Terry Pratchett: differenze tra le versioni

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Versione delle 17:24, 8 ago 2011

File:Terry pratchett.jpg
Terry Pratchett

Terence David John Pratchett, meglio conosciuto come Terry Pratchett (Beaconsfield, 28 aprile 1948), è uno scrittore e glottoteta britannico.
Pratchett è un autore di fantasy umoristico, celebre per la sua serie di romanzi ambientati nel Mondo Disco (Discworld).
È conosciuto dai suoi fan come Pterry, suo nickname nel newsgroup dedicato alle sue opere.

  • L'assioma "Un uomo onesto non ha nulla da temere dalla polizia" è attualmente al riesame da parte della Corte d'Appello degli Assiomi. (da Uomini d'Arme)
  • [Sui costruttori di torri per comunicazioni] Ma quanto stava accadendo ora... questo era magico. Uomini ordinari lo avevano sognato e messo in piedi, costruendo torri su zattere nelle paludi ed attraverso le creste congelate delle montagne. Bestemmiarono, e peggio, usarono i logaritmi. Guadarono fiumi e si immersero nella trigonometria. Non avevano sognato, nel senso che la gente di solito usa la parola, ma hanno immaginato un mondo diverso, e piegato il metallo intorno ad esso. E da tutto il sudore e le imprecazioni e la matematica era uscita questa... cosa, gocciolante attraverso il mondo parole morbide come la luce delle stelle. (da Going Postal)
  • Hex [Il computer del Discworld] era stato impegnato tutto il mattino, così come il Bibliotecario, che al momento stava attentamente togliendo polvere dai libri che poi infilava nella tramoggia di Hex. Hex era infatti riuscito a padroneggiare il segreto della lettura osmotica, che di solito veniva tentata solamente dagli studenti. (da The Science of Discworld III: Darwin's Watch, con Ian Stewart e Jack Cohen, 2005, p. 55)
  • Frizzo non era esattamente un uomo cattivo. Non era dotato dell'immaginazione sufficiente per esserlo. Operava più secondo quel genere di generalizzata sgradevolezza di basso rango che ossida leggermente l'anima di tutti quelli che vi vengono a contatto (quasi come le Ferrovie dello Stato). (da Uomini d'Arme)

Serie del Mondo Disco

1. Il colore della magia (1983)

Incipit

In un remoto scenario multidimensionale, in un piano astrale mai destinato a volare, le volute di foschia stellare ondeggiano e si dividono...
Guarda...
Viene A'Tuin la Grande Tartaruga, nuotando lenta nel golfo interstellare, le membra poderose ricoperte d'idrogeno ghiacciato, l'enorme carapace antico bucherellato da crateri di meteore. Con occhi grandi come il mare, incrostati dai reumi e dalla polvere di asteroidi, fissa la Destinazione.
Nel suo cervello più grande di una città, con lentezza geologica, pensa soltanto al Peso.
Naturalmente la maggior parte del peso è sostenuta da Berilia, Tubul, Gran'T'Phon e Jerakeen, i quattro giganteschi elefanti sulle cui larghe spalle color delle stelle riposa il disco del Mondo, inghirlandato alla sua circonferenza dalla lunga cascata e sormontato dalla volta celeste del Cielo.

Citazioni

  • «E adesso che succede?» chiese Duefiori.
    Hrun si stuzzicò l'orecchio con un dito che guardò poi meditabondo. «Oh, mi aspetto che fra un minuto apriranno la porta e mi trascineranno nell'arena di un tempio dove lotterò forse contro due ragni giganti e uno schiavo di due metri proveniente dalla giungla di Klatch e poi libererò una principessa legata all'altare e ammazzerò un po' di guardie o roba del genere e poi la fanciulla mi mostrerà il passaggio segreto per andare va da quel luogo e libereremo due cavalli e scapperemo via con il tesoro».
    Hrun appoggiò la testa sulle mani intrecciate, guardò il soffitto, fischiettando piano.
    «Tutto questo?» domandò Duefiori.
    «Di solito».
  • «I due moriranno fra poche ore», annunciò il Fato. «È stabilito.»
    Morte si mosse e la pietra ricominciò ad andare su e giù.
    «Credevo di avrebbe fatto piacere», aggiunse Fato.
    Morte alzò le spalle, gesto particolarmente espressivo per uno la cui forma visibile era quella di uno scheletro.
    IN EFFETTI LI HO DAVVERO PERSEGUITATI, disse. MA ALLA FINE HO PENSATO CHE PRESTO O TARDI TUTTI GLI UOMINI DEVONO MORIRE. TUTTO MUORE ALLA FINE. POSSO VENIRE DERUBATO, MA RIFIUTATO MAI. MI SONO DETTO, PERCHÉ PREOCCUPARMI? (pag. 199)

