Olindo Guerrini: differenze tra le versioni

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*Non ci sono né ''veristi'' né ''idealisti''. Ci sono degli autori che scrivono bene e degli altri che scrivono male; ecco tutto. (da ''Nova polemica'')
*Non ci sono né ''veristi'' né ''idealisti''. Ci sono degli autori che scrivono bene e degli altri che scrivono male; ecco tutto. (da ''Nova polemica'')
* ''Addio sorrisi dell'albe rosate, | Addio tramonti che d'oro parete! | [[Novembre]] porta le tristi giornate | E delle nebbie la bigia quïete!'' (dalle ''[[:s:Rime di Argia Sbolenfi/Libro secondo - Le decadenti/Novembre|Rime di Argia Sbolenfi]]'')
* ''Addio sorrisi dell'albe rosate, | Addio tramonti che d'oro parete! | [[Novembre]] porta le tristi giornate | E delle nebbie la bigia quïete!'' (dalle ''[[:s:Rime di Argia Sbolenfi/Libro secondo - Le decadenti/Novembre|Rime di Argia Sbolenfi]]'')
* ''[[:w:Armiamoci e partite|Armiamoci e partite!]]'' (da ''[[wikisource:it:Rime di Argia Sbolenfi/Libro secondo - Le decadenti/Agli eroissimi|Agli Eroissimi]]'', dalla ''[[:w:Rime di Argia Sbolenfi|Rime di Argia Sbolenfi]]'')
* ''[[Armiamoci e partite|Armiamoci e partite!]]'' (da ''[[wikisource:it:Rime di Argia Sbolenfi/Libro secondo - Le decadenti/Agli eroissimi|Agli Eroissimi]]'', dalla ''[[:w:Rime di Argia Sbolenfi|Rime di Argia Sbolenfi]]'')
==[[Incipit]] di alcune opere==
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Brani di vita''===
===''Brani di vita''===

Versione delle 23:16, 4 nov 2011

Olindo Guerrini

Olindo Guerrini, noto con gli pseudonimi di Lorenzo Stecchetti, Argia Sbolenfi, Marco Balossardi, Giovanni Dareni, Pulinera, Bepi e Mercutio (1845 – 1916), poeta e scrittore italiano, nonché bibliofilo e studioso di letteratura italiana.

Citazioni di Olindo Guerrini

  • Dominedio ci salvi | da i libri troppo lunghi e da i poemi! (da A Felice Cavallotti, in Nova polemica)
  • È certo che lo studio e la riproduzione del mondo esterno come è, costano più fatica che non l'operare secondo una formola od una maniera. (dalle Rime di Argia Sbolenfi, 1897)
  • Io corro, io volo sulla bicicletta, | questo ideal delle cavalcature: | chi soffre d'emorroidi o di bolletta | m'insulti pure. (da In bicicletta, in Rime di Argia Sbolenfi)
  • Non si vive di solo pane, è vero; ci vuole anche il companatico; e l'arte di renderlo più economico, più sapido, più sano, lo dico e lo sostengo, è vera arte. Riabilitiamo il senso del gusto e non vergogniamoci di sodisfarlo onestamente, ma il meglio che si può, come ella ce ne dà i precetti. (citato in Pellegrino Artusi, La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene)
  • Se l'uomo non appetisse il cibo o non provasse stimoli sessuali, il genere umano finirebbe subito. (ibidem)
  • Questa minestra, che onora Bologna, | Detta la grassa non inutilmente, | Carezza l'uomo dove gli bisogna, | Dà molta forza ai muscoli e alla mente, | Fa prender tutto con filosofia, | Piace, nutre, consola e così sia. (da un sonetto dedicato alle tagliatelle; citato in Touring Club Italiano, Guida Gastronomica d'Italia, Milano, 1931, p. 206)
  • Non ci sono né veristiidealisti. Ci sono degli autori che scrivono bene e degli altri che scrivono male; ecco tutto. (da Nova polemica)
  • Addio sorrisi dell'albe rosate, | Addio tramonti che d'oro parete! | Novembre porta le tristi giornate | E delle nebbie la bigia quïete! (dalle Rime di Argia Sbolenfi)
  • Armiamoci e partite! (da Agli Eroissimi, dalla Rime di Argia Sbolenfi)

Incipit di alcune opere

Brani di vita

Ecco come andò la cosa.
Nell'inverno del 1868 io dava ad intendere alla mia famiglia di studiar legge; anzi, per confermarla vie più nell'errore, alla fine di quell'anno mi laureai.
(Parentesi. Mi ricordo che ci chiusero nell'Aula Magna dell'Università. Eravamo otto o dieci candidati, e, allegri come quelli non se ne trovano più. Venne il professore di Diritto Canonico, munito di una borsa gigantesca che conteneva la bellezza di sessanta palle. Ognuno di noi immerse la mano nel venerando borsone ed estrasse una palla sola, il cui numero corrispondeva a quello di una tesi da svolgere in iscritto. A me toccò una tesi laconica: Del Comune; una tesi che non conoscevo nemmeno di saluto.

Nova polemica di Lorenzo Stecchetti

Ed anche a me da l'innocente cuna
ridon due bimbi che l'amor mi diede
e quei due bimbi son la mia fortuna,
la mia bella speranza e la mia fede.
Anch'io, ne' chiostri che la notte imbruna,
anch'io singhiozzo d'una tomba a 'l piede;
anch'io soffro, lavoro, amo, ed alcuna
vergogna a 'l famigliar desco non siede.

Postuma: canzoniere di Lorenzo Stecchetti

Poveri versi miei gettati al vento,
Della mia gioventù memorie liete,
Rime d'ira, di gioia e di lamento,
Povere rime mie, che diverrete?
Ahi fuggite, fuggite il mondo intento
A flagellar chi non l'amò; premete
L'inculto sì ma non bugiardo accento,
Conscie dell'amor mio, rime discrete.

Rime di Argia Sbolenfi

Condannata da l'empio destino
a l'iniquo mestier della cuoca,
io compongo vicino alla fuoca[1]
i miei deboli versi d'amor,
e l'imago d'un giovin divino
m'apparisce a gli sguardi incantati;
sento l'orma de i passi adorati
echeggiarmi ne l'vergine cor!

Note

  1. Focolare, Dialetto bolognese.

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni