Enzo Striano: differenze tra le versioni

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«Meu Deus, que calor!» Lenor si levava all'[[alba]], estenuata. Nelle notti d'agosto, alla vecchia casa di Ripetta imposte semiaperte e dilagavano i miasmi: vapori di vino, erbe putride, urina, brulicanti dall'acqua marcia che infettava gli scalini melmosi nell'antico porto.
«Meu Deus, que calor!» Lenor si levava all'[[alba]], estenuata. Nelle notti d'agosto, alla vecchia casa di Ripetta imposte semiaperte e dilagavano i miasmi: vapori di vino, erbe putride, urina, brulicanti dall'acqua marcia che infettava gli scalini melmosi nell'antico porto.


===[[Citazioni]]===
=== Citazioni===
*Si rappresenta ''Pulcinella-Werther'', una parodia del romanzo di Goethe. Pulcinella è servo d'un giovane padrone, innamorato fradicio d'una bella ragazza, però promessa ad un altro. Il giovanotto piange, proclama di volersi ammazzare. Straziato, Pulcinella gli fa eco: si torce, ulula. D'un tratto Werther decide di trascinar seco nella tomba il fedele servitore, Pulcinella piomba nella più nera angoscia. Le segue con attenzione, è la prima volta che vede [[Pulcinella]]. S'accorge presto che l'attore mascherato si muove, parla, gesticola secondo un preciso rituale. Quando cammina, ad es., i passetti silenziosi delle babbucce hanno ritmo striano. Rappresentano un discorso. (p. 231)
*Si rappresenta ''Pulcinella-Werther'', una parodia del romanzo di Goethe. Pulcinella è servo d'un giovane padrone, innamorato fradicio d'una bella ragazza, però promessa ad un altro. Il giovanotto piange, proclama di volersi ammazzare. Straziato, Pulcinella gli fa eco: si torce, ulula. D'un tratto Werther decide di trascinar seco nella tomba il fedele servitore, Pulcinella piomba nella più nera angoscia. Le segue con attenzione, è la prima volta che vede [[Pulcinella]]. S'accorge presto che l'attore mascherato si muove, parla, gesticola secondo un preciso rituale. Quando cammina, ad es., i passetti silenziosi delle babbucce hanno ritmo striano. Rappresentano un discorso. (p. 231)
*Addio addio anche a te Vincenzo. Caro Vincenzo della mia giovinezza in questa cara città. Amore mio tu pure, ovunque ti trovi adesso. Speriamo che riesca a salvarti. (p. 402)
*Addio addio anche a te Vincenzo. Caro Vincenzo della mia giovinezza in questa cara città. Amore mio tu pure, ovunque ti trovi adesso. Speriamo che riesca a salvarti. (p. 402)

Versione delle 10:50, 6 gen 2012

Il resto di niente

Incipit

«Meu Deus, que calor!» Lenor si levava all'alba, estenuata. Nelle notti d'agosto, alla vecchia casa di Ripetta imposte semiaperte e dilagavano i miasmi: vapori di vino, erbe putride, urina, brulicanti dall'acqua marcia che infettava gli scalini melmosi nell'antico porto.

Citazioni

  • Si rappresenta Pulcinella-Werther, una parodia del romanzo di Goethe. Pulcinella è servo d'un giovane padrone, innamorato fradicio d'una bella ragazza, però promessa ad un altro. Il giovanotto piange, proclama di volersi ammazzare. Straziato, Pulcinella gli fa eco: si torce, ulula. D'un tratto Werther decide di trascinar seco nella tomba il fedele servitore, Pulcinella piomba nella più nera angoscia. Le segue con attenzione, è la prima volta che vede Pulcinella. S'accorge presto che l'attore mascherato si muove, parla, gesticola secondo un preciso rituale. Quando cammina, ad es., i passetti silenziosi delle babbucce hanno ritmo striano. Rappresentano un discorso. (p. 231)
  • Addio addio anche a te Vincenzo. Caro Vincenzo della mia giovinezza in questa cara città. Amore mio tu pure, ovunque ti trovi adesso. Speriamo che riesca a salvarti. (p. 402)

Explicit

Alza gli occhi verso il mare, che s'è fatto celeste tenero. Come il cielo, come il Vesuvio grande e indifferente. Un piccolo sospiro di rimpianto. Non osa chiedere: vorrebbe, però, ritrovarli tutti nell'abbraccio di Dio sarebbe vello. Così, invece, che rimane? Niente, il resto di niente. Vacilla. Mastro Donato il boia la sorregge, poi la spinge con delicatezza. Le tiene una mano per farla salire sopra lo scaletto. Prima di dare il calcio la guarda con occhio serio, un po' aggrondato.

Citazioni su Il resto di niente

  • Attento osservatore della storia e disilluso militante politico, l'autore stesso con questo romanzo, guarda al passato per scavare nel proprio tempo, in quella Napoli che pochi hanno saputo conoscere e capire (Benedetta Centovalli, 2006:8077)

Bibliografia

  • Enzo Striano, Il resto di niente, Mondadori, Milano, 1987, ISBN 88-0451-052-8.
  • S.V. Resto di niente (Il), in "Dizionario delle opere e dei personaggi", Milano, Bompiani, 2006, pp. 8076-77, ISBN 9-771825-788794.

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