2. La luce fantastica (1983)

Incipit

Il sole sorgeva lentamente, come se non fosse sicuro che ne valesse la pena.
Un altro giorno iniziava, ma molto gradatamente, ed ecco perché.
Quando la luce incontra un forte campo magico, perde ogni nozione di fretta e il suo ritmo rallenta. E nel mondo-Disco la magia è di sconcertante potenza, con il risultato che la morbida luce dorata dell'alba fluiva sul paesaggio addormentato come la carezza di un tenero amante o, come alcuni preferirebbero dire, uno sciroppo color d'oro. Si fermava a riempire le vallate. Si ammassava contro le catene montagnose. Quando raggiunse Cori Celesti la guglia di sedicimila metri, fatta di grigia pietra e di verde ghiaccio che segna il centro del Disco e alberga i suoi dei, formò alti cumuli per rovesciarsi alla fine in una grande ondata pigra, silenziosa come il velluto, sullo scuro paesaggio sottostante.
Uno spettacolo che non si vede in nessun altro mondo.

Citazioni

  • Alla luce delle torce vide che si trattava di un uomo vecchissimo, del tipo scarno che in genere viene definito "agile", con la testa completamente calva, una barba quasi fino alle ginocchia e un paio di gambe simili a stecchini sulle quali le vene varicose avevano tracciato la pianta stradale di una città di grosse dimensioni. Malgrado la neve, non aveva addosso che un paio di brache di pelle ornato di borchie e un paio di stivali capaci di ospitare senza difficoltà un secondo paio di piedi.
    I due druidi più vicini a lui si scambiarono un'occhiata e alzarono le loro falci. Una rapida macchia confusa e i due crollarono a terra contorcendosi di dolore e rantolando.
    Nel parapiglia che seguì, Scuotivento scivolò verso la pietra dell'altare, reggendo guardingo il coltello per non attrarre indesiderabili commenti. In realtà, nessuno gli prestava molta attenzione. I druidi, in massima parte i più giovani e più muscolosi che non erano fuggiti via dal circolo, si erano radunati intorno al vecchio a discutere del sacrilegio perpetrato verso il cerchio delle pietre. Però, a giudicare dal rumore delle cartilagini spaccate, era il vecchio a condurre il dibattito.
  • Una dozzina di emozioni si levarono in piedi e cominciarono a gridare. Il Sollievo aveva la meglio, quando si intromise lo Shock e lo Sbalordimento, il Terrore e la Perdita si misero a battagliare e la smisero solo quando dalla porta accanto entrò di soppiatto la Vergogna a vedere che diavolo succedeva.
  • Gli occhi di Trymon erano due buchi vuoti. La consapevolezza di quanto era accaduto attraversò la mente di Scuotivento come una lama di ghiaccio. Le Dimensioni Sotterranee sarebbero state uno scherzo a paragone di quanto erano capaci di fare gli Esseri in un universo ordinato. La gente anelava l'ordine, e ordine avrebbe avuto... l'ordine del giro di vite, la legge immutabile delle linee dritte e dei numeri. La gente avrebbe finito per invocare disordine e razzie... Trymon lo stava guardando. Qualcosa lo stava guardando. E ancora gli altri non si erano accorti di nulla, Ma lui sarebbe stato capace di spiegarlo? Trymon sembrava lo stesso di sempre, salvo che per gli occhi e una lieve lucentezza della pelle. Scuotivento continuava a fissarlo e sapeva che c'erano cose assai peggiori del Male. I demoni dell'inferno potevano torturare la tua anima, ma questo perché tenevano le anime in grande considerazione. Sempre il Male avrebbe cercato di sedurre l'universo, ma almeno lo considerava degno di essere sedotto. Ma il grigio mondo dietro a quegli occhi avrebbe calpestato e distrutto senza nemmeno accordare alle sue vittime la dignità dell'odio. Non le avrebbe neppure notate.

