Stefano Benni: differenze tra le versioni

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Quand'ero molto piccolo ho visto un Dio. Scarpagnavo verso la Bisacconi. Scarpagnare vuol dire camminare a saltelli per via del dislivello, io abitavo in montagna, la scuola era in basso. Si scarpagna senza pause, con l'inerzia della discesa che impedisce di fermarsi, un continuo scuotimento nei giovani marroni e un piccolo ansito nei polmoncini.
Quand'ero molto piccolo ho visto un Dio. Scarpagnavo verso la Bisacconi. Scarpagnare vuol dire camminare a saltelli per via del dislivello, io abitavo in montagna, la scuola era in basso. Si scarpagna senza pause, con l'inerzia della discesa che impedisce di fermarsi, un continuo scuotimento nei giovani marroni e un piccolo ansito nei polmoncini.


===Citazioni===
Il mondo si divide in: quelli che mangiano il cioccolato senza il pane; quelli che non riescono a mangiare il cioccolato se non mangiano anche il pane; quelli che non hanno il cioccolato; quelli che non hanno il pane.
*Che brandello di vita, che pochi pensieri e volti, che solitudine senza volto.
*Se una lampadina si fulmina è perché ha visto qualcosa che non le è piaciuto.
*E capii che nella vita non volevo diventare come certe persone, e avrei cercato con tutta la mia forza di essere come certe altre.
*Uno crede che una volta che le cosa vanno bene, che hanno preso l'anda della felicità, la strada sarà sempre in discesa, basta prendere più spinta e la goduria aumenta, diventa vertiginosa, e si sarà sempre più felici finché si raggiunge il trampolino della fortuna e si vola nel nirvana del perfetto culo.<br />Non è così.<br />Subito dossi, cunette, sassi in mezzo alla strada, e sbandate fuori dai tornanti. E davanti a noi, una gran salita che non si vede la cima.
*Ci sono momenti nella vita che uno non si rende conto di essere ridicolo e sciocco, non puoi cancellarli dal curriculum, poi ti risveglierai, li ricorderai con un po' di vergogna, ma la vergogna è qualcosa che ci attacchi dopo.
*Soffrivo come Otello, o come uno stronzo.
*Bisogna assomigliare alle parole che si dicono. Forse non parola per parola, ma insomma ci siamo capiti.
*La vita si spalancava davanti a me, ero libero, e la libertà è rischiosa, non puoi sapere se nel tuo fiume c'è un mulinello pronto a strangolarti, se dietro la curva la strada prosegue in salita o sprofonda in un burrone, se c'è ad attenderti una locanda o lo sceriffo di Nottingham. La libertà, diceva Baruch, è un fungo che devi assaggiare, non puoi sapere prima se ti fa male o no. E io non sapevo quale dei miei due orologi avrebbe battuto più forte. Non sapevo neanche più se ero giovane o vecchio. Un giovane che morirà a vent'anni, a diciotto è già vecchio.
*Il destino ti da la spinta e ti butta in acqua. Ma sei tu che decidi se tornare su oppure nuotare nella corrente, finché trovi un mulinello più forte della tua voglia di vivere, e addio merlo.
*Capiscilo tu, perché certi uomini non sanno più capire.
*Una volta all'uscita della scuola vidi Jeanne piangere, appoggiata al muro. Lui uscì e fece finta di non vederla.<br />– È tutta scena, Saltatempo – disse – le donne sono attrici, te ne accorgerai.

{{NDR|Stefano Benni, ''Saltatempo'', Feltrinelli}}


==[[Incipit]] di alcune opere==
==[[Incipit]] di alcune opere==

Versione delle 19:14, 28 apr 2011

Stefano Benni

Stefano Benni (1947 – vivente), giornalista, scrittore e poeta italiano.

