Jacques Maritain: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Per Maritain}} Il filosofo [[Cristianesimo|cristiano]] dimostra l'esistenza di [Dio]] servendosi esclusivamente di argomenti razionali, anche se nella sua soggettività è rassicurato dalla fede. [[Maurice Blondel|Blondel]] invece ritiene che la [fede]] sia strutturalmente necessaria al sapere filosofico come tale.
*{{NDR|Per Maritain}} Il filosofo [[Cristianesimo|cristiano]] dimostra l'esistenza di [[Dio]] servendosi esclusivamente di argomenti razionali, anche se nella sua soggettività è rassicurato dalla fede. [[Maurice Blondel|Blondel]] invece ritiene che la [[fede]] sia strutturalmente necessaria al sapere filosofico come tale.
*Non si può comprendere la modernità del [[tomismo]] di Maritain senza il confronto con le altre correnti di pensiero da [[Henri Bergson|Bergson]] a [[Jean-Paul Sartre|Satre]], da [[Martin Heidegger|Heidegger]] a [[Pierre Teilhard de Chardin|Theilhard de Chardin]]. Non si può valutare l'estetica di Jacques e la poetica di [[Raïssa Maritain|Raïssa]] senza avere presente la loro amicizia con [[Jean Cocteau|Cocteau]] e [[Pierre Reverdy|Reverdy]], con [[Georges Bernanos|Bernanos]] e [[Julien Green|J. Green]], con [[Georges Rouault|Rouault]] e [[Marc Chagall|Chagall]]. Non si può cogliere il significato del messaggio della filosofia politica maritainiana, che vuole raccordare [[cristianesimo]] e [[democrazia]], se non passando attraverso le polemiche che hanno suscitato ''Umanesimo integrale'' e ''L'uomo e lo Stato'', che si sono risolte solo nei documenti conciliari e nella pastorale pontificia da [[Papa Giovanni XXIII|Giovanni XXIII]] a [[Papa Paolo VI|Paolo VI]].
*Non si può comprendere la modernità del [[tomismo]] di Maritain senza il confronto con le altre correnti di pensiero da [[Henri Bergson|Bergson]] a [[Jean-Paul Sartre|Satre]], da [[Martin Heidegger|Heidegger]] a [[Pierre Teilhard de Chardin|Theilhard de Chardin]]. Non si può valutare l'estetica di Jacques e la poetica di [[Raïssa Maritain|Raïssa]] senza avere presente la loro amicizia con [[Jean Cocteau|Cocteau]] e [[Pierre Reverdy|Reverdy]], con [[Georges Bernanos|Bernanos]] e [[Julien Green|J. Green]], con [[Georges Rouault|Rouault]] e [[Marc Chagall|Chagall]]. Non si può cogliere il significato del messaggio della filosofia politica maritainiana, che vuole raccordare [[cristianesimo]] e [[democrazia]], se non passando attraverso le polemiche che hanno suscitato ''Umanesimo integrale'' e ''L'uomo e lo Stato'', che si sono risolte solo nei documenti conciliari e nella pastorale pontificia da [[Papa Giovanni XXIII|Giovanni XXIII]] a [[Papa Paolo VI|Paolo VI]].
*Per Maritain l'esperienza della [fede]] non esclude l'autonomia della [[filosofia]], in quanto non si tratta di «credere di credere», come direbbe oggi [[Gianni Vattimo]], ma di «vedere di dover credere», come insegna [[Tommaso d'Aquino|San Tommaso]].
*Per Maritain l'esperienza della [[fede]] non esclude l'autonomia della [[filosofia]], in quanto non si tratta di «credere di credere», come direbbe oggi [[Gianni Vattimo]], ma di «vedere di dover credere», come insegna [[Tommaso d'Aquino|San Tommaso]].


==Note==
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Jacques Maritain (1882 – 1973), filosofo francese.