3. L'arte della magia (1987)

Incipit

Questo è un racconto sulla magia, su dove va e, cosa forse più importante, da dove viene e perché, sebbene non pretenda dare una risposta a tutti questi interrogativi. O a nessuno di essi.
Tuttavia può contribuire a spiegare perché Gandalf non si era mai sposato e perché Merlin era un uomo. Perché questo è anche un racconto sul sesso. Anche se, probabilmente, non nel senso di atletiche acrobazie molto spinte. A meno che i protagonisti non sfuggano totalmente al controllo dell'autore. Il che è possibile.
Comunque, questo è anzitutto il racconto di un mondo. Eccolo che viene. Osservate con attenzione, gli effetti speciali sono assai costosi.

Citazioni

  • «Volevi la magia. Guarda.»
    Infilò la mano nell'intricata massa degli insetti e dalla gola emise un suono debole ma stridulo e penetrante. La massa si spostò e una grossa ape, più lunga e grassa delle altre, le strisciò sulla mano, seguita da alcune operaie che la lisciavano e l'assistevano.
    «Come ci sei riuscita?» chiese Esk.
    «Ah, non ti piacerebbe saperlo?»
    «Sì, mi piacerebbe. Ecco perché te l'ho domandato, Nonnina» ribatté la bambina severamente.
    «Credi mi sia servita della magia?»
    «No» rispose la piccola. «Credo soltanto che conosci un sacco di cose sulle api.»
    La Nonnina ridacchiò.
    «Esatto. Naturalmente, questa è una forma di magia.»
    «Come, semplicemente conoscere le cose?»
    «Conoscere le cose che gli altri non sanno.»

4. Morty l'apprendista (1987)

Incipit

Questa è la sala, vividamente rischiarata a lume di candela, dove sono custoditi i segnatempo: scaffali su scaffali di tozze clessidre, una per ogni persona vivente, la cui polvere finissima passa lentamente dal futuro al passato. Il fruscio dei granelli che scorrono risuona come il fragore del mare.
Colui che vi passeggia maestosamente con aria preoccupata è il proprietario della sala. Il suo nome è Morte.
Tuttavia, non è una Morte qualsiasi. È Morte, la cui specifica sfera di operazioni è... Be', in verità non è affatto una sfera, bensì il Mondo Disco, che è piatto, circondato da una cascata che precipita all'infinito nello spazio e sostenuto dai dorsi di quattro elefanti giganteschi, che a loro volta stanno in piedi sopra il guscio dell'immensa tartaruga cosmofora chiamata Grande A'Tuin.
Secondo gli scienziati, le probabilità che esista davvero qualcosa di tanto patentemente assurdo sono di una su un milione.
Secondo i calcoli di alcuni maghi, invece, capita una volta su dieci che si verifichino probabilità di una su un milione.

Citazioni

  • L'unica cosa conosciuta che sia più veloce della luce ordinaria è la monarchia, come sostenne il filosofo Ly Tin Wheedle. In base alla premessa secondo cui la tradizione impone che non si possa avere più di un re e che non vi siano intervalli tra un monarca e l'altro, Wheedle argomentò che, alla morte del sovrano, la successione al trono da parte dell'erede deve avvenire istantaneamente. Di conseguenza si può presumere l'esistenza di aprticelle elementari (dette reoni, o foirse reginoni) in grado di svolgere tale funzione, anche se talvolta accade, naturalmente, che la successione fallisca: ad esempio, quando queste particelle in movimento si scontrano con un'antiparticella detta repubblicone. (pag. 23)
  • All'angolo tra Strada di Dio e Vicolo Insanguinato, il Curry Gardens erra affollato, ma soltanto dalla crema della società, o almeno da coloro che si trovavano a galleggiare in superficie, e che dunque era più saggio considerare alla stregua della crema. (pag. 26)
  • «Sì, signore», rispose lugubre Morty, visualizzando il proprio futuro come un'orribile galleria tenebrosa senza la minima luce in fondo. [...]
    Aveva sbagliato. Dopotutto c'era una luce in fondo alla galleria: quella di un lanciafiamme. (pag. 110)
  • «A quanto pare, lei non possiede nessuna capacità e nessun talento tali da risultare utili» concluse Keeble «Ha mai pensato di darsi all'insegnamento?»
    La faccia di Morte si trasformò in una maschera di terrore. Be', era sempre una maschera di terrore, ma questa volta voleva esserlo davvero. (pag. 170)