Citazioni di Stefano Benni

  • Computer: cretino ad alta velocità in dotazione, spesso, a cretini molto lenti.  Fonte? Fonte?
  • Donne e scoregge scappano..anche se non vuoi. (da La grammatica di Dio)
  • È morto Robert Mitchum: gli altri erano grandi, lui era unico. (da Bar Sport Duemila, pp. 79-80)
  • [Riferito a Billie Holiday] E quando tornerete a casa dite
    Ho sentito cantare un angelo
    Con le ali di marmo e raso
    Puzzava di whisky era negra puttana e malata
    Dite il mio nome a tutti, non mi dimenticate
    Sono la regina di un reame di stracci
    Sono la voce del sole sui campi di cotone
    Sono la voce nera piena di luce
    Sono la lady che canta il blues
    Ah, dimenticavo... e mi chiamo Billie
    Billie Holiday (da Lady sings the blues)
  • Il buco nell'ozono? La colpa è di Toto Cutugno: usa talmente tanta lacca che ogni volta che si dà un colpo di spazzola si stacca un pezzo di Antartide.[1]
  • Il cuore c'ha le valvole, non le molle. (da La grammatica di Dio)
  • Il poker si gioca in quattro, oppure in tre col morto, o anche meglio in tre col pollo. (da Bar Sport)
  • La giraffa ha il cuore lontano dai pensieri. Si è innamorata ieri, e ancora non lo sa. (da Ballate)
  • Le idee sono come le tette: se non sono abbastanza grandi si possono sempre gonfiare. (da La compagnia dei Celestini)
  • Non si può entrare nel mondo della filosofia a forza di citazioni ma bisogna leggere qualcosa, non si può spiegare Platone senza invogliare a leggere qualcosa di Platone. (da MicroMega, maggio 2001; citato in Gratta il filosofo, troverai il comico, Corriere della sera, 25 novembre 2001)
  • Per il resto criticò un po' l'ornitorinco, disse che il Fabbricatore faceva bene a non sprecare niente, ma si vedeva benissimo che quella era roba fatta con i ritagli. (da Terra!)
  • – Pronto? Parlo con Giulio Andreotti?
    – Dipende...
    [1]
  • Questa sinistra mi mette tristezza e non me ne frega più niente di dirlo. A costo di far rivoltare nella tomba mio nonno stalinista. Non capisco questa corsa al Grande Centro che poi è un centrino da tavola, con due o tre ideuzze perbene apparecchiate. Non capisco questo mimetizzarsi da camaleonti dentro una politica che non s' interessa più della polis, della comunità, ma solo della lotta per il danaro e per il potere. Tanto che bisognerebbe cambiarle nome, invece di Politica che so, Lucratica, Imperiotica. Sono stufo di sentirli parlare soltanto di Borsa e cambi. Di vederli copiare l'avversario, alla rincorsa dell'immagine. Berlusconi veste i suoi da ginnasti dell'Ottocento e li porta alle Bermuda? D'Alema convoca i Vip in convento. Dov'è la differenza? (citato in Dacci oggi il nostro VIP quotidiano, la Repubblica, 13 gennaio 1996)

Achille piè veloce

Incipit

L'uomo con i libri sottobraccio uscì di casa e il mondo non c'era.
Guardò meglio e vide che c'era ancora, ma una fitta nebbia lo nascondeva, forse per salvarlo da qualche pericolo. Era il solito mondo e l'uomo ne vide alcuni dettagli ai suoi piedi: una crepa sul marciapiede, un brandello di aiuola, una foglia morta per i poeti, palminervia per i botanici, caduta per gli spazzini. Poi gli apparvero il tronco di un albero, lo scheletro di una bicicletta senza ruote e una luce gialla al di là della strada.
Lì si diresse.
Aspirò una boccata di umida brezza del mattino e fece entrare azoto, ossigeno, argon, xenon & radon, vapore acqueo, monossido di carbonio, biossido di azoto, piombo tetraetile, benzene, particolato di carbonati e silicati, alcune spore fungine, un'aeroflotta di batteri, un pelo anonimo, un ectoparassita di piccione, pollini anemofili, una stilla di anidride solforosa convolata da una remota fabbrica, e un granello di sabbia proveniente da Tevtikiye, Turchia occidentale, trasportato dallo scirocco della notte.
Insomma, respirò l'aria della città.

