Adriano Panatta: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Adriano Panatta==
==Citazioni di Adriano Panatta==
*Al Roland Garros in particolare giocai il miglior tennis della mia vita, dopo aver annullato con un tuffo un match point dell'avversario e surclassato [[Björn Borg|Borg]] nei quarti di finale. Sessanta secondi di pienezza totale, di felicità, alla fine della finale con Harold Solomon e poi basta. La sera, nella cena di gala, ricordo, ero già molto triste. Un senso di vuoto. Quasi una depressione, che mi è durata tre settimane di seguito.<ref name=panorama>Da ''[http://archivio.panorama.it/home/articolo/idA020001037415 «Vi racconto il tennis, quello di ieri e quello di oggi»]'', ''Panorama'', 8 agosto 2006</ref>
*[[Björn Borg|Borg]] e Vilas hanno rovinato una generazione di giocatori. Oggi non c'è più un giocatore d'attacco, capace di ammorbidire la palla. [[Andre Agassi]] è stato l'evoluzione di questo tennis. Ha inventato un nuovo modo di giocare, primo attaccante a fondo campo. Oggi trovi degli energumeni che impugnano l'attrezzo. Il [[tennis]] è un'altra cosa. Guardo [[Roger Federer|Federer]]. Lui gioca troppo bene. Lui è un illuso, vorrebbe battere quella belva di [[Rafael Nadal|Nadal]] giocando bene a tennis. Impossibile.<ref name=panorama/>
*[[Björn Borg|Borg]] era un fenomeno paranormale. Dicevo sempre di lui che era «un matto calmo». La sua era una pazzia ben mascherata. Stava tutto il giorno a registrare la tensione delle corde delle racchette. Un giorno o l'altro schioppi, gli dicevo, ti esplode il cervello. Gli è esploso un giorno, dopo aver perso con [[John McEnroe|McEnroe]] a [[Torneo di Wimbledon|Wimbledon]]. Si è ritirato a 26 anni, quando era ancora il più forte di tutti. Si era rotto le palle. Era un uomo molto buffo Björn. Non aveva mai un soldo in tasca. Girava con l'American Express, ma allora in Italia le carte di credito non esistevano.<ref name=panorama/>
*Che tipo, [[Björn Borg|Bjorn]]: capace di vuotare due bottiglie di vodka, restare steso fino al mattino, e poi giocare come se niente fosse. <ref>Da ''[http://www.gazzetta.it/Calcio/12-10-2009/blob-settimana-501589400119.shtml Il Blob della Settimana]'', ''Gazzetta dello Sport'', 12 ottobre 2009</ref>
*Che tipo, [[Björn Borg|Bjorn]]: capace di vuotare due bottiglie di vodka, restare steso fino al mattino, e poi giocare come se niente fosse. <ref>Da ''[http://www.gazzetta.it/Calcio/12-10-2009/blob-settimana-501589400119.shtml Il Blob della Settimana]'', ''Gazzetta dello Sport'', 12 ottobre 2009</ref>
*Credo però che [[Arthur Ashe|Arthur]] abbia rivoluzionato il tennis internazionale: è stato il primo giocatore nero a vincere, dando una radicale svolta. Mi è stato raccontato di alcuni circoli in cui i giocatori di colore non potevano nemmeno entrare, Ashe in questo senso è stato molto importante.<ref name=A>Da ''[http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2009/12/22/273885-panatta_tutto_campo.shtml Buon Compleanno Panatta]'', ''Ubitennis.com'', 9 luglio 2010</ref>
*Credo però che [[Arthur Ashe|Arthur]] abbia rivoluzionato il tennis internazionale: è stato il primo giocatore nero a vincere, dando una radicale svolta. Mi è stato raccontato di alcuni circoli in cui i giocatori di colore non potevano nemmeno entrare, Ashe in questo senso è stato molto importante.<ref name=A>Da ''[http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2009/12/22/273885-panatta_tutto_campo.shtml Buon Compleanno Panatta]'', ''Ubitennis.com'', 9 luglio 2010</ref>
*Il [[tennis]] l'ha inventato il [[diavolo]].<ref>Citato in ''[http://archiviostorico.corriere.it/1996/maggio/14/doppia_faccia_del_tennis_co_10_9605141714.shtml La doppia faccia del tennis]'', ''Corriere della sera'', 14 maggio 1996</ref>