5. Stregoneria (1988)

Incipit

C'era un uomo che aveva otto figli. A parte questo, non rappresentava nulla di più che una virgola su una pagina della Storia. È triste, ma a volte è tutto quello che si può dire di determinate persone.
Tuttavia il suo ottavo figlio crebbe, si sposò ed ebbe otto figli e, visto che esiste un'unica professione adeguata per l'ottavo figlio di un ottavo figlio, divenne mago. Si fece anche saggio e potente, o almeno decisamente potente, indossava un cappello a punta e tutto sarebbe potuto finire lì...
Sarebbe dovuto finire lì...
Ma contrariamente alla Tradizione della Magia e certamente contraro qualsiasi tipo di ragione... a parte quelle del cuore che sono ardenti, pasticcione e, come dire, irragionevoli... egli abbandonò le sale della magia, s'innamorò e si sposò, non necessariamente in quest'ordine preciso.
Ebbe anche sette figli, ognuno di essi fin dalla culla, almeno altrettanto potente quanto qualsiasi altro mago del mondo.
Quindi ebbe un ottavo figlio...
Un mago al quadrato. Una fonte di magia.
Uno stregone.

Citazioni

  • STAI SOLO POSPONENDO L'INEVITABILE.
    «È quello che si considera vita.» (pag. 13)
  • Nella vasca da bagno della storia la verità è più difficile da afferrare di una saponetta e, soprattutto, è ancor più difficile da trovare.

6. Sorellanza stregonesca (1988)

Incipit

Il vento ululava. I lampi pugnalavano la terra a casaccio come inefficienti assassini. Il tuono rombava e rimbombava attraverso le oscure colline sferzate dalla pioggia.
La notte era nera quanto le viscere di un gatto. Era il genere di notte, potete crederci, in cui gli dei spostavano gli uomini come fossero pedine sulla scacchiera del fato. Al centro di questa tempesta di elementi c'era un fuoco che ardeva, tra i cespugli di ginestra gocciolanti, come la follia nell'occhio di una donnola. Esso illuminava tre figure accovacciate. Mentre il calderone ribolliva, una voce anziana gracchiò:
«Quando ci incontreremo di nuovo noi tre?»
Ci fu una pausa.
Alla fine, un'altra voce, con un tono ben più normale, rispose:
«Be', potremmo fare martedì prossimo.»

Citazioni

  • «Ammettilo... ti ha offerto piaceri licenziosi ed edonistici conosciuti soltanto a quelli che trattano di arti carnali, non è così?»
    Il sergente si mise sull'attenti e fissò dritto in avanti.
    «No, signore» disse, con il tono di uno che dice la verità, succeda quel che succeda. «Mi ha offerto un pandolce.»
    «Un pandolce?»
    «Sì, signore. Con il ribes.»
  • È proprio vero che le parole hanno un potere, e una delle cose che sono in grado di fare è di uscire dalla bocca della gente prima che il parlante abbia avuto l'opportunità di bloccarle.
  • «Nessuno diventa come lei senza costruirsi delle pareti all'interno del cervello» disse la Nonnina. «Le ho semplicemente abbattute. Ogni urlo. Ogni supplica. Ogni senso di colpa. Ogni contrazione della coscienza. Tutto insieme. C'è un trucchetto per riuscirci.»
    Fece a Magrat un sorriso condiscendente. «Te lo mostrerò un giorno, se vuoi.»
    Magrat ci pensò un po'. «E' terribile» commentò.
    «Stupidaggini» la Nonnina sorrideva in modo raccapricciante. «Ognuno vuole conoscere il suo autentico io. Adesso a lei è permesso.»

7. Maledette piramidi (1989)

Incipit

Stelle, nient'altro che stelle, disseminate nell'oscurità come se al Creatore fosse andato in pezzi il parabrezza dell'automobile non si fosse fermato a raccattare i frantumi.
Questo è l'abisso fra gli universi, quella gelida plaga del cosmo che non contiene altro che molecole vaganti, qualche cometa smarrita e...
...Ma un cerchio di tenebra si sposta lentamente, l'occhio muta prospettiva e quel che sembrava la tremenda distanza del comesichiama intergalattico diventa un mondo avvolto nell'oscurità; le sue stelle, la luce di ciò che si chiamerà, caritatevolmente, civiltà.

Citazioni

  • Si volse allora verso il fiume, allungò le mani innanzi a sé, ne congiunse le palme e poi, pian piano, allargò le braccia.
    Si udì allora un fragore di risucchio, e le acque del Djel si divisero. La folla emise un'esclamazione di stupore, ma questo non fu nulla in confronto alla sorpresa di una decina di coccodrilli che si ritrovarono a nuotare a mezz'aria.

10. Stelle cadenti (1990)

Incipit

Osservate...
Questo è lo spazio. A volte lo si definisce l'ultima frontiera.
(Naturalmente non esiste nulla di simile, perché se una frontiera è ultima non porta a niente, ma diciamo che nell'ambito delle frontiere è la penultima...)
E sullo sfondo della cascata di stelle galleggia una nebulosa, vasta e nera, una gigante rossa che scintilla come la follia degli dei...
E poi lo scintillio diventa il guizzo di un occhio gigantesco, oscurato dal battere di una palpebra, e l'oscurità muove una pinna e A'Tuin, la Grande Tartaruga astrale, nuota in avanti nel vuoto.

Citazioni

  • La realtà non è digitale, è analogica. Non è una cosa che c'è o non c'è,ma è qualcosa di graduale. In altri termini, la realtà è una qualità delle cose, come il peso. [...]
    Mondo Disco è il più irreale possibile, e tuttavia abbastanza reale da esistere.
    E abbastanza da trovarsi in un mare di guai. (pag. 7)
  • C'è un detto secondo cui tutte le strade portano ad Ankh-Morpock, la più grande città del Mondo Disco. Perlomeno, si dice che ci sia un detto per cui tutte le strade portano ad Ankh-Morpock. È falso. Tutte le strade portano fuori da Ankh-Morpock, ma a volte la gente le percorre nel senso sbagliato. (pag. 11)
  • Ogni tanto, un governo cittadino costruisce delle mura attorno ad Ankh-Morpock, con la pretesa di tenere lontani i nemici. Ma Ankh-Morpock non teme i nemici. In effetti li accoglie a braccia aperte, purché abbiano soldi da spendere.
    (In effetti la celebre pubblicazione Benvenuti ad Ankh-Morpock, Città dalle Mille Sorprese, a cura della Gilda dei Mercanti, ora ha un'intera sezione intitolata 'Sei Tu un Barbaro Invasore?', che contiene informazioni sulla vita notturna, sulle pittoresche contrattazioni del bazaar, e nel paragrafo 'O dov'è che si va stasera?' un elenco di ristoranti che offrono un buon latte di cavalla e budino di yak. Più di un vandalo dall'elmo puntuto è tornato nella sua gelida tenda chiedendosi come mai gli sembrava di essere parecchio più povero e di possedere, chissà perché, un tappeto tessuto male, un litro di vino imbevibile e un asinello viola di peluche in un cappello di paglia.) (pag. 12)
  • «Il tipo giusto» avevano detto tutti. «Un colpo di spugna. Una scopa nuova. Un mago di campagna. Un ritorno alle radici della stregoneria. Un vecchio allegro con la pipa e gli occhi che brillano. Il tipo che riconosce le erbe, che vaga-per-la-foresta-e-tutti-gli-animali-sono-suoi-fratelli, roba così. Dorme sotto le stelle come se niente fosse. E non mi stupirei se capisse cosa dice il vento. E ci puoi scommettere che sa i nomi di tutti gli alberi. E che parla anche con gli uccelli.»
    Era stato inviato un messaggero. Ridcully il Bruno aveva sospirato, sacramentato un po', trovato il suo bastone magico nell'orto, dove reggeva uno spaventapasseri, ed era partito.
    «E se ci fossero problemi» avevano aggiunto i maghi nella privacy della loro mente, «non dovrebbe essere difficile liberarsi di uno che parla con gli alberi».
    Quando era arrivato, avevano scoperto che in effetti Ridcully il Bruno parlava con gli uccelli. Più esattamente gli urlava contro cose del tipo: «Vi venisse un colpo, maledetti bastardi!» (pag. 17)
  • Comunque, il Tesoriere aveva altri problemi.
    Gli alchimisti per dirne una. Non ti potevi fidare di loro. Troppo seriosi.
    Boom.
    Quella fu l'ultima. Passarono giorni interi senza alcuna esplosione. La città si rilassò, cosa molto stupida.
    Ciò che il Tesoriere non aveva considerato era che la fine delle esplosioni non voleva dire che avessero smesso, qualunque cosa stessero facendo. Voleva solo dire che la stavano facendo bene. (pag. 19)
  • Mi-Voglio-Rovinare-Dibbler era una di quelle rare persone capaci di pensare in linea retta.
    La maggior parte della gente pensa in curve e zigzag. Per esempio, iniziano con un pensiero come: chissà come posso fare a diventare molto ricco, e poi procedono lungo una via incerta, che comprende pensieri come: chissà che c'è per cena, e: chissà chi mi può prestare 5 dollari?
    Rovina, invece, era uno di quelli che riescono a identificare il pensiero all'altro capo del processo, in questo caso Ora sono molto ricco, tracciare una linea tra i due e percorrerla con calma e pazienza fino all'altra estremità.
    Non che funzionasse. Gli pareva che nel corso del processo ci fosse qualche problemino, piccolo ma cruciale. Generalmente si trattava di una strana riluttanza da parte degli altri a comprare quello che lui vendeva. (pag. 56)