Citazioni

  • La vita di un puntuale è un inferno di solitudini immeritate. (Achille, cap. 3)
  • Lei fa tutto "quasi"? Anch'io. Ma nel mio "quasi" c'è un'impossibilità, nel suo c'è una scelta, una noia, un'insufficienza. Lei è qualche volta "quasi" solo? (Achille a Ulisse, cap. 8)
  • Quando uno è triste non servono le classifiche, non c'è un tristometro, è inutile dire sto mediamente peggio di te o decisamente meglio di te, si diventa tutti ottusi ed egoisti e la propria tristezza diventa una grande campana in cui ci si chiude, per non ascoltare la tristezza degli altri. (cap. 9)
  • Non ci accorgiamo mai che c'è una pagina nel libro che non riusciamo a capire, la più bianca, la più inutile, e invece è quella per cui tutto è stato scritto. Perché non riusciamo a vederla? (Achille, cap. 23)
  • Cosa succede alle persone cosiddette normali quando incontrano di colpo un matto che urla, o le investe di un delirio incomprensibile? Quando vedono qualcuno crollato a terra, o inchiodato da uno spasmo sui gradini di una chiesa? Dopo l'incontro restano immobili, con un'espressione di disagio, di paura o di stordimento. Ma il loro volto è cambiato, è come se fossero state fotografate da una luce accecante, scuotono la testa, parlano da sole, per un attimo anche la loro normalità sembra incrinata. Cos'hanno visto nel lampo di quella luce, quale paesaggio, quale specchio, quale verità insostenibile che dimenticheranno subito dopo, ma la cui immagine resterà per sempre, in qualche recesso buio del loro cuore, nella biblioteca in fiamme della loro vita? (inizio del libro di Achille, cap. 21)
  • Quanti cristi inchiodati a una sedia o a un letto la gente scavalca, per inchinarsi a un cristo di legno. Quanti sacrifici dimenticati, per ricordarne uno. Se mi facessero entrare in una chiesa, griderei: smettete di guardare quell'altare vuoto. Adoratevi l'un l'altro.
  • Solo il dolore insegna cos'è la vita senza il dolore.
  • Hai un nome a cui rispondi, il nome con cui ti chiamano gli uomini. Ma qual è il nome del tuo mistero, il nome a cui rispondono i tuoi ricordi, le tue paure, la tua ispirazione? Credi che ci sia una parola che può descrivere tutto questo? Non c'è: se ci fosse, sarebbe il nome del tuo buio.. Quanti libri nascosti nel silenzio di chi vive immobile, muto, cieco. Avresti mai detto che dietro una brutta copertina, in una testa così mal costruita ci fosse l'ordine e il disordine di una storia? Non ci accorgiamo mai che c'è una pagina nel libro che non riusciamo a capire, la più bianca, la più inutile, che è invece quella per cui tutto è stato scritto. Perché non riusciamo a vederla?

Baol

Incipit

È una tranquilla notte di Regime. Le guerre sono tutte lontane. Oggi ci sono stati soltanto sette omicidi, tre per sbaglio di persona.
L'inquinamento atmosferico è nei limiti della norma. C'è biossido per tutti. Invece non c'è felicità per tutti. Ognuno la porta via all'altro. Così dice un predicatore all'angolo della strada, uno dall'aria mite di quelli che poi si ammazzano insieme a duecento discepoli. Ce n'è parecchi in città. Dai difensori dei diritti dei piccioni alla Liga artica. Siamo una democrazia. Ogni tanto, sul marciapiede, si inciampa in qualcuno con le mani legate dietro la schiena. Forse la polizia lo ha dimenticato la notte prima. Ho guardato in alto, oltre le insegne illuminate e, obliqua su un grattacielo, c'era la luna.
Le ho detto: Cosa ci fa una ragazza come te in un posto come questo?