*Il [[tennis]] l'ha inventato il [[diavolo]].<ref>Citato in ''[http://archiviostorico.corriere.it/1996/maggio/14/doppia_faccia_del_tennis_co_10_9605141714.shtml La doppia faccia del tennis]'', ''Corriere della sera'', 14 maggio 1996</ref>
*[[Ivan Lendl|Lendl]] era un giocatore fortissimo, uno dei più forti della sua epoca, ma non era bravo a giocare a [[tennis]]. [...] Era quasi imbattibile, al suo apice, ma aveva evidenti limiti tecnici: a rete ad esempio non ne azzeccava una.<ref name=A/>
*[[Ilie Năstase]] era il più simpatico di tutti, una pasta d'uomo. Lui e Ion Tiriac una coppia irresistibile dentro e fuori il campo.<ref name=panorama/>
*[[Ivan Lendl|Lendl]] era un giocatore fortissimo, uno dei più forti della sua epoca, ma non era bravo a giocare a [[tennis]].
[...] Era quasi imbattibile, al suo apice, ma aveva evidenti limiti tecnici: a rete ad esempio non ne azzeccava una.<ref name=A/>
*Nel tennis c'è il [[doping]] come in quasi tutti gli sport. Non credo agli atleti vittime, che prendono le cose senza saperlo. Allora non sono vittime, sono deficienti. La verità è che poi beccano sempre chi vogliono beccare. Conta molto la forza politica di una nazione.<ref name=panorama/>
*Non potevo essere io il modello da imitare. Panatta era talento puro. Più facile rifarsi a uno come [[Björn Borg]], tenere un ragazzo quattro o cinque ore al giorno ad allenarsi contro un muro. Ma per condannarsi a quelle dosi di lavoro ci voleva appunto la testa di uno come Borg. L'italiano è diverso, ha bisogno di divertirsi. Prendi due ragazzini, uno svedese e un italiano, mettili davanti a un muro a palleggiare: dopo un quarto d'ora l'italiano si è già stufato, lo svedese dopo sei ore lo devi fermare.<ref name=panorama/>
*Per organizzare un torneo bisogna conoscere bene la città in cui si svolge. [[Roma]] è una grande «zoccola», i miei Internazionali sposavano sport e mondanità, i campioni del tennis e il generone romano.<ref name=panorama/>
*Se arrivi a giocare a un livello mondiale non puoi permetterti d'essere pigro. Ho subito i luoghi comuni che vedono nel romano un campione d'indolenza. Guardi [[Francesco Totti]]: ha lavorato come un pazzo per rientrare in forma ai Mondiali e sono lì tutti a sbalordirsi. Capitava magari quando, dopo tre mesi di torneo, sentivo l'esigenza di staccare, di dedicarmi ad altro. Il tennis non è mai stato una monomania per me. Anche quando ero all'apice mi piaceva leggere, mi tenevo informato: erano gli anni di piombo.<ref name=panorama/>
*Sono sempre stato di sinistra ma non mi piacciono i fanatismi, gli eccessi ideologici. Alla fine mi risulta che [[Enrico Berlinguer]] ci avesse ripensato. E comunque io volevo andare e vincere. Il pubblico cileno fu straordinario, il migliore che abbia mai incontrato, ma l'aria era molto pesante, opprimente.<ref>Il riferimento è alla finale di Coppa Davis del 1976, poi vinta dall'Italia. Tale finale andava giocata nel Cile del dittatore Pinochet e la sinistra italiana pretendeva la rinuncia da parte della squadra azzurra. (da ''[http://archivio.panorama.it/home/articolo/idA020001037415 «Vi racconto il tennis, quello di ieri e quello di oggi»]'', ''Panorama'', 8 agosto 2006)</ref>
*Sono sempre stato un campione a modo mio. Oggi dilaga il divismo. Mi chiedo come fa uno che gioca a pallone o impugna una racchetta a sentirsi un fenomeno. Quando sento uno di questi parlare in terza persona m'incazzo. Hanno i body guard. [[Marija Šarapova|Maria Sharapova]] pensa di essere [[Greta Garbo]]. A parte [[Roger Federer]] e [[Rafael Nadal]] che sono due ragazzi eccezionali, gli altri sono tutti molto tristi e molto montati.<ref name=panorama/>