11. Il tristo mietitore (1991)

Incipit

La danza moresca è comune in tutti i mondi abitati del multiverso.
Si danza sotto il cielo sereno per celebrare il risveglio della terra, e sotto le stelle perché è primavera e con un po' di fortuna l'anidride carbonica si scongelerà. A sentire l'impulso di danzare sono le creature dei fondali marini che non hanno mai visto il sole, così come gli esseri umani urbanizzati il cui unico contatto con la natura è stato quella volta in cui hanno messo sotto una pecora con la Volvo.
Danzano innocentemente giovani matematici dalla barba incolta accompagnati da un'inesperta fisarmonica che suona L'inquilino della comare, e danzano spietatamente uomini del calibro dei Ninja della Moresca di Nuova Ankh, che sono in grado di fare cose bizzarre e terribili con un fazzoletto e una campanella.
Nessuno danza mai come si deve.
Tranne nel Mondo Disco, che è piatto e sostenuto dal dorso di quattro elefanti che viaggiano nello spazio sul guscio della Grande A'Tuin, la tartaruga del mondo.
E anche lì, il giusto modo di danzare lo trovi solo in un posto. È un piccolo paese sulle Ramtop Mountains, dove il grande, semplice segreto si tramanda da generazioni.

Citazioni

  • La maggior parte delle specie si occupa della propria evoluzione man mano che va avanti, così come la Natura ha stabilito. Così è tutto molto naturale e biologico, e in armonia con i misteriosi cicli del cosmo, che ritiene che non ci sia niente di meglio che milioni di anni di tentativi frustrati e di errori per dare a una specie tempra morale, e in alcuni casi, anche una colonna vertebrale. Dal punto di vista delle specie probabilmente va bene così, ma dalla prospettiva degli individui coinvolti può essere una vera porcata, ammesso che quel certo piccolo rettile rosa possa un giorno evolversi in un porco. (p. 11)
  • Unici fra tutte le creature del mondo, i troll credono che tutti gli esseri viventi vadano all'indietro nel tempo. Se il passato è visibile e il futuro è nascosto, dicono, significa che stai guardando nella direzione sbagliata. Tutti gli esseri viventi attraversano la vita dal retro verso il davanti. (p. 25)
  • La fede è una delle più potenti forze organiche del multiverso. Magari non sarà esattamente in grado di muovere le montagne. Ma può creare qualcuno che ne è capace.
    La gente ha una convinzione del tutto errata sulla fede. È convinta che funzioni, per così dire, in avanti. Credono che la sequenza sia: oggetto, poi fede. In realtà, funziona esattamente all'opposto.
    La fede sciaguatta nel firmamento come l'argilla nella ruota del vasaio. È così che vengono creati gli dei, per esempio. È ovvio che siano creati dai loro fedeli, perché basterebbe un semplice curriculum per accorgersi che la maggior parte di loro non può certo essere di origine divina. Tendono a fare esattamente ciò che la gente farebbe al posto loro se potesse, specie quando si parla di ninfe, piogge d'oro, e nemici da sbaragliare. (p. 100-101)

