Joseph Conrad: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
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La strada sarebbe stata lunga. Sono lunghe tutte le strade che conducono a ciò che il cuore brama. Ma questa strada l'occhio della mia mente la poteva vedere su una carta, tracciata professionalmente, con tutte le complicazioni e difficoltà, eppure a suo modo sufficientemente semplice. O si è marinaio o non lo si è. E io di esserlo non avevo dubbi. (p.67)
* La strada sarebbe stata lunga. Sono lunghe tutte le strade che conducono a ciò che il cuore brama. Ma questa strada l'occhio della mia mente la poteva vedere su una carta, tracciata professionalmente, con tutte le complicazioni e difficoltà, eppure a suo modo sufficientemente semplice. O si è marinaio o non lo si è. E io di esserlo non avevo dubbi. (Joseph Conrad, La linea d'ombra, traduzione di Flavia Marenco, Einaudi, 2006, p.67)


Il moderno spirito della fretta si manifestava con voce sonora negli ordini di «Vira a lasciare» - di «Ammaina la scala di barcarizzo», e in pressanti inviti rivolti a me, «Sbrigatevi, signore! Siamo in ritardo di tre ore per voi...La nostra ora è le sette, sapete!»
* Il moderno spirito della fretta si manifestava con voce sonora negli ordini di «Vira a lasciare» - di «Ammaina la scala di barcarizzo», e in pressanti inviti rivolti a me, «Sbrigatevi, signore! Siamo in ritardo di tre ore per voi...La nostra ora è le sette, sapete!»
Salii in coperta. dissi: - No! Non lo so -. Lo spirito della fretta moderna era incarnato in un individuo magro, con braccia e gambe lunghe, e una barba grigia tagliata corta. La sua mano ossuta era calda e asciutta. Dichiarò febbrilmente:
Salii in coperta. dissi: - No! Non lo so -. Lo spirito della fretta moderna era incarnato in un individuo magro, con braccia e gambe lunghe, e una barba grigia tagliata corta. La sua mano ossuta era calda e asciutta. Dichiarò febbrilmente:
- Sulla forca, se vi aspettavo altri cinque minuti, comandante del porto o non comandante del porto. (p. 69)
- Sulla forca, se vi aspettavo altri cinque minuti, comandante del porto o non comandante del porto. (Joseph Conrad, La linea d'ombra, traduzione di Flavia Marenco, Einaudi, 2006, p. 69)


==[[Incipit]] di alcune opere==
==[[Incipit]] di alcune opere==

Versione delle 09:32, 11 ago 2011

Joseph Conrad

Joseph Conrad, nato con il nome di Józef Teodor Nałęcz Konrad Korzeniowski (1857 – 1924), scrittore polacco naturalizzato britannico.