Citazioni di Jacques Maritain

  • Coloro che credono di non credere in Dio, in realtà poi credono inconsciamente in Lui, perché il Dio di cui negano l'esistenza non è Dio, ma qualcos'altro. (da Il significato dell'ateismo contemporaneo)
  • La filosofia larvata di Freud non è che un travestimento di di un odio profondo della forma della ragione. (p. 29)[1]
  • La tragedia delle democrazie moderne è che non sono ancora riuscite a realizzare la democrazia. (da Cristianesimo e democrazia)
  • La verità è la conformità dello spirito con l'essere, secondo che essere è ciò che è, e il non essere, ciò che non è.[2]
  • Nel corso di venti secoli di storia, predicando il Vangelo alle nazioni ed ergendosi davanti alle podestà carnali per difendere contro di esse la libertà dello spirito, la Chiesa ha insegnato agli uomini ad essere liberi. Oggi forze cieche che da duecento anni le hanno dato l'assalto in nome della libertà e in nome della persona umana deificata, lasciano infine cadere la maschera. Ora si presentano per quello che sono. La loro sete e asservire l'uomo. I tempi attuali, per miserevoli che siano, hanno di che esaltare coloro che amano la Chiesa e amano la libertà. La situazione storica da essi affrontata è definitivamente chiara. Il grande dramma del nostro tempo è il confronto tra uomo e lo Stato totalitario, il quale non è altro che il vecchio e bugiardo dio dell'impero senza legge che esigeva per sé l'adorazione di tutte le cose, La causa della libertà e della Chiesa si incontrano nella difesa dell'uomo. (da L'uomo e lo Stato)
  • Non solo compiti di iniquità sono tenuti da maschere o da figure di giustizia, ma compiti di giustizia sono tenuti (e guastati) da maschere di iniquità. Non solo del cattivo lavoro storico, del lavoro inutile è fatto da portatori degli stendardi di verità, ma del buon lavoro, del lavoro utile, è fatto (e guastato) dagli avversari degli stendardi di verità. (da Umanesimo integrale)[1]
  • Nulla è perduto di ciò che è stato fatto, tutto è canto e poesia. (da Jacques Maritain, Le cose del cielo. Riflessioni sulla vita eterna)
  • [Sigmund Freud] Per lui l'esistenza del complesso di Edipo è una legge universale. (p. 28)[1]
  • Più questa causa è grande, più ci sentiamo piccoli e inadeguati ad essa. È la causa dell'intelligenza e della filosofia nella ricerca della verità e di quell'assoluto nel quale noi siamo, noi viviamo, noi ci muoviamo, come diceva Bergson, recuperando un pensiero di san Paolo. È la causa di questo umanesimo integrale che ci attende come il segno e il simbolo di una nuova civiltà, nella quale l'ispirazione democratica e l'ispirazione evangelica saranno riconciliate. (citato in Piero Viotto, L'apostolo dell'umanesimo, Jesus, luglio 2009)
  • Se noi amiamo la verità nelle anime, se noi comprendiamo di quale sete il mondo agonizza, se noi siamo pronti a dare tutto, onde tale sete sia alleviata... noi potremo sperare d'esser partecipi della luce di S. Tommaso, d'intendere veramente – intellectu conspicere – le cose che egli ha insegnato e di essere impiegati, secondo le nostre forze per quanto incerte esse siano, a quel lavoro universale di raddrizzamento nella verità, commessoci dal Maestro della storia. (Le docteur angélique[2])
  • Tutta la filosofia di Freud poggia su di un pregiudizio: la negazione violenta della spiritualità e della libertà. (p. 28)[1]
  • Un atto, il minimo atto di vera bontà, è, per dire il vero, la migliore prova dell'esistenza di Dio. Ma la nostra intelligenza è troppo ingombra di nozioni da classificare per vederlo; allora noi lo crediamo sulla testimonianza di coloro nei quali la vera bontà risplende in modo da stupirci. (p. 19)[1]

Senza fonte

  • Noi non amiamo le qualità, ma le persone, talvolta a causa dei lori difetti come delle loro qualità.  Priva di fonte Priva di fonte

L'educazione al bivio

Incipit

Ho scelto un titolo generico: L'educazione al bivio; ma avrei potuto intitolare il mio libro L'educazione dell'uomo, sebbene tale titolo possa sembrare involontariamente provocatorio: poiché molti dei nostri contemporanei conoscono l'Uomo primitivo o l'Uomo occidentale o l'Uomo dell'età industriale o l'Uomo criminale o l'Uomo borghese o l'Uomo proletario; ma stanno ancora a chiedersi che cosa s'intende.  intenda? intenda? quando si parla dell'uomo.