13. Tartarughe Divine (1992)

Citazioni

  • Una delle domande filosofiche ricorrenti è: "un albero che cade nella foresta fa rumore anche se non c'è nessuno in ascolto?" Il che la dice lunga sulla natura dei filosofi, perché nella foresta c'è sempre qualcuno.
  • Le idee folli e squilibrate hanno la fastidiosa tendenza a diffondersi e radicarsi.
  • Nella foresta fluviale del subconscio di Brutha la farfalla del dubbio emerse e batté un'ala sperimentale, del tutto ignara di cosa la teoria del caos abbia da dire in proposito.
  • Agli dei non piace la gente che lavora poco. Chi non è costantemente occupato rischia di mettersi a pensare.
  • Il sarcasmo con certe persone è utile quanto lanciare meringhe ad un castello.
  • I vincitori non parlano mai delle loro gloriose vittorie. Perché sono loro che vedono il campo di battaglia dopo. Sono solo i vinti ad avere gloriose vittorie.
  • Un filosofo è uno tanto sveglio da trovarsi un lavoro in cui non bisogna sollevare pesi.
  • Tesi più antitesi uguale isteresi.
  • Stoici. Cinici. Gran bevitori, i cinici. Epicurei. Stocastici. Anamassandriti. Epistemologi. Peripatetici. Sinottici. Di tutti i tipi. Ci vuole tutto per fare mondo.
  • Di uno scemo non di puoi fidare più di quanto tu possa tirargli una pedata, e non c'è niente da fare, perciò beviamoci su. Per me uno doppio, se paghi tu. Grazie.
  • Nemmeno io capisco la calzoleria, ma riconosco un buon paio di sandali quando li porto.
  • Gli dei amano la compagnia degli atei. Così hanno qualcosa a cui mirare.
  • La vita in questo mondo è come un soggiorno in una caverna. Cosa possiamo conoscere della realtà? Che tutto ciò che vediamo della vera natura dell'esistenza è, potremmo dire, niente più che un'ombra sorprendente e sbalorditiva proiettata sul muro della caverna dalla luce accecante e invisibile della verità assoluta, dalla quale possiamo o meno dedurre una scintilla di veridicità, e come primitivi cercatori di saggezza possiamo solo alzare la voce all'invisibile e dire umilmente: "Dai, fa' il coniglio deforme... è il mio preferito".
  • Gli dei non sono molto introspettivi. Non è mai stato necessario per sopravvivere.
  • Non è assassinio se lo fai per un dio.
  • Era talmente magro che perfino uno scheletro avrebbe detto: "Magro quello lì, eh?"
  • Non si trovano eremiti che ti insegnino a fare l'eremita, perché ovviamente rovinerebbe tutto.
  • Per un cammello sordo un cenno della testa vale quanto un bastone appuntito.
  • Tutto era possibile, ieri sera. È questo il problema, con gli "ieri sera". Sono sempre seguiti dagli "stamattina".
  • Non è importante evitare di prendersi in giro, l'importante è fingere di non saperlo, e farlo bene.
  • "Cuius testiculos habes, habeas cardia et cerebellum". Quando tieni stretta la loro attenzione, cuori e menti seguiranno.
  • Gli uomini dovrebbero morire per le bugie. La verità è troppo preziosa perché gli uomini muoiano.
  • Una volta pensavo di essere stupido, poi ho conosciuto i filosofi.
  • La logica è solo un modo per essere ignorante in modo abissale.
  • Mi piace l'idea della democrazia. Ci vuole qualcuno di cui nessuno si fidi.

34. Thud! (2005) [non ancora pubblicato in italiano]

Citazioni

  • Vimes non aveva mai apprezzato nessun gioco più complesso delle freccette. In particolare, gli scacchi l'avevano sempre infastidito. Era lo stupido modo in cui i pedoni partivano e si massacravano con i pedoni opposti, mentre i re se ne stavano a passeggiare senza fare niente, che gli aveva sempre dato sui nervi; se solo i pedoni si fossero alleati, e magari si fossero coalizzati con le torri, l'intera scacchiera sarebbe potuta diventare una repubblica in una dozzina di mosse. (pag. 86)
  • Il caffè era solo un modo per rubare del tempo che sarebbe appartenuto di diritto al te stesso leggermente più vecchio. (pag. 221)
  • [Sulla mitologia dei nani] Tak scrisse il Mondo e le Leggi, e poi Lui ci lasciò. Non ci chiede di pensare a Lui, ma solamente di pensare. (pag. 319)

Incipit di alcune opere

A me le guardie!

È lì che sono andati a finire i draghi.
Giacciono...
Non morti, non addormentati. Non in attesa perché ciò implicherebbe aspettative. Forse il termine che stiamo cercando è... quiescenti.
Anche se lo spazio che occupano non è come lo spazio normale, sono comunque ammassati tutti insieme. Non c'è un singolo centimetro cubo che non dia alloggio a un artiglio, un unghione, una squama o la punta di una coda così che l'effetto è quello di un disegno deformante e solo alla fine gli occhi realizzano che lo spazio fra ogni dragone è, in realtà, un altro dragone.
Potrebbero rammentare una scatola di sardine, se le sardine fossero enormi, squamose, orgogliose e arroganti.
Forse, poi, da qualche parte, c'è la chiave.

