consapevolmente nell’illegalità. Si pose come potere criminale continuando a occupare istituzioni vitali ed essendone tollerato (sono migliaia i ‘servitori dello Stato’, poliziotti, giudici, agenti segreti, politici, cancellieri, ministri, passacarte e uomini di mano che hanno cooperato per realizzare e poi coprire, depistare, insabbiare, rendere impunibile quel delitto). È da allora che l’Italia ha cessato di essere una democrazia costituzionale in senso pieno. (da ''Le due destre'', Bollati Boringhieri, 1996)
poi coprire, depistare, insabbiare, rendere impunibile quel delitto). È da allora che l’Italia ha cessato di essere una democrazia costituzionale in senso pieno. (da ''Le due destre'', Bollati Boringhieri, 1996)





Versione delle 20:50, 19 apr 2011

Marco Revelli (1947 – vivente), storico e sociologo italiano.

  • Noi invece applicammo lo schema dell'operaismo alle catene di montaggio della Fiat, identificando nell'operaio concreto che vedevamo il soggetto che l'operaismo ci aveva disegnato. Ma applicammo quello schema in modo rozzo, volgare, senza fare alcun passo in avanti, senza cogliere i limiti di quella pura e semplice descrizione sociologica del soggetto, limitandoci a far circolare i contenuti delle lotte, a fare i postini del soggetto operaio con i volantini da una porta all'altra di Mirafiori, a informare i diversi reparti su ciò che facevano gli altri, senza aggiungere nulla a ciò che quella lotta era in grado di fare.[1]
  • Eppure non è mai venuto meno un aspetto fondamentale di quell'ispirazione originaria, ovvero il rifiuto del minoritarismo, che credo sia validissimo anche nella situazione odierna. Insomma, anche oggi il problema non è di creare un piccola sinistra: o si riesce a creare una grande sinistra oppure non vale la pena di impegnarsi a fare nulla.[1]
  • Il progressismo è la malattie senile del riformismo.[1]
  • Il 12 dicembre 1969 segna una frattura, nella storia della repubblica [...] perché effettivamente, allora, insieme a sedici persone comuni, morì un pezzo significativo della prima repubblica: una parte consistente dell’apparato statale passò consapevolmente nell’illegalità. Si pose come potere criminale continuando a occupare istituzioni vitali ed essendone tollerato (sono migliaia i ‘servitori dello Stato’, poliziotti, giudici, agenti segreti, politici, cancellieri, ministri, passacarte e uomini di mano che hanno cooperato per realizzare e poi coprire, depistare, insabbiare, rendere impunibile quel delitto). È da allora che l’Italia ha cessato di essere una democrazia costituzionale in senso pieno. (da Le due destre, Bollati Boringhieri, 1996)


Lavorare in Fiat

Incipit

Epilogo di una sconfitta. Operai senza fabbrica
Ci sono giornate di vento, a primavera, in cui Torino pare di vetro. Le distanze allora si abbreviano fino a scomparire e, nella luce trasparente e fredda, tutto sembra confluire in un unico punto: ovunque si sia è ovunque. D'inverno, invece, Torino si fa d'un grigio terrigno, come un blocco di roccia compatta. E i flussi di vita che l'attraversano nelle strade simmetriche si riducono a sorde vibrazioni lungo le venature chiare che l'incrinano.
Comunque sia, Torino appartiene al regno minerale. Per "vivere", ha sempre richiesto grandi energie che l'agissero, passioni forti che l'animassero dall'interno. Creatura ctonia incapace di adattarsi alle superfici, quando la tensione s'acquieta finisce per riflettere, lungo le sue semplici geometrie, l'inerzia e l'angoscia.

Citazioni

Da una parte il mondo antico, ancora abitato da soggetti collettivi, che sia pure fra errori e ingenuità, seppero comunque elaborare una loro "etica della solidarietà", diversa e contrapposta da quella dell'individualismo acquisitivo, egualitaria e comunitaria. Dall'altra parte il mondo nuovo, dell'abbondanza e della solitudine, fondato sull'"etica della sopravvivenza", in cui al conflitto è sostituita la competizione, ai diritti il successo. E dove ci si salva o si fallisce da soli.

Incipit di Controcanto

Normale che il capo del governo attacchi in forma esplicita e addirittura «violenta» — anche in significativi ambiti internazionali — altri fondamentali poteri dello Stato, rompendo quel minimo di coesione istituzionale essenziale in ogni ordinamento democratico. E che il capo dello Stato debba intervenire a giorni alterni per correggere, mitigare, tentare di contenere l'opera di destabilizzazione istituzionale del capo del governo.
Normale che i presidenti dei due rami del Parlamento usino le rispettive cariche per regolare i conti interni al medesimo partito di maggioranza, come è avvenuto clamorosamente nello scorso mese di dicembre.
Normale persino che l'unico ostacolo visibile alla politica personale del presidente del Consiglio in Parlamento sia apparsa negli ultimi mesi una figura come Gianfranco Fini, cioè l'altro cofondatore del Partito delle libertà, come accade solo nei regimi a partito unico. E che ci tocchi sentire in televisione uno come Edward Luttwak, che certamente non è né un comunista né un giustizialista, spiegarci che l'anomalia italiana, vista dagli Stati Uniti, è l'assenza di opposizione.

Note

  1. a b c Da Quando Nietzsche incontrò Marx: per un bilancio storico dell'operaismo italiano, in Un'onda vi seppellirà, supplemento a MicroMega n. 6/2008 (ISSN 97703497371038004), pp. 179 sgg.

Bibliografia

  • Marco Revelli, Controcanto, Chiarelettere, 2010. ISBN 9788861901001
  • Marco Revelli, Lavorare in Fiat. Da Valletta ad Agnelli a Romiti. Operai sindacati robot, Garzanti, 1989. ISBN 881165680X

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