Citazioni

  • Triste è l'uomo che ama le cose solo quando si allontanano.
  • Se i tempi non chiedono la tua parte migliore inventa altri tempi. (Baolian, libro II, vv. 16-17)
  • Il vero baol non si annoia mai
    tutt'al più si addormenta. (Fernando Biudek, maestro baol)
  • Perché sono qui stanotte, solo e triste a dieci anni dal Duemila? Perché sono un soldato. E dietro ogni soldato c'è una donna.
  • Ma il numero che anni fa mi diede una piccola notorietà era questo: facevo sparire una grossa oca. La mettevo sotto un telo scuro e lei spariva. Nessuno capiva come facessi. Vi dirò la verità: neanche io. Era l'oca che era brava.
  • I maghi non sono moralisti, però sanno dov'è il trucco. (Bed)
  • Non si può spiegare il baol, e soprattutto non si può spiegare perché non si può spiegare.
  • Io non so se Dio esiste, ma se non esiste ci fa una figura migliore. (Galles, barista del bar "Apocalypso", ad un cliente)
  • La lampadina della mia camera d'albergo si è fulminata, o forse si è uccisa.
  • Uno non può fare l'eroe tutta la vita. Anzi, il più delle volte non può farlo per più di 10 minuti. Certo, in quei dieci minuti si vedono le cose diversamente.
  • Sto qua e ascolto il pianista. Sono all'ultimo tavolo a sinistra in fondo. Se non vi piace lo spirito del tempo, se vi piacerebbe conoscere la filosofia baol, se non riuscite a dormire o se state dormendo, venite. Mi riconoscerete subito: ho un tatuaggio a forma di fiocco di neve sulla mano. Starò qui fin a quando il pianista suonerà. E finché ci sono io suonerà.

[Stefano Benni, Baol, Feltrinelli]

Comici Spaventati Guerrieri

Incipit

Lucio Lucertola festeggiò il suo settantesimo compleanno svegliandosi.

Citazioni

  • [...] la mitezza è un privilegio grande ma il dolore la avvelena in un attimo, io esco da quella galera e la città è peggio che mai, la gente cade per terra, parla da sola, vomita e crepa e tutti passano e non hanno visto niente, e si affrettano a dare nuovi eleganti nomi alla loro corruzione, e ogni tanto parlano dell'uomo comune, ipocriti, l'uomo comune che vi piace è stupido e avido come voi, così lo vorreste, un vigliacco che può ammazzare per vigliaccheria, mentre loro ammazzano per necessità, per i loro divini soldi, Lucia, sono loro ora gli estremisti, violenti assassini estremisti dell'ideologia più ideologia del secolo, un'economia più sacra di una religione, più feroce di un esercito[...] {Monologo di Lee}

[Stefano Benni, Comici spaventati guerrieri, Feltrinelli]

Elianto

Incipit

C'era un gran rumore negli universi. Generazioni di stelle nascevano e morivano sotto lo sguardo di telescopi assuefatti, fortune elettromagnetiche venivano dissipate in un attimo, sorgevano imperi d'elio e svanivano civiltà molecolari, gang di gas sovreccitati seminavano il panico, le galassie fuggivano rombando dal loro luogo d'origine, i buchi neri tracannavano energia e da bolle frattali nascevano universi dissidenti, ognuno con legislazione fisica autonoma.
Ovunque si udiva il grido angoscioso di schegge, brandelli, filamenti, scampoli, frattaglie chimiche e asteroidi nomadi che cercavano invano l'intero a cui erano uniti fino all'istante prima. Era un coro di orfani e profughi spaziali, in fuga verso il nulla con un muggito di mandria terrorizzata.
Fu in questo scenario di divorzio universale che un giovane ardito atomo di ossigeno si slanciò dal trapezio della vecchia molecola per volare verso un nuovo trapezio, dove lo attendeva un atomo di idrogeno per una nuova eccitante combinazione. Ma, dopo un triplo salto mortale, l'atomo acrobata mancò per un nonnulla le braccia protese dell'idrogeno-porteur, e precipitò nel vuoto sidereo con un urlo angoscioso.
L'atomo di ossigeno era il nipotino preferito di una gigantesca stella Supernova che, impazzita per il dolore, puntò la sua massa contro una piccola galassia lenticolare, e già si attendeva il lampo e lo schianto di un miliardo di stelline, quando improvvisamente si fece un gran silenzio.
Tutto nei cieli si fermò.

Citazioni

  • I tempi cambiano, come dice la canzone, anche se non sempre i tempi cambiano come vorrebbero le canzoni.
  • – E se avessi immaginato tutto? – disse Elianto.
    – Se avessi immaginato tutto, saresti comunque guarito.
  • Ci vuole un gran fisico per correre dietro ai sogni.
  • Ci fu una grande battaglia di idee e alla fine non ci furono né vincitori, né vinti, né idee.

