Lucrezia Borgia: differenze tra le versioni

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*''"Fuggite i Borgia, o giovani," | Ei proseguia più forte, | "Odio alla rea Lucrezia, | Dov'è Lucrezia è morte."'' (''[[Lucrezia Borgia (opera)]]'')
*''"Fuggite i Borgia, o giovani," | Ei proseguia più forte, | "Odio alla rea Lucrezia, | Dov'è Lucrezia è morte."'' (''[[Lucrezia Borgia (opera)]]'')


* Se per un certo periodo era vissuta da peccatrice, certamente morì da santa.<ref>Montanelli-Gervaso, ''Storia d'Italia. Volume 2 (1250-1600)'' edita con ''Il Corriere della Sera'', p. 346</ref>([[Indro Montanelli]])
* Se per un certo periodo era vissuta da peccatrice, certamente morì da santa. ([[Indro Montanelli]])
<ref>Montanelli-Gervaso, ''Storia d'Italia. Volume 2 (1250-1600)'' edita con ''Il Corriere della Sera'', p. 346</ref>

* Se Teodora di Bisanzio fu bravissima a far dimenticare le sue dissolutezze giovanili, Lucrezia – vissuta un migliaio d'anni più tardi – da cinque secoli si trascina l'ingiusta fama di essere simbolo della femmina che per raggiungere e conservare il potere utilizza senza remora alcuna il sesso, l'incesto e il delitto. Il ritratto della spregiudicata avvelenatrice, riproposto fino all'Ottocento da [[Alexandre Dumas (padre)|Alexandre Dumas]] e da [[Victor Hugo]], e che ispirò anche l'opera di [[Gaetano Donzinetti]], è completamente falso e solo in anni recenti è stato rivisto. ([[Bruno Vespa]])
* Se Teodora di Bisanzio fu bravissima a far dimenticare le sue dissolutezze giovanili, Lucrezia – vissuta un migliaio d'anni più tardi – da cinque secoli si trascina l'ingiusta fama di essere simbolo della femmina che per raggiungere e conservare il potere utilizza senza remora alcuna il sesso, l'incesto e il delitto. Il ritratto della spregiudicata avvelenatrice, riproposto fino all'Ottocento da [[Alexandre Dumas (padre)|Alexandre Dumas]] e da [[Victor Hugo]], e che ispirò anche l'opera di [[Gaetano Donzinetti]], è completamente falso e solo in anni recenti è stato rivisto. ([[Bruno Vespa]])

* Lucrezia Borgia è la figura più sciagurata fra le donne nella storia moderna. È forse tale perché fu la più colpevole? Ovvero le tocca soltanto portare il peso di un'esecrazione che il mondo per errore le ha inflitto? ([[Ferdinand Gregorovius]])<ref>Augias, ''I segreti di Roma'', p. 264.</ref>


== Note ==
== Note ==

Versione delle 22:23, 21 apr 2011

Lucrezia Borgia

Lucrezia Borgia (1480 – 1519), aristocratica italiana.

Citazioni di Lucrezia Borgia

  • [In punto di morte] Sono di Dio per sempre.[1]

Citazioni su Lucrezia Borgia

  • Dunque [Alessandro] Sesto sempre ti desidera Lucrezia? | O destino terribile! questi è il padre! (distico di Giovanni Pontano)
Ergo te semper cupiet, Lucretia, Sextus? | O fatum numinis! hic pater est!
  • "Fuggite i Borgia, o giovani," | Ei proseguia più forte, | "Odio alla rea Lucrezia, | Dov'è Lucrezia è morte." (Lucrezia Borgia (opera))
  • Se per un certo periodo era vissuta da peccatrice, certamente morì da santa. (Indro Montanelli)

[2]

  • Se Teodora di Bisanzio fu bravissima a far dimenticare le sue dissolutezze giovanili, Lucrezia – vissuta un migliaio d'anni più tardi – da cinque secoli si trascina l'ingiusta fama di essere simbolo della femmina che per raggiungere e conservare il potere utilizza senza remora alcuna il sesso, l'incesto e il delitto. Il ritratto della spregiudicata avvelenatrice, riproposto fino all'Ottocento da Alexandre Dumas e da Victor Hugo, e che ispirò anche l'opera di Gaetano Donzinetti, è completamente falso e solo in anni recenti è stato rivisto. (Bruno Vespa)
  • Lucrezia Borgia è la figura più sciagurata fra le donne nella storia moderna. È forse tale perché fu la più colpevole? Ovvero le tocca soltanto portare il peso di un'esecrazione che il mondo per errore le ha inflitto? (Ferdinand Gregorovius)[3]

Note

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Bibliografia

  • Geneviève Chastenet, Lucrezia Borgia. La perfida innocente, Mondadori collana Oscar storia, Milano, 1996. ISBN 978-88-04-42107-8

Voci correlate

Altri progetti

  1. Citato in Chastenet, p. 319.
  2. Montanelli-Gervaso, Storia d'Italia. Volume 2 (1250-1600) edita con Il Corriere della Sera, p. 346
  3. Augias, I segreti di Roma, p. 264.