Renzo Piano: differenze tra le versioni

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* Quello dell'architetto è un mestiere antico come cacciare, pescare, coltivare ed esplorare. Dopo la ricerca del cibo viene la ricerca della dimora. Ad un certo punto, l'uomo, insoddisfatto dei rifugi offerti dalla natura, è diventato architetto. (da ''Il Carabiniere'', gennaio 2008, pag. 91)
* Quello dell'architetto è un mestiere antico come cacciare, pescare, coltivare ed esplorare. Dopo la ricerca del cibo viene la ricerca della dimora. Ad un certo punto, l'uomo, insoddisfatto dei rifugi offerti dalla natura, è diventato architetto. (da ''Il Carabiniere'', gennaio 2008, pag. 91)
*Libero? Guardi che per un architetto la libertà non è un grande regalo. Io ringrazio il cielo quando mi danno indicazioni precise: sono come i quadretti sul grande foglio bianco che è il progetto. (da “Luoghi dell’infinito”, inserto di Avvenire, Settembre pp. 24-25)
*Libero? Guardi che per un architetto la libertà non è un grande regalo. Io ringrazio il cielo quando mi danno indicazioni precise: sono come i quadretti sul grande foglio bianco che è il progetto. (da "Luoghi dell'infinito", inserto di Avvenire, Settembre pp. 24-25)


{{Intestazione|''Vieni via con me'', Rai Tre, 22 novembre 2010}}
{{Intestazione|''Vieni via con me'', Rai Tre, 22 novembre 2010}}

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Renzo Piano (1937 – vivente), architetto italiano.

  • Quello dell'architetto è un mestiere antico come cacciare, pescare, coltivare ed esplorare. Dopo la ricerca del cibo viene la ricerca della dimora. Ad un certo punto, l'uomo, insoddisfatto dei rifugi offerti dalla natura, è diventato architetto. (da Il Carabiniere, gennaio 2008, pag. 91)
  • Libero? Guardi che per un architetto la libertà non è un grande regalo. Io ringrazio il cielo quando mi danno indicazioni precise: sono come i quadretti sul grande foglio bianco che è il progetto. (da "Luoghi dell'infinito", inserto di Avvenire, Settembre pp. 24-25)
Vieni via con me, Rai Tre, 22 novembre 2010
  • Bisogna sempre ricordare che fare architettura significa costruire edifici per la gente, università, musei, scuole, sale per concerti: sono tutti luoghi che diventano avamposti contro l'imbarbarimento. Sono luoghi per stare assieme, sono luoghi di cultura, di arte e l'arte ha sempre acceso una piccola luce negli occhi di chi la frequenta.
  • Talvolta l'architettura cerca il silenzio e il vuoto in cui la nostra coscienza si possa ritrovare. Il silenzio è un po' come il buio: bisogna avere il coraggio di guardarlo. E poi pian piano si comincia a vedere il profilo delle cose. Quindi l'architettura è anche l'arte di creare i luoghi per il silenzio, per la meditazione.
  • La politica teme il talento perché il talento ti regala la libertà e la forza di ribellarti.
  • Noi italiani siamo come dei nani sulle spalle di un gigante, tutti. E il gigante è la cultura, una cultura antica che ci ha regalato una straordinaria, invisibile capacità di cogliere la complessità delle cose. Articolare i ragionamenti, tessere arte e scienza assieme, e questo è un capitale enorme. E per questa italianità c'è sempre posto a tavola per tutto il resto del mondo.

La responsabilità dell'architetto

  • Pablo Neruda ha detto che il poeta quello che ha da dire, lo dice in poesia, perché non ha un altro modo di spiegarlo. Io, che faccio l'architetto, la morale non la predico: la disegno e la costruisco.
  • La città è una stupenda emozione dell'uomo. La città è un'invenzione, anzi: è l'invenzione dell'uomo!
  • Una città non è disegnata, semplicemente si fa da sola. Basta ascoltarla, perché la città è il riflesso di tante storie.

[Renzo Piano, La responsabilità dell'architetto. Conversazione con R. Cassigoli, Passigli, Firenze 2000 pp. 75-82.]

Bibliografia

  • Renzo Piano, La responsabilità dell'architetto. Conversazione con R. Cassigoli, Passigli, Firenze 2000 pp. 75-82.

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