[Stefano Benni, Elianto, Feltrinelli]

L'ultima lacrima

Incipit

È tutto pronto in casa Minardi. La signora Lea ha pulito lo schermo del televisore con l'alcol, c'ha messo sopra la foto del matrimonio, ha tolto la fodera al divano che ora splende in un vortice di girasoli. Ha preparato un vassoio di salatini, un panettone fuori stagione, il whisky albionico e l'aranciata per i bambini. Ha lustrato le foglie del ficus, ha messo sul tavolino di vetro la pansé più bella. I tre figli la guardano mentre controlla se tutto è in ordine, si tormenta i riccioli della permanente e becchetta coi tacchi sul pavimento tirato a cera. Non l'avevano mai vista in casa senza pantofole.

Citazioni

  • Non esistono uomini cattivi [...] se sono cucinati bene.
  • Neanche a pensarci. Non si muove. Ho un'idea: metto un nastro di samba. I cuori non resistono al ritmo del samba.

[Stefano Benni, L'ultima lacrima, Feltrinelli, 1996]

Margherita dolcevita

Incipit

Sono andata a letto e le stelle non c'erano più. Ho pulito per bene il vetro della finestra, ma niente da fare. Erano sparite. Era sparita Sirio e Venere e Carmilla e Altazor. E anche Mab e Zelda e Bacbuc e Dandelion e la costellazione del Tacchino e la Croce di Lennon.

Citazioni

  • Allora io raccolgo i chilometri di pellicola della mia vita, mi ci avvolgo come nelle spire di un serpente e alla fine trovo quel pezzo di racconto. Cerco di togliere via il troppo dolore, e la futilità, e i particolari superflui, tanto so che torneranno poco alla volta.
  • Beh, lo confesso, il treno mi erotizza, perché penso che lì incontrerò il mio grande amore. Immaginavo che da un momento all'altro sarebbe entrato nello scompartimento. Come sarebbe stato? Un giovane rivoluzionario come il Che del poster? Un bruttino intellettuale e dolcemente triste come il cantante dei Radiohead? Una lesbica nera vestita da Batgirl? Il mio adorato Hannibal? Oppure il controllore più sexy del mondo?
  • E ci sono periodi molto maperò nella vita. Il fiume degli eventi ristagna e non si sa quale direzione prenderà, e andiamo alla deriva in acque torbide. Poi l'acqua diventa limpida, il torrente scorre, e tutto torna trasparente. Così fu la mia vita, da quel mattino.
  • Io l'ho vista tanti anni fa, quella fatale bambina. Ho seguito i fari dei suoi occhi nelle tempeste. Ho fatto naufragio per amore di una sirena. Ho visitato i mari più lontani e sconfinati, e nessuno era grande come il nostro prato.
  • "No, non chiamare l'orrore con altri nomi. Questo lascialo fare a loro."
  • Tutto era perduto? Era inevitabile che fosse cambiato? Dovevo dimenticare? Dobbiamo chiudere gli occhi? Dobbiamo perdonare, poiché ognuno vive di briciole? Dobbiamo pensare che tutto ciò che ci tormenta è ben piccola cosa visto dalle lontanissime stelle, Altazor, Grapatax, Mab, Zelda e Dandelion? Oppure, proprio perché siamo piccola cosa, dobbiamo combattere per la nostra briciola di giustizia, o le stelle crolleranno?
  • Il mondo si divide in: quelli che mangiano il cioccolato senza il pane; quelli che non riescono a mangiare il cioccolato se non mangiano anche il pane; quelli che non hanno il cioccolato; quelli che non hanno il pane.
  • La comunicazione perfetta esiste. Ed è un litigio.
  • Perciò io, che sono una bambina in scadenza, penso:
    a) che i grandi non hanno più nulla da insegnarci;
    b) che sarebbe meglio se noi prendessimo le decisioni, e i temi scolastici contro la guerra li scrivessero loro;
    c) che dovrebbero smettere di fare i film dove la giustizia trionfa e farla trionfare subito all'uscita del film. Ebbene sì, sono polemica. (p. 12)
  • Tu sei la pubblicità della sfiga.
  • Ma quando dormiamo siamo tutti uguali, morfeonauti inermi nel colorato gorgo, e non conta cosa si sogna, se no saremmo tutti in galera. E non è neanche giusto dire: mi sono svegliato incazzato, ti sei svegliato e poi, in un attimo, hai fabbricato i tuoi motivi di rabbia. E se metti la sveglia per andare a fare un attentato di buon'ora, beh, fino a quando la sveglia non trilla sei innocente.
  • Dentro un raggio di sole che entra dalla finestra, talvolta vediamo la vita nell'aria. E la chiamiamo polvere.
  • Una gigantesca, unica ragione divideva il mondo in quelli che l'avevano, cioè tutti, e gli altri, e cioè tutti.