Citazioni di Joseph Conrad

  • Il mare non è mai stato amico dell'uomo. Tutt'al più è stato complice della sua irrequietezza. (da Lo specchio del mare)[1]
  • La natura delle mie conoscenze delle impressioni e delle idee in cui ebbero origine le mie opere, ha dipeso direttamente dalle condizioni stesse della mia vita. (Conrad al lettore in Il piantatore di Malata)
  • La verità può essere più crudele della caricatura. (da L'agente segreto, traduzione di L. Saraval, Giunti)
  • Nessuna occupazione è seria, neppure quando l'ammenda per il fallimento è rappresentata da una pallottola in petto. (da Nostromo)
  • Non è necessario credere in una fonte sovrannaturale del male: gli uomini da soli sono perfettamente capaci di qualsiasi malvagità. (da Sotto gli occhi dell'occidente)
  • Soltanto nella nostra attività troviamo la salutare illusione di un'esistenza indipendente dall'universo intero, del quale tuttavia costituiamo soltanto una parte trascurabile. (da Nostromo)
  • Un'opera che aspiri, per quanto umilmente, alla condizione di arte, dovrebbe portare in ogni riga la propria giustificazione. (da Il negro del "Narciso", prefazione)
  • Un artista è un uomo d'azione, sia che crei un personaggio, inventi un espediente o trovi la via d'uscita da una situazione complicata. (da Lo specchio del mare)
  • La vera pace di Dio comincia in qualunque punto a mille miglia dalla terra più vicina; e quando Egli vi manda i messaggeri della Sua potenza, non è in un impeto d'ira terribile contro il delitto, la presunzione e la follia, ma paternamente, per purificare dei cuori semplici; dei cuori ignoranti che non sanno nulla della vita e che palpitano senza essere disturbati dall'invidia o dall'avidità. (da Il nero del «Narciso», Politzer 1965, p. 47)
  • Il capitano Mac Whirr aveva navigato sulla superficie degli oceani come certi uomini sfiorano gli anni della vita per poi calare dolcemente in una placida tomba, ignorando la vita stessa fino all'ultimo, senza essere mai stati costretti a constatare tutto quel che può contenere in fatto di perfidia, di violenza e di terrore. Esistono, sul mare e sulla terra, uomini così fortunati... o così disdegnati dal destino o dagli oceani. (da "Tifone")
  • La lunga, eterna tensione di una tempesta produce questo effetto: l'attesa interminabile della catastrofe culminante. Ed è fisicamente spossante il semplice avvinghiarsi alla vita in quel tumulto eccessivo. (da "Tifone")
  • Essere donna è terribilmente difficile perché consiste principalmente nel trattare con gli uomini.
Being a woman is a terribly difficult trade since it consists principally of dealings with men. (da Chance, Parte II, cap. 5)
  • Guai all'uomo il cui cuore da giovane non ha appreso a sperare, ad amare e a riporre fiducia nella vita!
Woe to the man whose heart has not learned while young to hope, to love — and to put its trust in life!! (da Vittoria – Una storia delle isole)
  • Tradire. Parola grossa. Che significa tradimento? Di un uomo si dice che ha tradito il paese, gli amici, l'innamorata. In realtà l'unica cosa che l'uomo può tradire è la sua coscienza. (da Con gli occhi dell'occidente, 1911)

Senza fonte

  • È tipico di un uomo privo d'esperienza non credere alla fortuna.
  • Il valore di una frase risiede nella personalità di chi la pronuncia, perché nulla di nuovo può essere detto da creatura umana.
  • La critica, quel bel fiore dell'espressione personale nel giardino delle lettere.
  • L'abitudine di riflettere profondamente è la più perniciosa fra tutte le abitudini prese dall'uomo.
  • L'uomo è un lavoratore: se non lo è, non è nulla.
  • Metti a nudo il tuo cuore, e la gente starà ad ascoltarti per quello – e solo quello è interessante.
  • Quanto più una persona è intelligente, tanto meno diffida dell'assurdo.
  • Si dovrebbe andare oltre i limiti della normale sensibilità per influenzare profondamente le altre persone.
  • Solo l'immaginazione dell'uomo fa sì che la verità trovi un'effettiva e inalienabile esistenza. L'immaginazione, e non l'invenzione, è la suprema padrona dell'arte come della vita.

Cuore di tenebra

Incipit

Luisa Saraval

La Nellie ruotò sull'ancora senza far oscillare le vele, e restò immobile. La marea si era alzata, il vento era quasi caduto e, dovendo ridiscendere il fiume, non ci restava che ormeggiare aspettando il riflusso.
L'estuario del Tamigi si apriva davanti a noi, simile all'imbocco di un interminabile viale. Al largo, il cielo e il mare si univano confondendosi e, nello spazio luminoso, le vele color ruggine delle chiatte che risalivano il fiume lasciandosi trasportare dalla marea, sembravano ferme in rossi sciami di tela tesa tra il luccichio di aste verniciate.

[Joseph Conrad, Cuore di tenebra, traduzione di Luisa Saraval, Garzanti, 1990. ISBN 8811584124]

Mauro Fissore

La Nellie, una iole da crociera, girò all'ancora senza alcun tremolio di vele, e giacque immobile. Si era alzata la marea, il vento si era quasi calmato del tutto, e volendo discendere il fiume, non ci restava che aspettare all'ancora il riflusso.
La foce del Tamigi si stendeva davanti a noi come l'inizio di un interminabile corso d'acqua. Mare e cielo erano saldati insieme al largo senza alcuna giuntura e nello spazio di luce le vele tinte dei barconi, che risalivano portate dalla marea, parevano rosse macchie dalla forma ben appuntita, immobilizzate, tese da pennoni smaltati che si intravedevano a sprazzi.