==Citazioni su Adriano Panatta==
==Citazioni su Adriano Panatta==

Versione delle 12:08, 29 set 2011

Adriano Panatta (1950 – vivente), ex-tennista italiano.

Citazioni di Adriano Panatta

  • Al Roland Garros in particolare giocai il miglior tennis della mia vita, dopo aver annullato con un tuffo un match point dell'avversario e surclassato Borg nei quarti di finale. Sessanta secondi di pienezza totale, di felicità, alla fine della finale con Harold Solomon e poi basta. La sera, nella cena di gala, ricordo, ero già molto triste. Un senso di vuoto. Quasi una depressione, che mi è durata tre settimane di seguito.[1]
  • Borg e Vilas hanno rovinato una generazione di giocatori. Oggi non c'è più un giocatore d'attacco, capace di ammorbidire la palla. Andre Agassi è stato l'evoluzione di questo tennis. Ha inventato un nuovo modo di giocare, primo attaccante a fondo campo. Oggi trovi degli energumeni che impugnano l'attrezzo. Il tennis è un'altra cosa. Guardo Federer. Lui gioca troppo bene. Lui è un illuso, vorrebbe battere quella belva di Nadal giocando bene a tennis. Impossibile.[1]
  • Borg era un fenomeno paranormale. Dicevo sempre di lui che era «un matto calmo». La sua era una pazzia ben mascherata. Stava tutto il giorno a registrare la tensione delle corde delle racchette. Un giorno o l'altro schioppi, gli dicevo, ti esplode il cervello. Gli è esploso un giorno, dopo aver perso con McEnroe a Wimbledon. Si è ritirato a 26 anni, quando era ancora il più forte di tutti. Si era rotto le palle. Era un uomo molto buffo Björn. Non aveva mai un soldo in tasca. Girava con l'American Express, ma allora in Italia le carte di credito non esistevano.[1]
  • Che tipo, Bjorn: capace di vuotare due bottiglie di vodka, restare steso fino al mattino, e poi giocare come se niente fosse. [2]
  • Credo però che Arthur abbia rivoluzionato il tennis internazionale: è stato il primo giocatore nero a vincere, dando una radicale svolta. Mi è stato raccontato di alcuni circoli in cui i giocatori di colore non potevano nemmeno entrare, Ashe in questo senso è stato molto importante.[3]
  • Il tennis l'ha inventato il diavolo.[4]
  • Ilie Năstase era il più simpatico di tutti, una pasta d'uomo. Lui e Ion Tiriac una coppia irresistibile dentro e fuori il campo.[1]
  • Lendl era un giocatore fortissimo, uno dei più forti della sua epoca, ma non era bravo a giocare a tennis.

[...] Era quasi imbattibile, al suo apice, ma aveva evidenti limiti tecnici: a rete ad esempio non ne azzeccava una.[3]

  • Nel tennis c'è il doping come in quasi tutti gli sport. Non credo agli atleti vittime, che prendono le cose senza saperlo. Allora non sono vittime, sono deficienti. La verità è che poi beccano sempre chi vogliono beccare. Conta molto la forza politica di una nazione.[1]
  • Non potevo essere io il modello da imitare. Panatta era talento puro. Più facile rifarsi a uno come Björn Borg, tenere un ragazzo quattro o cinque ore al giorno ad allenarsi contro un muro. Ma per condannarsi a quelle dosi di lavoro ci voleva appunto la testa di uno come Borg. L'italiano è diverso, ha bisogno di divertirsi. Prendi due ragazzini, uno svedese e un italiano, mettili davanti a un muro a palleggiare: dopo un quarto d'ora l'italiano si è già stufato, lo svedese dopo sei ore lo devi fermare.[1]
  • Per organizzare un torneo bisogna conoscere bene la città in cui si svolge. Roma è una grande «zoccola», i miei Internazionali sposavano sport e mondanità, i campioni del tennis e il generone romano.[1]
  • Se arrivi a giocare a un livello mondiale non puoi permetterti d'essere pigro. Ho subito i luoghi comuni che vedono nel romano un campione d'indolenza. Guardi Francesco Totti: ha lavorato come un pazzo per rientrare in forma ai Mondiali e sono lì tutti a sbalordirsi. Capitava magari quando, dopo tre mesi di torneo, sentivo l'esigenza di staccare, di dedicarmi ad altro. Il tennis non è mai stato una monomania per me. Anche quando ero all'apice mi piaceva leggere, mi tenevo informato: erano gli anni di piombo.[1]
  • Sono sempre stato di sinistra ma non mi piacciono i fanatismi, gli eccessi ideologici. Alla fine mi risulta che Enrico Berlinguer ci avesse ripensato. E comunque io volevo andare e vincere. Il pubblico cileno fu straordinario, il migliore che abbia mai incontrato, ma l'aria era molto pesante, opprimente.[5]
  • Sono sempre stato un campione a modo mio. Oggi dilaga il divismo. Mi chiedo come fa uno che gioca a pallone o impugna una racchetta a sentirsi un fenomeno. Quando sento uno di questi parlare in terza persona m'incazzo. Hanno i body guard. Maria Sharapova pensa di essere Greta Garbo. A parte Roger Federer e Rafael Nadal che sono due ragazzi eccezionali, gli altri sono tutti molto tristi e molto montati.[1]

Citazioni su Adriano Panatta

Note

  1. a b c d e f g h i Da «Vi racconto il tennis, quello di ieri e quello di oggi», Panorama, 8 agosto 2006
  2. Da Il Blob della Settimana, Gazzetta dello Sport, 12 ottobre 2009
  3. a b Da Buon Compleanno Panatta, Ubitennis.com, 9 luglio 2010
  4. Citato in La doppia faccia del tennis, Corriere della sera, 14 maggio 1996
  5. Il riferimento è alla finale di Coppa Davis del 1976, poi vinta dall'Italia. Tale finale andava giocata nel Cile del dittatore Pinochet e la sinistra italiana pretendeva la rinuncia da parte della squadra azzurra. (da «Vi racconto il tennis, quello di ieri e quello di oggi», Panorama, 8 agosto 2006)

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