Jacob Burckhardt: differenze tra le versioni

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'''Jacob Burckhardt''' (1818 – 1897), storico svizzero.
'''Jacob Burckhardt''' (1818 – 1897), scrittore, storico e critico d'arte svizzero.


*La [[nazionalismo|nazione]] vuole soprattutto potere. Il modo di vita del piccolo Stato viene aborrito come condizione d'infamia. [...] Si vuole appartenere a qualcosa di grande e così si rivela chiaramente che il primo fine è la potenza e che la cultura è solo un fine secondario. Più in particolare, si vuol far valere verso l'esterno la volontà collettiva, a dispetto di altri popoli. (primi anni 1870; citato in Giardina, Sabbatucci, Vidotto, ''Storia 1650 – 1900'', Laterza)
*La [[nazionalismo|nazione]] vuole soprattutto potere. Il modo di vita del piccolo Stato viene aborrito come condizione d'infamia. [...] Si vuole appartenere a qualcosa di grande e così si rivela chiaramente che il primo fine è la potenza e che la cultura è solo un fine secondario. Più in particolare, si vuol far valere verso l'esterno la volontà collettiva, a dispetto di altri popoli. (primi anni 1870; citato in Giardina, Sabbatucci, Vidotto, ''Storia 1650 – 1900'', Laterza)
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[[Categoria:Storici svizzeri|Burckhardt, Jacob]]
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Versione delle 15:51, 1 nov 2011

Jacob Burckhardt

Jacob Burckhardt (1818 – 1897), scrittore, storico e critico d'arte svizzero.

  • La nazione vuole soprattutto potere. Il modo di vita del piccolo Stato viene aborrito come condizione d'infamia. [...] Si vuole appartenere a qualcosa di grande e così si rivela chiaramente che il primo fine è la potenza e che la cultura è solo un fine secondario. Più in particolare, si vuol far valere verso l'esterno la volontà collettiva, a dispetto di altri popoli. (primi anni 1870; citato in Giardina, Sabbatucci, Vidotto, Storia 1650 – 1900, Laterza)
  • La religione è il legame principale dell'umana civiltà, in quanto solo essa è sufficiente custode di quelle condizioni morali che tengono unita la società. (da Riflessioni sulla storia universale, p. 139)

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