[Joseph Conrad, Cuore di tenebra (Heart of Darkness), traduzione di Mauro Fissore, Edisco, Torino 1998.]

Rossella Bernascone

La Nellie, una iolla da crociera, girò sull'ancora senza il minimo fluttuare delle vele e si fermò. La marea si era alzata, il vento era quasi calmo e, poiché dovevamo discendere il fiume, non ci restava che fermarci all'ancora e attendere il riflusso.
L'ultimo tratto del Tamigi si stendeva davanti a noi come il principio di un interminabile corso d'acqua. Al largo, cielo e mare erano saldati senza una giuntura e nello spazio luminoso le vele conciate delle barche che salivano con la marea sembravano immobili fastelli rossi di tele appuntite tra luccicori di aste verniciate.

[Joseph Conrad, Cuore di tenebra, traduzione di Rossella Bernascone, Mondadori, 2000. ISBN 8852000097]

Citazioni

  • Risalire quel fiume era come compiere un viaggio indietro nel tempo, ai primordi del mondo, quando la vegetazione spadroneggiava sulla terra e i grandi alberi erano sovrani. Un corso d'acqua vuoto, un silenzio assoluto, una foresta impenetrabile; l'aria calda, spessa, greve, immota. Non c'era gioia nello splendere del sole. Deserte, le lunghe distese d'acqua si perdevano nell'oscurità di adombrate distanze. (1990)
  • La via d'accesso a quel Kurtz, che rastrellava la misera boscaglia in cerca d'avorio, era lastricata di così tanti pericoli quasi fosse una principessa addormentata sotto l'effetto di un incantesimo in un favoloso castello. (1990)
  • Si trattava del fatto che, fra tutte le doti di quell'essere [Kurtz] tanto dotato, quella che emergeva in modo preponderante, che dava il senso di una presenza reale, era la capacità di parlare, il dono della parola: questa dote che sconcerta o illumina, la più nobile e la più spregevole, vivificante flusso di luce o torrente ingannatore scaturito dal cuore di una tenebra impenetrabile. (1990)
  • L'importante era capire a chi apparteneva lui. [Kurtz], quante potenze della tenebra lo rivendicassero come loro proprietà. Quella era la riflessione che vi faceva accapponare la pelle. Era impossibile – e anche malsano – cercere di indovinarlo. Aveva occupato un posto molto elevato fra i demoni di quel paese, lo dico letteralmente. Voi non potete capire. (1990)
  • Non tradii il signor Kurtz – era nell'ordine delle cose che non l'avrei mai tradito – era scritto che sarei rimasto fedele all'incubo che mi ero scelto. (1990)
  • Dal momento che ho sbirciato anch'io oltre la soglia, capisco meglio il significato del suo sguardo fisso, che non poteva vedere la fiamma della candela, ma era abbastanza vasto da abbracciare l'universo intero, abbastanza acuto per penetrare in tutti i cuori che battono nella tenebra. Aveva tirato le somme e aveva giudicato. "Che orrore!". (1990)
  • Erano dei conquistatori e per questo, non ci vuole che la forza bruta, niente di cui essere fieri quando la si ha, perché questa forza non è che un accidente che deriva dalla debolezza altrui.
  • Il lavoro non mi piace – non piace a nessuno – ma mi piace quello che c'è nel lavoro: la possibilità di trovare se stessi. La propria realtà – per se stesso, non per gli altri – ciò che nessun altro potrà mai conoscere.
  • Lo sguardo fisso [di Kurtz] era vasto abbastanza da abbracciare tutto l'universo, abbastanza acuto per penetrare in tutti i cuori che battono nella tenebra. Egli aveva tirato le somme – e aveva giudicato, "Quale orrore!"
  • Si vive come si sogna: perfettamente soli. (Einaudi)
  • È privilegio della prima gioventù vivere d'anticipo sul tempo a venire, in un flusso ininterrotto di belle speranze che non conosce soste o attimi di riflessione.