Citazioni

  • Il compito principale dell'educazione è soprattutto quello di formare l'uomo, o piuttosto di guidare lo sviluppo dinamico per mezzo del quale l'uomo forma se stesso ad essere un uomo.
  • L'educazione dell'uomo è un risveglio umano.
  • L'educazione è un'arte, un'arte particolarmente difficile.
  • L'uomo è una persona che si possiede per mezzo della intelligenza e della volontà.
  • La verità è un regno infinito − infinito come l'essere − la cui pienezza trascende infinitamente la potenza della nostra percezione, ed ogni frammento della quale deve essere afferrato da una attività interna vitale e purificata.

Rèflexions sur l'intelligence

  • È cosa singolare, fatta apposta per scoraggiare le illusioni che noi potremmo nutrire sulla natura umana, e sulla qualità intellettuale degli ambienti filosofici in particolare, dover constatare il dominio che il dogma idealista ha conquistato sulla filosofia contemporanea. Esso è diventato un postulato sacro, e la maggior parte di coloro che si piccano di pensare, assisi sulle cattedre del mondo moderno, considererebbero mancanza di buon gusto e segno di grossolanità, il non dare pensiero, «in principio», che il conoscere deforma le cose, dato che esistono delle cose, e che esso, in realtà, attinge solo le creazioni proprie. Una grande reazione, tuttavia, si prepara contro questo dogma idealista, non certo tra i filosofi ufficiali, ma negli spiriti che avvertono nella presente agonia del mondo, l'effetto di un profondo male dell'intelligenza, e che non vogliono che perisca la civiltà occidentale. Io non dispero che fra qualche anno l'idealismo sarà considerato come un'anticaglia affatto disuata e come una incongruenza della ragione.[2]
  • La grande debolezza del fondatore del misticismo, è di non essere sufficientemente critico. Egli manca di coraggio critico (il coraggio del giudice).[2]

Umanesimo integrale

  • Grazie soprattutto ad Emmanuele Mounier scrive — l'espressione 'personalista e comunitario' ê divenuta un ritornello per il pensiero cattolico. Anch'io, in questo non sono esente da una qualche responsabilità... Penso che Mounier l'abbia presa da me. Essa ê giusta, ma vedendo l'uso che se ne fa ora, non ne sono molto fiero.
  • Il religioso perfetto prega così bene che ignora di pregare.
  • In virtù d'un processo di differenziazione normale in se stesso (benché viziato dalle più false ideologie) l'ordine profano o temporale, nel corso dei tempi moderni, si ê costituito nei confronti dell'ordine spirituale o sacro in una relazione d'autonomia tale da escludere di fatto la strumentalità. In altri termini è giunto alla sua maggiorità. E questo ê ancora un guadagno storico che una nuova cristianità dovrebbe conservare.
  • Ma nuove nascite avverano. È anche una legge statistica che le scoperte difficili di cui si ha più bisogno la crescita della storia, si fanno raramente senza il soccorso delle energie dell'errore e di calamità. Le purificazioni che avrebbero salvato tutto, si producono allora dopo che tutto è stato rovinato e comincia a rifiorire. Cosi' va il corso del mondo. Gli stessi che hanno aiutato i santi a santificarsi bruciandoli a fuoco lento traggono profitto dai loro meriti e nutrono la gloria dei crocifissi una volta che siano stati canonizzati i luoghi comuni della loro eloquenza e la prosperità delle loro imprese e non mancheranno dal preparare nuovi santi per nuovi dolori e nuove canonizzazioni. I mondi che sono sorti nell'eroismo, tramontano nella fatica, affinché vengano a loro volta nuovi eroismi e nuove sofferenze che faranno sorgere altri mondi. La storia umana cresce così perché non si ha là un processo di ripetizione ma di espansione e progresso; cresce, come una sfera di espansione, ravvicinandosi insieme alla sua doppia consumazione: nell'assoluto di quaggiù, ove l'uomo è dio senza Dio; e nell'assoluto dell'atto ove è Dio con Dio.

