Upaniṣad: differenze tra le versioni
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*Le ''Upaniṣad'' sono la fase quarta o finale del processo e sono note quindi come ''Vedānta'' o "fine dei Veda". Rappresentano il culmine mistico e filosofico dei ''Veda''. Contengono gli insegnamenti dei grandi maestri che indicano il cammino della liberazione (''mokṣa''). ([[Raimon Panikkar]]) |
*Le ''Upaniṣad'' sono la fase quarta o finale del processo e sono note quindi come ''Vedānta'' o "fine dei Veda". Rappresentano il culmine mistico e filosofico dei ''Veda''. Contengono gli insegnamenti dei grandi maestri che indicano il cammino della liberazione (''mokṣa''). ([[Raimon Panikkar]]) |
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*Le Upaniṣad sono state la consolazione della mia vita, e saranno la consolazione della mia morte. ([[Arthur Schopenhauer]]) |
*Le Upaniṣad sono state la consolazione della mia vita, e saranno la consolazione della mia morte. ([[Arthur Schopenhauer]]) |
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*Ma, nello studiare la filosofia delle Upanishad, in noi cresce l'impressione che il completamento di questo percorso non è proprio il più semplice dei compiti. La nostra arroganza occidentale verso queste intuizioni del pensiero indiano è un segno della nostra barbara natura, che non ha il più remoto sentore della sua straordinaria profondità e sorprendente accuratezza psicologica. Siamo ancora così ignoranti che abbiamo effettivamente bisogno di leggi dall'esterno, e di una tavola della legge o di un Padre sopra, per mostrarci ciò che è buono e ciò che è giusto fare. E dato che siamo ancora barbari, qualsiasi fiducia nella natura umana ci sembra un naturalismo pericoloso e immorale. Perché questo? Perché sotto la sottile patina della cultura barbara, la belva selvaggia è pronta all'agguato, giustificando ampiamente la sua paura. ([[Carl Gustav Jung]]) |
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*Oppure c'è in noi un principio misterioso che invisibile sostiene la vita nostra ed universa? Le Upanisad risposero affermativamente ed identificarono questo principio permanente con l'[[ātman|atman]] che non è l'io apparente, la persona che nasce, si corrompe e muore, ha un nome, è mossa da sentimenti e risentimenti, ma una misteriosa presenza immune dalle circostanze di spazio e di tempo, al di là di ogni passione: non multipla, sebbene in tutti presente, ma una: identificata perciò con il [[Brahman]]. ([[Giuseppe Tucci]]) |
*Oppure c'è in noi un principio misterioso che invisibile sostiene la vita nostra ed universa? Le Upanisad risposero affermativamente ed identificarono questo principio permanente con l'[[ātman|atman]] che non è l'io apparente, la persona che nasce, si corrompe e muore, ha un nome, è mossa da sentimenti e risentimenti, ma una misteriosa presenza immune dalle circostanze di spazio e di tempo, al di là di ogni passione: non multipla, sebbene in tutti presente, ma una: identificata perciò con il [[Brahman]]. ([[Giuseppe Tucci]]) |
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*''Upaniṣad'' vuol dire, letteralmente, «sessioni» (''sad'') «presso» (''upani'') il maestro, quindi dottrina segreta. ([[Pio Filippani Ronconi]]) |
*''Upaniṣad'' vuol dire, letteralmente, «sessioni» (''sad'') «presso» (''upani'') il maestro, quindi dottrina segreta. ([[Pio Filippani Ronconi]]) |
Versione delle 14:19, 9 nov 2011
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Le Upaniṣad sono testi religiosi e filosofici presso la cultura indiana.