Citazioni sul romanzo

  • Quasi cento anni sono trascorsi dall'uscita del romanzo di Conrad (pubblicato la prima volta nel 1899), eppure il viaggio di Marlow nel cuore dele tenebre continua ad avvincere e affascinare generazioni di lettori. La ragione va ricercata nell'essenza stessa della storia e nell'abilità del narratore che intreccia una fitta rete di connivenze tra la sua inquietante e drammatica esperienza e la sensibilità di chi ascolta o legge. (Mauro Fiore)

Lord Jim

Incipit

Era alto quasi sei piedi, forse un pollice o due meno, solidamente costrutto, e vi veniva incontro con le spalle un po' incurvate, la testa in avanti, e uno sguardo dall'alto in basso che vi faceva pensare a un toro pronto a caricare. La sua voce era profonda e sonora e i suoi modi rivelavano una tenace sicurezza in se stesso che pure nulla aveva di aggressivo. Sembrava una necessità, quel suo atteggiamente, che appariva diretto tanto agli altri quanto a se medesimo. Meticolosamente curato nella persona, vestiva di candido dalla testa ai piedi ed era assai popolare nei vari porti dell'Estremo Oriente, dove si guadagnava da vivere come agente di forniture marittime.

Citazioni

  • La vanità gioca orrendi scherzetti alla nostra memoria. (2002)
  • Le idee sono fannulloni, vagabondi che bussano alla porta di servizio della nostra mente, e ognuna di esse ci toglie un poco della nostra essenza, ognuna ci ruba una briciola della fiducia in quelle poche, semplici nozioni, alle quali dobbiamo attenerci, se vogliamo vivere decentemente e morire senza rimpianti! (p. 29)
  • Si giudica un uomo dai suoi nemici oltre che dai suoi amici. (2002)

Citazioni su Lord Jim

  • Lord Jim è un giovane che abbraccia la carriera di capitano marittimo con un ideale di eroismo e abnegazione... Egli punta tutto sul grande momento della prova suprema in cui dimostrerà tutto il suo valore. (Italo Calvino)
  • Noi siamo Lord Jim, questo codardo che a un certo momento salta dalla nave e abbandona migliaia di pellegrini al loro destino. E poi comincia il grande rimorso, il senso di colpa. E tutti noi, un giorno, abbiamo «saltato»... (Ugo Mursia)

[Joseph Conrad, Lord Jim, traduzione di Alessandro Gallone, Alberto Peruzzo Editore, 1989.]

Il piantatore di Malata

Incipit

Due uomini parlavano nell'ufficio di direzione del quotidiano più autorevole di una grande città coloniale. Erano giovani tutt'è due. Quello più corpulento, biondo e dall'aspetto cittadino, era capo redattore e compoprietario del giornale. L'altro si chiamava Renouard. Dal suo bel viso abbronzato appariva evidente che qualche cosa lo preoccupava. Era un uomo magro, e dava un'impressione di alarità e insieme di indolenza.
Il giornalista continuò a parlare:
«E ieri sera, dunque, avete pranzato in casa del vecchio Dunster?»
Adoperò la parola «vecchio» non nel senso affettuoso che talora si usa parlando di vecchi amici, ma come di un semplice riconoscimento della realtà.

Citazioni su Il piantatore di Malata

  • Sì, la missione di tradurre le passioni con le parole, si può veramente affermare «troppo difficile». La mia abituale impenitenza mi rende nondimeno felice di aver tentato questa novella con tutti i suoi sottintesi, tutte le sue complicazioni, compresa la scena accanto alla rupe grigia che incorona l'altura di Malata. L'esito peraltro non mi soddisfa in modo tale da non scusare il lettore che se ne mostrasse deluso. (dalla prefazione)

[Joseph Conrad, Il piantatore di Malata (The planter of Malata), in Within the Tides, traduzione di Gilberto Altichieri, Muggiani Tipografo Editore, Milano 1944.]

