Lev L'vovič Tolstoj: differenze tra le versioni

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==''Il preludio di Chopin''==
==''Il preludio di Chopin''==
*[...] la risposta alla ''[[Sonata a Kreutzer]]'' e alla sua ''Postfazione'' – per quanto esse siano artisticamente di grande valore, e nonostante vi siano espressi vigorosamente gli aspetti negativi delle relazioni matrimoniali – non può che essere una sola: la loro conclusione è erronea.<br />Come ideale vi è eletto ciò che non può esserlo. Come ideale nella questione dei rapporti sessuali non si può proporre la loro abolizione, perché ciò annullerebbe la stessa possibilità di un ideale di tal genere, conducendo a un'assurdità logica. (premessa, p. 4)
*Secondo me, l'uomo non [[Matrimonio|sposato]] o è come un cane affamato che si dimena, si affretta, si precipita da ogni parte e fa solamente sciocchezze, o è una scimmia depravata che ha perso ogni umanità. (cap. 4, p. 36)
*Secondo me, l'uomo non [[Matrimonio|sposato]] o è come un cane affamato che si dimena, si affretta, si precipita da ogni parte e fa solamente sciocchezze, o è una scimmia depravata che ha perso ogni umanità. (cap. 4, p. 36)
*[...] sposarsi è per noi la prima cosa; e non a caso si dice: si è sposato, ed è cambiato. Dirò di più: si è sposato, ed è rinsavito; si è sposato, ed è sceso dalle nuvole; si è sposato, e si è calmato e rafforzato. Ci si forma uno sguardo completamente diverso sul mondo e sulle persone, il nostro animo diventa completamente diverso. Il [[Celibato|celibe]] è un uomo a metà, secondo un antico proverbio russo. (cap. 5, p. 37)
*[...] sposarsi è per noi la prima cosa; e non a caso si dice: si è sposato, ed è cambiato. Dirò di più: si è sposato, ed è rinsavito; si è sposato, ed è sceso dalle nuvole; si è sposato, e si è calmato e rafforzato. Ci si forma uno sguardo completamente diverso sul mondo e sulle persone, il nostro animo diventa completamente diverso. Il [[Celibato|celibe]] è un uomo a metà, secondo un antico proverbio russo. (cap. 5, p. 37)

Versione delle 16:47, 10 ott 2011

Lev L'vovič Tolstoj (1869 –1945), scrittore e scultore russo, figlio di Lev Tolstoj.

Il preludio di Chopin

  • [...] la risposta alla Sonata a Kreutzer e alla sua Postfazione – per quanto esse siano artisticamente di grande valore, e nonostante vi siano espressi vigorosamente gli aspetti negativi delle relazioni matrimoniali – non può che essere una sola: la loro conclusione è erronea.
    Come ideale vi è eletto ciò che non può esserlo. Come ideale nella questione dei rapporti sessuali non si può proporre la loro abolizione, perché ciò annullerebbe la stessa possibilità di un ideale di tal genere, conducendo a un'assurdità logica. (premessa, p. 4)
  • Secondo me, l'uomo non sposato o è come un cane affamato che si dimena, si affretta, si precipita da ogni parte e fa solamente sciocchezze, o è una scimmia depravata che ha perso ogni umanità. (cap. 4, p. 36)
  • [...] sposarsi è per noi la prima cosa; e non a caso si dice: si è sposato, ed è cambiato. Dirò di più: si è sposato, ed è rinsavito; si è sposato, ed è sceso dalle nuvole; si è sposato, e si è calmato e rafforzato. Ci si forma uno sguardo completamente diverso sul mondo e sulle persone, il nostro animo diventa completamente diverso. Il celibe è un uomo a metà, secondo un antico proverbio russo. (cap. 5, p. 37)
  • [...] pensa soltanto com'è assurdo considerare peccato quello da cui siamo nati, quello che c'è di più sacro al mondo, che ti ha dato il respiro, la vita, che ha infuso in te la tua anima santa, divina. (cap. 5, p. 38)
  • Di recente ho incontrato un tolstojano [...]. Loro, poveracci, credono a tal punto ai loro idoli che è semplicemente un peccato confutarli. (cap. 7, p. 57)
  • Ed ecco l'Occidente, il corrotto Occidente [...] mi ha salvato dalla nebbia russa che mi ottundeva la testa e mi ha insegnato la vera capacità di ragionamento. Se avessi vissuto in Russia cento anni, non avrei appreso quello che ho appreso in un solo mese all'estero. La prima cosa che ho appreso è che non bisogna ragionare, ma fare. (cap. 7, p. 58)

Bibliografia

  • Lev L. Tolstoj, Il preludio di Chopin, collana ASCE, traduzione di Miriam Capaldo, Editori Riuniti, 2010. ISBN 978-88-359-9015-4

Voci correlate