Piemonte: differenze tra le versioni

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*''Salve, Piemonte! A te con melodia | Mesta, da lungi risonante, come | gli epici canti del tuo popol bravo, | scendono i fiumi. || Scendono pieni, rapidi, gagliardi, | come i tuoi cento battaglioni, e a valle | cercan le deste a ragionar di gloria | ville e cittadi''. ([[Giosuè Carducci]]).
*''Salve, Piemonte! A te con melodia | Mesta, da lungi risonante, come | gli epici canti del tuo popol bravo, | scendono i fiumi. || Scendono pieni, rapidi, gagliardi, | come i tuoi cento battaglioni, e a valle | cercan le deste a ragionar di gloria | ville e cittadi''. ([[Giosuè Carducci]]).
*{{NDR|Carlo Emanuele I di Savoia}} Vago di dilatare i proprij confini e di aggrandire le sue Provincie, si mise in Campagna con fortissimo esercito, facendo primo scopo delle sue imprese la recupera del Marchesato di Saluzzo. Entrò nelle guerre civili di Francia, dichiarato Pretettore della Religione. Penetrò alla testa di 18 milla combattenti nella Prouenza, della quale fu acclamato Conte. ([[Giovanni Andrea Pauletti]])
*{{NDR|Carlo Emanuele I di Savoia}} Vago di dilatare i proprij confini e di aggrandire le sue Provincie, si mise in Campagna con fortissimo esercito, facendo primo scopo delle sue imprese la recupera del Marchesato di Saluzzo. Entrò nelle guerre civili di Francia, dichiarato Pretettore della Religione. Penetrò alla testa di 18 milla combattenti nella Prouenza, della quale fu acclamato Conte. ([[Giovanni Andrea Pauletti]])
*{{NDR|Napoleone Bonaparte}} A questo proposito si chiedeva quali avrebbero potuti essere i sentimenti del Piemonte nei suoi confronti. Egli nutriva una simpatia particolare, disse, per quella provincia. Il signore di San Marzano, che riteneva gli fosse rimasto fedele fino all'ultimo, lo aveva assicurato, al momento dei nostri disastri, che quella regione si sarebbe dimostrata una delle migliori provincie. «Infatti, continuò l'Imperatore, i Piemontesi non gradivano per niente essere un piccolo Stato: il loro re era un autentico signore feudale che bisognava corteggiare o temere. Aveva maggiori poteri, più autorità di me che, imperatore dei Francesi, ero solo un supremo magistrato, il quale faceva applicare le leggi e che non poteva esimersene!»<ref>Emmanuel de Las Cases, "Memoriale di Sant'Elena", Milano, Rizzoli, 2004, pp. 988. ISBN 8817107905.</ref> ([[Emmanuel de Las Cases]])
*{{NDR|Napoleone Bonaparte}} A questo proposito si chiedeva quali avrebbero potuti essere i sentimenti del Piemonte nei suoi confronti. Egli nutriva una simpatia particolare, disse, per quella provincia. Il signore di San Marzano, che riteneva gli fosse rimasto fedele fino all'ultimo, lo aveva assicurato, al momento dei nostri disastri, che quella regione si sarebbe dimostrata una delle migliori provincie. «Infatti, continuò l'Imperatore, i Piemontesi non gradivano per niente essere un piccolo Stato: il loro re era un autentico signore feudale che bisognava corteggiare o temere. Aveva maggiori poteri, più autorità di me che, imperatore dei Francesi, ero solo un supremo magistrato, il quale faceva applicare le leggi e che non poteva esimersene!»<ref>Emmanuel de Las Cases, ''Memoriale di Sant'Elena'', Milano, Rizzoli, 2004, pp. 988. ISBN 8817107905.</ref> ([[Emmanuel de Las Cases]])


== Note ==
== Note ==

Versione delle 01:21, 15 feb 2012

Citazioni sul Piemonte.

  • Il principato del Piemonte [...] si può chiamare, per le guerre continue, e sanguinose, che vi sono state, la Fiandra dell'Italia. (Giovanni Andrea Pauletti)
  • [Nei piemontesi] L'amore della verità domina la maniera che o svanisce o si mostra timida e impacciata. (Camillo Boito)
  • «Perché, signora [Mélanie Waldor], abbandonare il mio Paese? Per venire in Francia a cercare una reputazione nelle lettere? Per correre dietro a un po' di rinomanza, un po' di gloria, senza poter mai raggiungere lo scopo che si propone la mia ambizione? Quale bene potrei fare all'umanità fuori del mio Paese? Quale influenza potrei esercitare a favore dei miei fratelli sventurati? ... Sono deciso, non sepererò mai la mia sorte da quella dei piemontesi. Fortunata o sfortunata, la Patria avrà tutta la mia vita, non sarò mai ad essa infedele.»[1] (Camillo Benso, conte di Cavour)
  • Piccolo stato situato ai piedi delle Alpi. (Napoleone III di Francia)
  • Salve, Piemonte! A te con melodia | Mesta, da lungi risonante, come | gli epici canti del tuo popol bravo, | scendono i fiumi. || Scendono pieni, rapidi, gagliardi, | come i tuoi cento battaglioni, e a valle | cercan le deste a ragionar di gloria | ville e cittadi. (Giosuè Carducci).
  • [Carlo Emanuele I di Savoia] Vago di dilatare i proprij confini e di aggrandire le sue Provincie, si mise in Campagna con fortissimo esercito, facendo primo scopo delle sue imprese la recupera del Marchesato di Saluzzo. Entrò nelle guerre civili di Francia, dichiarato Pretettore della Religione. Penetrò alla testa di 18 milla combattenti nella Prouenza, della quale fu acclamato Conte. (Giovanni Andrea Pauletti)
  • [Napoleone Bonaparte] A questo proposito si chiedeva quali avrebbero potuti essere i sentimenti del Piemonte nei suoi confronti. Egli nutriva una simpatia particolare, disse, per quella provincia. Il signore di San Marzano, che riteneva gli fosse rimasto fedele fino all'ultimo, lo aveva assicurato, al momento dei nostri disastri, che quella regione si sarebbe dimostrata una delle migliori provincie. «Infatti, continuò l'Imperatore, i Piemontesi non gradivano per niente essere un piccolo Stato: il loro re era un autentico signore feudale che bisognava corteggiare o temere. Aveva maggiori poteri, più autorità di me che, imperatore dei Francesi, ero solo un supremo magistrato, il quale faceva applicare le leggi e che non poteva esimersene!»[2] (Emmanuel de Las Cases)

Note

  1. Discorso fatto in Parigi nel 1838 alla nuova amante, Mélanie Waldor, che lo sollecitava a trasferirsi nella capitale francese. Poco dopo rientrava in Torino.
  2. Emmanuel de Las Cases, Memoriale di Sant'Elena, Milano, Rizzoli, 2004, pp. 988. ISBN 8817107905.

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