Citazioni su Jacques Maritain

  • Maritain, che altro possiamo dire di lui, sulla linea che lui meglio di ogni altro ha percorso in questi decenni? Maritain ha capito più di quanto abbiano fatto tutti gli altri pensatori cattolici del Novecento. (Gaspare Barbiellini Amidei)
  • Maritain, davvero un grande pensatore, maestro nell'arte di pensare, di vivere, di pregare. Muore solo e povero, associato ai "Petits Fréres" di Padre Foucauld. La sua voce, la sua figura resteranno nella tradizione del pensiero filosofico e della meditazione cattolica. (Paolo VI)
  • Maritain è un esempio di filosofia calata veramente nella vita, nel senso epico e nella vastità della vita ­che ha pochi riscontri nella filosofia della nostra epoca, che ha avuto grandissimi risultati ma spesso esasperando la vitalità in un modo così immediato, così selvaggio, facendocela fuggire fra le dita oppure perdendola in astrazione. (Claudio Magris)
  • Nessuno come il Maritain crede all'efficacia del pensiero; né quelli che pur conclamandolo vivo, lo considerano sacro e venerando come ciò che passò tra i vivi, ed ora a memoria, né quelli che lavorano sul pensiero del passato, come l'archeologo, che scava e porta alla luce resti che sanno raccontare il passato, ma ignorano che esso, il pensiero, dà all'avvenire il suo volto istesso. (Nazareno Padellaro)
  • Quando, or sono parecchi anni, ci avenne di leggere in uno dei libri più animosi del Maritain, un giudizio su Kant, raddensato in un epiteto, che ci ferì come una parola ingiuriosa, dobbiam confessare che per qualche settimana lasciammo chiuso quel libro, e quando lo riprendemmo in mano un po' del malessere provato si fece sentire. Kant non era il divino artefice che nel cielo filosofico, disseminato di candide e favolose figure zodiacali, tra animalesche e geometriche, aveva discoverto il santo volto di un sole che avrebbe versato torrenti di luce e di calore su una umanità cieca ed assiderata? (Nazareno Padellaro)
  • Senza la filosofia greca il Vangelo non avrebbe prodotto filosofia tra i cristiani, come la Bibbia non l'aveva prodotta tra gli ebrei. Come vi esprimete voi la "filosofia cristiana" è la "filosofia" nel suo "stato cristiano". (Étienne Gilson)

Piero Viotto

  • [Per Maritain] Il filosofo cristiano dimostra l'esistenza di Dio servendosi esclusivamente di argomenti razionali, anche se nella sua soggettività è rassicurato dalla fede. Blondel invece ritiene che la fede sia strutturalmente necessaria al sapere filosofico come tale.
  • Non si può comprendere la modernità del tomismo di Maritain senza il confronto con le altre correnti di pensiero da Bergson a Satre, da Heidegger a Theilhard de Chardin. Non si può valutare l'estetica di Jacques e la poetica di Raïssa senza avere presente la loro amicizia con Cocteau e Reverdy, con Bernanos e J. Green, con Rouault e Chagall. Non si può cogliere il significato del messaggio della filosofia politica maritainiana, che vuole raccordare cristianesimo e democrazia, se non passando attraverso le polemiche che hanno suscitato Umanesimo integrale e L'uomo e lo Stato, che si sono risolte solo nei documenti conciliari e nella pastorale pontificia da Giovanni XXIII a Paolo VI.
  • Per Maritain l'esperienza della fede non esclude l'autonomia della filosofia, in quanto non si tratta di «credere di credere», come direbbe oggi Gianni Vattimo, ma di «vedere di dover credere», come insegna San Tommaso.

Note

  1. a b c d e Citato in Piero Viotto, Grandi amicizie: i Maritain e i loro contemporanei, Città Nuova, Roma 2008.
  2. a b c d Citato in Nazareno Padellaro, Maritain, la filosofia contro le filosofie, Editrice "La Scuola", Brescia 1953.

Bibliografia

  • Jacques Maritain, L'educazione al bivio, La Scuola, Brescia 1963. ISBN 8835072662
  • Jacques Maritain, Le cose del cielo. Riflessioni sulla vita eterna, Edizioni Massimo, Milano 1996
  • Jacques Maritain, Rèflexions sur l'intelligence, Parigi, Desclèe de Brouwer, 1938.
  • Jacques Maritain, Umanesimo integrale, tradotto da Giovanni Dore, Borla, 2002

Voci correlate

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