[Stefano Benni, Margherita dolcevita, Feltrinelli]

Saltatempo

Incipit

Quand'ero molto piccolo ho visto un Dio. Scarpagnavo verso la Bisacconi. Scarpagnare vuol dire camminare a saltelli per via del dislivello, io abitavo in montagna, la scuola era in basso. Si scarpagna senza pause, con l'inerzia della discesa che impedisce di fermarsi, un continuo scuotimento nei giovani marroni e un piccolo ansito nei polmoncini.

Citazioni

  • Che brandello di vita, che pochi pensieri e volti, che solitudine senza volto.
  • Se una lampadina si fulmina è perché ha visto qualcosa che non le è piaciuto.
  • E capii che nella vita non volevo diventare come certe persone, e avrei cercato con tutta la mia forza di essere come certe altre.
  • Uno crede che una volta che le cosa vanno bene, che hanno preso l'anda della felicità, la strada sarà sempre in discesa, basta prendere più spinta e la goduria aumenta, diventa vertiginosa, e si sarà sempre più felici finché si raggiunge il trampolino della fortuna e si vola nel nirvana del perfetto culo.
    Non è così.
    Subito dossi, cunette, sassi in mezzo alla strada, e sbandate fuori dai tornanti. E davanti a noi, una gran salita che non si vede la cima.
  • Ci sono momenti nella vita che uno non si rende conto di essere ridicolo e sciocco, non puoi cancellarli dal curriculum, poi ti risveglierai, li ricorderai con un po' di vergogna, ma la vergogna è qualcosa che ci attacchi dopo.
  • Soffrivo come Otello, o come uno stronzo.
  • Bisogna assomigliare alle parole che si dicono. Forse non parola per parola, ma insomma ci siamo capiti.
  • La vita si spalancava davanti a me, ero libero, e la libertà è rischiosa, non puoi sapere se nel tuo fiume c'è un mulinello pronto a strangolarti, se dietro la curva la strada prosegue in salita o sprofonda in un burrone, se c'è ad attenderti una locanda o lo sceriffo di Nottingham. La libertà, diceva Baruch, è un fungo che devi assaggiare, non puoi sapere prima se ti fa male o no. E io non sapevo quale dei miei due orologi avrebbe battuto più forte. Non sapevo neanche più se ero giovane o vecchio. Un giovane che morirà a vent'anni, a diciotto è già vecchio.
  • Il destino ti da la spinta e ti butta in acqua. Ma sei tu che decidi se tornare su oppure nuotare nella corrente, finché trovi un mulinello più forte della tua voglia di vivere, e addio merlo.
  • Capiscilo tu, perché certi uomini non sanno più capire.
  • Una volta all'uscita della scuola vidi Jeanne piangere, appoggiata al muro. Lui uscì e fece finta di non vederla.
    – È tutta scena, Saltatempo – disse – le donne sono attrici, te ne accorgerai.

