Doris Lessing: differenze tra le versioni

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Versione delle 23:04, 12 mag 2011

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Doris Lessing

Doris Lessing, pseudonimo di Doris May Tayler (1919 – vivente), scrittrice britannica.

  • Detesto il fatto che gli uomini debbano essere classificati in laburisti, conservatori, socialdemocratici o di sinistra. Le ideologie, come le fedi, hanno fatto e continuano a fare un'immensa quantità di male. Poi grazie a Dio tramontano e scompaiono. (citato in Franco Cordelli, Doris Lessing, la scrittrice in fuga dalle ideologie, Il Corriere della sera, 12 ottobre 2007, pag. 57)
  • È dai falliti e dagli sconfitti di una civiltà che se ne possono meglio giudicare le debolezze. (da L'erba canta, a cura di M. A. Saracino, La Tartaruga)
  • Nessuno di voi chiede qualcosa, ma tutto, e solo finché ne avete bisogno. (da Il taccuino d'oro, traduzione di M. Serini, Feltrinelli)
  • Quello che le femministe vogliono da me è qualcosa che loro non hanno preso in considerazione perché proviene dalla religione. Vogliono che sia loro testimone. Quello che veramente vorrebbero dirmi è Sorella, starò al tuo fianco nella lotta per il giorno in cui quegli uomini bestiali non ci saranno più. Veramente vogliono che si facciano affermazioni tanto semplificate sugli uomini e sulle donne? In effetti, lo vogliono davvero. Sono arrivata con grande rammarico a questa conclusione. (da The New York Times, 25 luglio 1982)

Citazioni senza fonte

  • La narrativa spaziale o scientifica è diventata un dialetto per la nostra epoca.
  • Se un pesce è l'incarnazione del movimento dell'acqua, allora il gatto è un diagramma e un disegno dell'aria sottile.
  • Una donna senza un uomo non può fare a meno di pensare quando ne incontra uno, di qualsiasi età, che forse quello potrebbe essere il suo uomo.

Memorie di una sopravvissuta

Incipit

Tutti noi ricordiamo quel tempo. Non fu diverso per me da quel che fu per gli altri. Eppure, continuiamo a raccontarci in ogni particolare gli eventi che abbiamo condiviso, e ripetendo, ascoltando, è come se dicessimo: «Fu così anche per te? Allora è vero, fu proprio così, deve essere stato così, non era un mio sogno». Concordiamo o discutiamo come persone che hanno visto creature straordinarie durante un viaggio: «Hai visto quel grosso pesce azzurro? Ah, quello che hai visto tu era giallo!»

Citazioni

  • Felicità? È una parola che, di tanto in tanto, nella mia vita, ho raccolto, ho osservato – ma mai l'ho scoperta sotto le stesse sembianze. (pp. 9-10)
  • Gli anziani tendono a non vedere – l'hanno dimenticato! – l'essere nascosto nella giovane creatura, il più forte e più potente fra i personaggi che abitano un corpo adolescente, l'essere che istruisce, sceglie l'esperienza – e protegge. (p. 60)
  • Afflizione – sì, un atto di profondo dolore, ecco cos'è. (p. 166)

Incipit di alcune opere

Il quinto figlio

Harriet e David si conobbero a una festa aziendale a cui nessuno dei due aveva avuto molta voglia di andare e subito capirono di non aver atteso altro.
Antiquati vecchio stampo, retrogradi, timidi, troppo esigenti così la gente li definiva, ma non terminava qui la lista di aggettivi poco teneri che si attiravano. Entrambi difendevano un'idea di sé a cui erano testardamente attaccati; quella di essere, a buon diritto, gente comune. A quella famosa festa circa duecento persone si accalcavano in una stanza lunga, solenne e troppo decorata che per trecentotrentaquattro giorni l'anno fungeva da sala riunioni. Tre ditte collegate, che in un modo o nell'altro avevano a che fare con l'edilizia, avevano unito le loro forze per organizzare la festa di fine d'anno. C'era un gran baccano. Il ritmo martellante di un'orchestrina scuoteva il pavimento e le pareti. Erano in molti a ballare pigiati assieme per mancanza di spazio; le coppie saltellavano in su e in giù o giravano su se stesse come su un perno invisibile. Le donne si erano tutte agghindate, alcune con abiti fatali, altre in modo bizzarro, altre ancora con colori sgargianti.

L'abitudine di amare

Nel 1947 George scrisse di nuovo a Myra, dicendo che ora che la guerra era finita da un pezzo sarebbe dovuta tornare per sposarlo. Dall'Australia, dove s'era recata con i suoi due figli nel 1943, perché aveva là dei parenti, lei gli rispose dicendo di sentire che le loro strade erano ormai divise; non era più sicura di voler sposare George. Questi non si lasciò scoraggiare. Le inviò telegraficamente l'importo del viaggio in aereo e la pregò di andarlo a trovare. Vi andò, ma per due settimane, perché non poteva lasciar soli i ragazzi più a lungo. Disse che l'Australia le piaceva, e le piaceva il clima; quello inglese non le andava più, e pensava che l'Inghilterra, con molta probabilità, fosse ormai finita. S'era abituata, inoltre, a star lontana da Londra. E, forse, anche da George Talbot.

Bibliografia

  • Doris Lessing, Il quinto figlio, traduzione di Mariagiulia Castagnone, Feltrinelli, 1988. ISBN 8807013681
  • Doris Lessing, L'abitudine di amare, trad. di Vincenzo Mantovani, Feltrinelli, 1991. ISBN 8807811812
  • Doris Lessing, Memorie di una sopravvissuta (The Memoirs of a Survivor), traduzione di Paola Faini, Lucarini Editore, 1986.

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