La linea d'ombra

Incipit

Dunja Badnjevic Orazi

Solo i giovani hanno momenti simili. Non penso ai giovanissimi. No, i giovanissimi, propriamente parlando, non hanno momenti. È privilegio della prima giovinezza vivere in anticipo sui propri giorni, in tutta la bella continuità di speranze che non conosce pause o introspezioni.
Si chiude dietro di noi il cancelletto della pura fanciullezza – e ci si addentra in un giardino incantato. Persino le ombre vi risplendono promettenti. Ogni svolta del sentiero è piena di seduzioni. E questo non perché sia una terra inesplorata. Si sa bene che tutta l'umanità ha già percorso questa strada. È il fascino dell'esperienza universale dalla quale ognuno si aspetta una sensazione particolare e personale – un po' di noi stessi.
[Joseph Conrad, La linea d'ombra, traduzione di Dunja Badnjevic Orazi, Newton & Compton]

Flavia Marenco

Solo i giovani hanno di questi momenti. Non intendo dire i giovanissimi. No. I giovanissimi, per essere esatti, non hanno momenti. È privilegio della prima gioventù vivere in anticipo sui propri giorni, nella bella continuità di speranze che non conosce pause né introspezione.
Uno chiude dietro di sé il cancelletto della fanciullezza – ed entra in un giardino incantato. Là persino le ombre rilucono di promesse. Ogni svolta del sentiero ha un suo fascino. E non perché sia una terra tutta da scoprire. Si sa bene che l'umanità intera l'ha percorsa in folla. È la seduzione dell'esperienza universale, da cui ci si attende una sensazione singolare o personale: un po' di se stessi.
[Joseph Conrad, La linea d'ombra, traduzione di Flavia Marenco, Einaudi, 2006]

Citazioni

  • La strada sarebbe stata lunga. Sono lunghe tutte le strade che conducono a ciò che il cuore brama. Ma questa strada l'occhio della mia mente la poteva vedere su una carta, tracciata professionalmente, con tutte le complicazioni e difficoltà, eppure a suo modo sufficientemente semplice. O si è marinaio o non lo si è. E io di esserlo non avevo dubbi. (Joseph Conrad, La linea d'ombra, traduzione di Flavia Marenco, Einaudi, 2006, p.67)
  • Il moderno spirito della fretta si manifestava con voce sonora negli ordini di «Vira a lasciare» - di «Ammaina la scala di barcarizzo», e in pressanti inviti rivolti a me, «Sbrigatevi, signore! Siamo in ritardo di tre ore per voi...La nostra ora è le sette, sapete!»

Salii in coperta. dissi: - No! Non lo so -. Lo spirito della fretta moderna era incarnato in un individuo magro, con braccia e gambe lunghe, e una barba grigia tagliata corta. La sua mano ossuta era calda e asciutta. Dichiarò febbrilmente: - Sulla forca, se vi aspettavo altri cinque minuti, comandante del porto o non comandante del porto. (Joseph Conrad, La linea d'ombra, traduzione di Flavia Marenco, Einaudi, 2006, p. 69)

Incipit di alcune opere

I duellanti

Napoleone I, la cui carriera ebbe il carattere di un duello contro l'Europa intera, disapprovava il duello fra gli ufficiali del suo esercito. Il grande imperatore militare non era uno smargiasso e aveva poco rispetto per la tradizione.

[Joseph Conrad, I duellanti, traduzione di Leonardo Gandi, E/O, 1994]

Il nero del «Narciso»

Il signor Baker, primo ufficiale della nave Narciso, uscì con un solo passo dalla sua cabina illuminata e si trovò nell'ombra del cassero. Sopra la sua testa, sul frontone del casseretto, la guardia di notte suonò un doppio colpo. Il signor Baker, parlando all'uomo in alto, domandò:
– L'equipaggio è tutto a bordo, Knowells?
Il marinaio scese la scala zoppicando, poi disse con tono meditativo:
– Credo di sì, signore. Tutti i nostri vecchi sono qui, e ne sono venuti molti nuovi... Devono essere qui tutti.

