Il ritorno di don Camillo: differenze tra le versioni
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Versione delle 05:19, 6 set 2011
Il ritorno di Don Camillo
Titolo originale |
Il ritorno di Don Camillo |
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Lingua originale | italiano |
Paese | Italia Francia |
Anno | 1953 |
Genere | Commedia |
Regia | Julien Duvivier |
Sceneggiatura | - |
Interpreti e personaggi | |
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Note | |
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Il ritorno di Don Camillo, film italiano del 1953 con Gino Cervi e Fernandel, regia di Julien Duvivier.
Frasi
- Compagni, ci sono momenti i quali, senza dimenticare la necessità della riscossa proletaria, bisogna sapersi inchinare davanti all'avversario meritevole, soprattutto se è morto. (Peppone) [Riferendosi al dott. Spiletti]
- Sono come una corazzata chiusa in una stagno, appena mi muovo c'è la rivoluzione dei ranocchi. (Don Camillo)
Dialoghi
- Peppone: ... Dica un po', che sarebbe quella nuova statua che ha messo in chiesa al posto di san Lucio?
Prete supplente: È santa Rita da Cascia.
Peppone: San Lucio è il patrono dei lattai, no? Levandolo lei turba l'ordine economico del paese, la prego di far sparire quella statua al più presto!
- Peppone: Era un vecchio avversario, ma sappiamo riconoscere il valore degli individui, chiederò al consiglio di votare un giorno di lutto ufficiale.
Dott. Spiletti: Ti piacerebbe, eh, brutto asino rosso?
Peppone: Ma allora dottore?
Medico: Clinicamente è morto... Respira ancora è un fatto, ma è anche un affronto alla scienza.
Dott. Spiletti: Saresti lieto di seppellirmi, eh, ma aspetterai, morrò quando don Camillo mi avrà confessato.
Peppone: Se vi ci vuole don Camillo avremo il piacere di conservarvi fra noi fino al giorno del giudizio.
- Peppone: ... Tu e le tue comari lasciatemi in pace con don Camillo, sta bene dove sta! [Rivolto alla moglie]
Don Camillo: Mica tanto bene. [Appena tornato in paese]
- Peppone: In riga ... Attenti ... Avanti, marsh! [Comandando i suoi]
Peppone: Primi fra tutti teniamo a che torni a posto quella campana, che ha salutato ieri l'alba della liberazione e che saluterà domani l'alba radiosa della rivoluzione proletaria. [Versando poi l'offerta per la ristrutturazione del campanile]
Don Camillo: Grazie, signor sindaco... [Proseguendo sottovoce] Mo per il giorno della rivoluzione farai bene a curare il dietrofront e il passo di corsa.
- Peppone: Ha soggezione, voi potete parlargli senza aver bisogno di picchiarlo come farei io. [Chiedendo a don Camillo di intervenire presso il proprio figlio in collegio]
Don Camillo: Sinceramente se ci vado ho paura che qualche ceffone mi scappi.
Peppone: Oh, se si tratta di qualche scapaccione niente in contrario, ma andateci piano, è un Botassi d'accordo, ma non ha ancora la robustessa di suo padre.
- Don Camillo: Hai di nuovo messo avanti il tuo sporco orologio?!
Peppone: Non vorrete mica che si resti in ritardo sulla reazione?
Don Camillo: La torre segna l'ora solare, il sole non fa politica: il tuo orologio va avanti.
Peppone: È l'orologio del popolo, se è in ritardo sul popolo tanto peggio per il sole e tutto il suo sistema!
Don Camillo: Poh, Signore difendetemi, la Terra non gli basta più, vogliono rifare l'Universo. [Ma finito il colloquio don Camillo si precipita a portare avanti le lancette della torre campanaria]
- Don Camillo: Cosa dai alle tue api per nutrirle? Le opere di Karl Marx? [Don Camillo ha preso la febbre e Peppone gli offre del tè con il suo miele per farlo stare meglio]
Peppone: Quest'inverno non ho bisogno di nutrirle, gli ho ripetuto il vostro ultimo sermone e da allora... dormono.
- Peppone: Sapete almeno nuotare?
Don Camillo: Eeoh, come un ferro da stiro!
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