- Upaniṣad del periodo vedico:
- Aitareya Upaniṣad nel Ṛgveda
- Bṛhadāraṇyaka Upaniṣad nel Śukla Yajurveda
- Chāndogya Upaniṣad nel Sāmaveda
- Īṣa Upaniṣad nel Śukla Yajurveda
- Jābāla Upaniṣad nel Śukla Yajurveda
- Kaivalya Upaniṣad nell'Atharvaveda
- Kaṭha Upaniṣad nel Kṛṣṇa Yajurveda
- Kauṣitakī Upaniṣad nel Ṛgveda
- Kena Upaniṣad nel Sāmaveda
- Mahānārāyaṇa Upaniṣad nel Kṛṣṇa Yajurveda
- Maṇḍukya Upaniṣad nell'Atharvaveda
- Maitri Upaniṣad nel Kṛṣṇa Yajurveda
- Muṇḍaka Upaniṣad nell'Atharvaveda
- Paiṅgala Upaniṣad nel Śukla Yajurveda
- Prāṇāgnihotra Upaniṣad nel Kṛṣṇa Yajurveda
- Praśna Upaniṣad nell'Atharvaveda
- Sūrya Upaniṣad nel Śukla Yajurveda
- Śvetāśvatara Upaniṣad nel Kṛṣṇa Yajurveda
- Taittirīya Upaniṣad nel Kṛṣṇa Yajurveda
- Upaniṣad posteriori:
Citazioni sulle Upaniṣad
- Con le Upaniṣad s'era fatta strada l'idea di un Dio unico, assoluto, Brahman, del quale quelle che noi consideriamo le molte divinità del pantheon indiano sono solo manifestazioni fenomeniche. (Gabriele Mandel)
- Le Upaniṣad narrano dell'alba della coscienza umana. L'uomo prende coscienza di se stesso e tramite questo atto diventa cosciente della sua solitudine e del modo di superarla. Il suo non è semplicemente il desiderio dell'altro, nemmeno di un altro simile a sé o a una parte di sé, ma un dinamismo verso la pienezza del Sé, l'integrazione del Sé con l'intero universo. (Raimon Panikkar)
- Le Upaniṣad sono la fase quarta o finale del processo e sono note quindi come Vedānta o "fine dei Veda". Rappresentano il culmine mistico e filosofico dei Veda. Contengono gli insegnamenti dei grandi maestri che indicano il cammino della liberazione (mokṣa). (Raimon Panikkar)
- Le Upaniṣad sono state la consolazione della mia vita, e saranno la consolazione della mia morte. (Arthur Schopenhauer)
- Ma, nello studiare la filosofia delle Upanishad, in noi cresce l'impressione che il completamento di questo percorso non è proprio il più semplice dei compiti. La nostra arroganza occidentale verso queste intuizioni del pensiero indiano è un segno della nostra barbara natura, che non ha il più remoto sentore della sua straordinaria profondità e sorprendente accuratezza psicologica. Siamo ancora così ignoranti che abbiamo effettivamente bisogno di leggi dall'esterno, e di una tavola della legge o di un Padre sopra, per mostrarci ciò che è buono e ciò che è giusto fare. E dato che siamo ancora barbari, qualsiasi fiducia nella natura umana ci sembra un naturalismo pericoloso e immorale. Perché questo? Perché sotto la sottile patina della cultura barbara, la belva selvaggia è pronta all'agguato, giustificando ampiamente la sua paura. (Carl Gustav Jung)
- Oppure c'è in noi un principio misterioso che invisibile sostiene la vita nostra ed universa? Le Upanisad risposero affermativamente ed identificarono questo principio permanente con l'atman che non è l'io apparente, la persona che nasce, si corrompe e muore, ha un nome, è mossa da sentimenti e risentimenti, ma una misteriosa presenza immune dalle circostanze di spazio e di tempo, al di là di ogni passione: non multipla, sebbene in tutti presente, ma una: identificata perciò con il Brahman. (Giuseppe Tucci)
- Upaniṣad vuol dire, letteralmente, «sessioni» (sad) «presso» (upani) il maestro, quindi dottrina segreta. (Pio Filippani Ronconi)