[Joseph Conrad, Il nero del «Narciso», traduzione di Alda Politzer, Junior Club, Milano 1965]


La locanda delle streghe

Questa storia, episodio, avventura (chiamatela come vorrete), fu riferita verso il 1850 da un uomo che, per sua confessione, aveva in quell'epoca sessant'anni. Sessant'anni non è una brutta età, se non quando se ne considera la prospettiva, ciò che noi facciamo, nella maggior parte, con sentimenti molto confusi. È un'età calma; praticamente, la partita è al termine; e tenendosi in disparte, ciascuno comincia a ricordare, con una certa vivezza, l'uomo abile che ha saputo essere nel corso della sua esistenza.

[Joseph Conrad, La locanda delle streghe, traduzione di Giovanni Marcellini e Ovidio Fatica, Editori Riuniti, 1996. ISBN 8835941628]

Tifone

Il capitano Mac Whirr, del piroscafo Nan-Shan, aveva, per quanto concerne l'aspetto esteriore, una fisionomia che rispecchiava fedelmente l'animo suo: non presentava alcuna distinta caratteristica di fermezza o di stupidità; non aveva, assolutamente, alcuna caratteristica pronunciata; era soltanto comune, insensibile e imperturbabile.

[Joseph Conrad, Tifone, traduzione di Bruno Oddera, Bompiani, 1987]

Citazioni su Joseph Conrad

  • Fin dal suo primo romanzo Conrad attirò l'attenzione di letterati come Galsworthy, Gide, James. Edward Garnett sostenne che aveva la capacità di "rendere visibili aspetti della vita che noi inglesi siamo costituzionalmente incapaci di percepire"; Thomas Mann esaltava "il suo talento virile, il suo carattere così inglese... la sua così nobile energia narrativa e il suo spirito così costantemente bizzarro". (Federica Almagioni)
  • [...] nell'uomo Conrad si mescolano vari individui : il giovane romantico nobile polacco; l'avventuriero-contrabbandiere; lo scrupoloso ufficiale della marina inglese; il grande romanziere; il piccolo uomo con i suoi acciacchi e le sue manie.
    Joseph Conrad fu polacco per nascita, suddito russo per ragioni storiche, francese per educazione, inglese per adozione. (Federica Almagioni)
  • Il vero pregio di Conrad è [...] quello di essere un grande esploratore della psicologia umana, per cui i lettori si possono riconoscere nei suoi personaggi. (Federica Almagioni)

Note

  1. Citato in Elena Spagnol, Citazioni, Garzanti, 2003.

Bibliografia

  • Joseph Conrad, Cuore di tenebra, traduzione di Luisa Saraval, Garzanti, 1990. ISBN 8811584124
  • Joseph Conrad, Cuore di tenebra (Heart of Darkness), traduzione di Mauro Fissore, Edisco, Torino 1998.
  • Joseph Conrad, Cuore di tenebra, traduzione di Rossella Bernascone, Mondadori, 2000. ISBN 8852000097
  • Joseph Conrad, I duellanti, traduzione di Leonardo Gandi, E/O.
  • Joseph Conrad, Il nero del «Narciso», traduzione di Alda Politzer, introduzione di Vezio Melegari, Junior Club, Milano 1965.
  • Joseph Conrad, Il piantatore di Malata (The planter of Malata), in Within the Tides, traduzione di Gilberto Altichieri, Muggiani Tipografo Editore, Milano 1944.
  • Joseph Conrad, La linea d'ombra, traduzione di Dunja Badnjevic Orazi, Newton & Compton.
  • Joseph Conrad, La linea d'ombra, traduzione di Flavia Marenco, Einaudi, 2006.
  • Joseph Conrad, Lord Jim, traduzione di Alessandro Gallone, prefazione di Federica Almagioni, Alberto Peruzzo Editore, 1989.
  • Joseph Conrad, Lord Jim, traduzione di A. Ceni, Feltrinelli, 2002.

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