Raimon Panikkar: differenze tra le versioni

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*È un dato di fatto che i ''[[Veda]]'' siano soltanto parzialmente integrati nelle tradizioni indiche successive, eppure proprio questo fatto conferisce loro una certa universalità, che va ben oltre le frontiere della cultura indica. Essi sono di origine aria, ma includono elementi innegabilmente non-arii; fatto, questo, controverso, che fa di questo sconcertante documento umano un imponente monumento di interazione interculturale, oltre che una manifestazione specifica della creatività umana. (p. 19-20)
*È un dato di fatto che i ''[[Veda]]'' siano soltanto parzialmente integrati nelle tradizioni indiche successive, eppure proprio questo fatto conferisce loro una certa universalità, che va ben oltre le frontiere della cultura indica. Essi sono di origine aria, ma includono elementi innegabilmente non-arii; fatto, questo, controverso, che fa di questo sconcertante documento umano un imponente monumento di interazione interculturale, oltre che una manifestazione specifica della creatività umana. (p. 19-20)
*L'uomo moderno è un uomo secolare, il che non vuol dire che non sia religioso o che abbia perduto il senso del sacro. Questa affermazione significa solo che la sua [[religione|religiosità]], e perfino il senso di sacralità che egli possiede, sono entrambi improntati a un atteggiamento secolare. (p. 24)
*L'uomo moderno è un uomo secolare, il che non vuol dire che non sia religioso o che abbia perduto il senso del sacro. Questa affermazione significa solo che la sua [[religione|religiosità]], e perfino il senso di sacralità che egli possiede, sono entrambi improntati a un atteggiamento secolare. (p. 24)
*L'uomo vedico è essenzialmente un uomo che celebra; egli però non celebra le proprie vittorie, e neppure una festa della natura in compagnia dei suoi simili; piuttosto concelebra con l'intero universo, assumendo il suo posto nel sacrificio cosmico in cui tutti gli [[Dei]] sono impegnati. (p. 39)


==Bibliografia==
==Bibliografia==

Versione delle 20:29, 26 apr 2011

La sepoltura ed una parte delle ceneri di Raimon Panikkar

Raimon Panikkar (1918 – 2010), filosofo, teologo, sacerdote e scrittore spagnolo.

Citazioni

  • Così come l'intero universo procede lungo il proprio percorso, anche tutta la nostra esistenza segue il suo corso e descrive un ciclo che corrisponde a quelli divini e cosmici. (da Gli Inni Cosmici dei Veda, a cura di Milena Carrara Pavan, BUR, Milano 2004, p. 1)
  • [...] "purificazione del cuore": non avere paura né di sé né degli altri. In questo sta la nuova innocenza. Questo è ciò che conta: non perdiamo tempo in teorie. Pensare di poter sistemare e risolvere tutto è un errore. Il mistero della vita è che il male esiste, che le tensioni non possono essere soppresse e che noi ci siamo dentro; che si deve fare il possibile, senza lasciarsi dominare e senza mai ritenere di possedere la verità assoluta. Bisogna accettare la condizione umana, sapere che un certo dubitare non si oppone alla fede; sapere che il senso di contingenza è necessario alla nostra vita. Devo rendermi conto che sono una parte di questa realtà e che non spetta a me controllarla; scoprire il senso della vita nella gioia, nella sofferenza, nelle passioni; invece di lamentare la difficoltà del vivere, rimandando ad un giorno che non arriva mai il momento di godere profondamente di questa vita, trovare questo senso in ogni istante. (da La nuova innocenza)

I Veda. Mantramañjarī

  • È un dato di fatto che i Veda siano soltanto parzialmente integrati nelle tradizioni indiche successive, eppure proprio questo fatto conferisce loro una certa universalità, che va ben oltre le frontiere della cultura indica. Essi sono di origine aria, ma includono elementi innegabilmente non-arii; fatto, questo, controverso, che fa di questo sconcertante documento umano un imponente monumento di interazione interculturale, oltre che una manifestazione specifica della creatività umana. (p. 19-20)
  • L'uomo moderno è un uomo secolare, il che non vuol dire che non sia religioso o che abbia perduto il senso del sacro. Questa affermazione significa solo che la sua religiosità, e perfino il senso di sacralità che egli possiede, sono entrambi improntati a un atteggiamento secolare. (p. 24)
  • L'uomo vedico è essenzialmente un uomo che celebra; egli però non celebra le proprie vittorie, e neppure una festa della natura in compagnia dei suoi simili; piuttosto concelebra con l'intero universo, assumendo il suo posto nel sacrificio cosmico in cui tutti gli Dei sono impegnati. (p. 39)

Bibliografia

  • Raimon Panikkar, I Veda. Mantramañjarī, a cura di Milena Carrara Pavan, traduzioni di Alessandra Consolaro, Jolanda Guardi, Milena Carrara Pavan, BUR, Milano, 2001.

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