Il mare e i pesci piccoli

I guai iniziarono, e non per la prima volta, a causa di una mela.
Ce n'era un intero sacco sul tavolo pulitissimo e scolorito di Granny Weatherwax. Rosse e tonde, lucide e profumate, se avessero conosciuto il futuro, avrebbero ticchettato come bombe.
«Tienile tutte, il vecchio Hopcroft ha detto che potevo averne quante ne volevo», disse Nanny Ogg, lanciando un'occhiata furtiva all'amica strega. «Un frutto saporito, un po' rugoso, ma ottimo.»

Piedi d'argilla

Era una calda notte primaverile quando un pugno bussò alla porta con una forza tale da far piegare i cardini.
Un uomo la aprì e scrutò in strada. Dal fiume proveniva una nebbiolina ed era una notte nuvolosa. Come cercare di vedere attraverso un pezzo di velluto bianco.
Ma successivamente pensò che ci fossero state delle sagome là fuori, appena oltre la luce che filtrava sulla strada. Parecchie sagome che lo avevano fissato con attenzione. Pensò che forse c'erano stati dei debolissimi puntini di luce...
Però non c'era da sbagliarsi sulla cosa che gli stava di fronte. Era grossa, rosso scuro e pareva la figura di argilla di un uomo fatta da un bambino. Gli occhi erano due tizzoni ardenti.

Bibliografia

Serie del Mondo Disco

  • Terry Pratchett, I colori della magia (volume che contiene i romanzi Il colore della magia, La luce fantastica e L'arte della magia), traduzioni di Natalia Callori, Mondadori, 1991. ISBN 8804350857
  • Terry Pratchett, Il colore della magia, traduzione di Natalia Callori, TEA, 6° ed. 2009. ISBN 978-88-502-2024-3
  • Terry Pratchett, La luce fantastica, traduzione di Natalia Callori, collana Teadue 742, TEA, 4 ed., 1999, pp. 174. ISBN 978-88-7818-269-9
  • Terry Pratchett, L'arte della magia, traduzione di Natalia Callori, TEA, 4° ed. 2009, pp. 216. ISBN 978-88-502-1778-6
  • Terry Pratchett, Morty l'apprendista, traduzione di Alessandro Zabini, TEA, 3° ed. 2009, pp. 249. ISBN 978-88-502-1233-0
  • Terry Pratchett, Stregoneria, traduzione di Antonella Pieretti, TEA, 2002. ISBN 8878186945
  • Terry Pratchett, Stregoneria, traduzione di Antonella Pieretti, TEA, 3° ed. 2009, pp. 286. ISBN 978-88-502-1779-3
  • Terry Pratchett, Sorellanza stregonesca, traduzione di Antonella Pieretti, TEA, 2003. ISBN 8878186953
  • Terry Pratchett, Sorellanza stregonesca, traduzione di Antonella Pieretti, TEA, 2010 3° ed., pp. 303. ISBN 978-88-502-1780-9
  • Terry Pratchett, Maledette piramidi, traduzione di Pier Francesco Paolini, TEA, 2009 2° ed., pp. 290. ISBN 978-88-502-1777-9
  • Terry Pratchett, A me le guardie!, traduzione di Antonella Pieretti, TEA, 2005. ISBN 885020650X
  • Terry Pratchett, Going Postal, Corgi Books 2005. ISBN 0552149438
  • Terry Pratchett, Il tristo mietitore, traduzione di Valentina Daniele, Salani Editore, Milano, 2008. ISBN 9788884519672
  • Terry Pratchett, Piedi d'argilla, traduzione di Antonella Pieretti, TEA, 2008. ISBN 9788850216512
  • Terry Pratchett, Uomini d'Arme, traduzione di Antonella Pieretti, TEA, 2006.
  • Terry Pratchett, Stelle cadenti, traduzione di Serena e Valentina Daniele, TEA, 2007. ISBN 978-88-502-2143-1
  • Terry Pratchett, Il mare e i pesci piccoli, traduzione di Marina Deppisch, in "Legends. Racconti inediti dei maestri del nuovo fantastico", Sperling & Kupfer, 2002. ISBN 8820033895

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