[Stefano Benni, Saltatempo, Feltrinelli]

Incipit di alcune opere

Bar Sport

Al bar Sport non si mangia quasi mai. C'è una bacheca con delle paste, ma è puramente coreografica. Sono paste ornamentali, spesso veri e propri pezzi d'artigianato. Sono lì da anni, tanto che i clienti abituali, ormai, le conoscono una per una. Entrando dicono: «La meringa è un po' sciupata, oggi. Sarà il caldo». Oppure: «È ora di dar la polvere al krapfen». Solo, qualche volta, il cliente occasionale osa avvicinarsi al sacrario. Una volta, ad esempio, entrò un rappresentante di Milano. Aprì la bacheca e si mise in bocca una pastona bianca e nera, con sopra una spruzzata di quella bellissima granella in duralluminio che sola contraddistingue la pasta veramente cattiva. Subito nel bar si sparse la voce: «Hanno mangiato la Luisona!». La Luisona era la decana delle paste, e si trovava nella bacheca dal 1959. Guardando il colore della sua crema i vecchi riuscivano a trarre le previsioni del tempo. La sua scomparsa fu un colpo durissimo per tutti. Il rappresentante fu invitato a uscire nel generale disprezzo. Nessuno lo toccò, perché il suo gesto malvagio conteneva già in sé la più tremenda delle punizioni. Infatti fu trovato appena un'ora dopo, nella toilette di un autogrill di Modena, in preda ad atroci dolori. La Luisona si era vendicata.
[Stefano Benni, Bar Sport, Mondadori, 1979]

Il bar sotto il mare

Non so se mi crederete. Passiamo metà della vita a deridere ciò in cui altri credono, e l'altra metà a credere in ciò che altri deridono
Camminavo una notte in riva al mare di Brigantes, dove le case sembravano navi affondate, immerse nella nebbia e nei vapori marini, e il vento dà ai rami degli oleandri lente movenze di alga.
Non so dire se cercassi qualcosa, o se fossi inseguito: ricordo che erano tempi difficili ma io ero, per qualche strana ragione, felice.
[Stefano Benni, Il bar sotto il mare, Feltrinelli, 2006]


La Compagnia dei Celestini

"È stato calcolato che il peso delle formiche esistenti sulla terra è pari a venti milioni di volte quello di tutti i vertebrati." Così lo scultore ottocentesco Amos Pelicorti detto il Mirmidone rispondeva a coloro che gli chiedevano perché componesse le sue opere in mollica di pane.

Pane e tempesta

Nei sogni della notte i cattivi chiedono perdono ed i buoni uccidono.
Sarebbe bello durare quanto i racconti che abbiamo ascoltato e che raccontiamo. Ma loro dureranno più di noi.
E anche se il vento ci soffia contro, abbiamo sempre mangiato pane e tempesta, e passeremo anche questa.
[Stefano Benni, Pane e tempesta, Feltrinelli]

Spiriti

Una notte un uomo si svegliò in mezzo al deserto, senza sapere quanto aveva camminato, né perché.
Quando l'ultima nuvola scivolò via dalla luna, l'ombra dell'uomo si allungò come se sgorgasse dalla terra. Un filo d'acqua scorreva tenace nel greto screpolato del fiume, e non faceva più rumore di un respiro.
Alla nota del fiume si accordò un altro suono. L'uomo, con un bastoncino, batteva sul fango secco. Quel rumore ritmico, il pulsare di un cuore, richiamò qualcuno.
[Stefano Benni, Spiriti, Feltrinelli]

Note

Bibliografia

  • Stefano Benni, Baol, Feltrinelli.
  • Stefano Benni, Bar Sport, Mondadori, 1979. ISBN 8804369825
  • Stefano Benni, Bar Sport Duemila, collana I Narratori, Feltrinelli, 1997. ISBN 8807015293
  • Stefano Benni, Comici spaventati guerrieri, Feltrinelli
  • Stefano Benni, Elianto, Feltrinelli.
  • Stefano Benni, Il bar sotto il mare, Feltrinelli, 2006. ISBN 8807810778
  • Stefano Benni, L'ultima lacrima, Feltrinelli, 1996. ISBN 8807813947
  • Stefano Benni, La compagnia dei Celestini, Feltrinelli, 1995. ISBN 8807812797
  • Stefano Benni, Margherita Dolcevita, Feltrinelli, 2005.
  • Stefano Benni, Pane e tempesta, Feltrinelli.
  • Stefano Benni, Saltatempo, Feltrinelli.
  • Stefano Benni, Spiriti, Feltrinelli.
  • Stefano Benni, Terra!, Feltrinelli, 1991.

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