Aitareya Upaniṣad: differenze tra le versioni
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Versione delle 13:49, 15 feb 2012
Aitareya Upaniṣad.
Incipit
Oṁ. In principio l'ātman era questo (idam), cioè l'Uno (eka). Null'altro esisteva fuori di lui (amikṣata=ammiccava). Egli considerò: 'adesso posso creare i mondi'.
[Upaniṣad, a cura e traduzione di Raphael, Bompiani, 2010]
Citazioni
- In un uomo questo [ātman] dapprima diventa un germe, e questo seme è la sua essenza presa da tutte le sue membra; in se stesso, invero, egli porta il Sé. Quando egli feconda una donna, egli fa nascere [un bambino]. Questa è la sua prima nascita. (II, 1; 2001)
- Allora, nell'uomo, invero, questo [jīva] inzialmente diviene embrione. [Egli] porta l'ātma [che è il seme] nel suo stesso ātma [che è il suo corpo]. Quando lo immette nella donna, allora lo fa nascere. Tale è la sua prima nascita. (II, 1; 2010)
- «Ciò che è cuore, inoltre, è spirito, è comprensione, percezione, discriminazione, conoscenza, saggezza, intuizione, stabilità, pensiero, intelligenza, impulso, memoria, immaginazione, proposito, vita, desiderio, volontà – tutti questi sono nomi diversi della coscienza. (III, 2; 2001)
Bibliografia
- Raimon Panikkar, I Veda. Mantramañjarī, a cura di Milena Carrara Pavan, traduzioni di Alessandra Consolaro, Jolanda Guardi, Milena Carrara Pavan, BUR, Milano, 2001.
- Upaniṣad, a cura e traduzione di Raphael, Bompiani, 2010.
Voci correlate
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