Colette: differenze tra le versioni

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Versione delle 15:45, 12 mar 2012

Colette, 1907

Colette, pseudonimo di Sidonie Gabrielle Claudine Colette (1873 – 1954), scrittrice francese.

  • È saggio applicare l'olio di una raffinata gentilezza ai meccanismi dell'amicizia. (da Le Pur et l'Impur, 1932)
  • Farai delle sciocchezze, ma falle con entusiasmo. (rivolta a sua figlia; citato da Hope Johnson sul New York World-Telegram & Sun, 28 aprile 1961)
  • Niente invecchia una donna quanto vivere in campagna. (da L'Envers du music hall, 1913)
  • Non si dovrebbe mai andare a letto con qualcuno che si ama, perché altrimenti si rovina tutto. (da Le Pur et l'Impur, 1932)
  • Una delle cose migliori dell'amore è riconoscere il passo dell'uomo che sale le scale. (da Journal à rebours, 1941)

Senza fonte

  • Le donne sopporterebbero più facilmente il fatto che i loro mariti tornino a casa tardi, se potessero essere sicure che non tornino prima.

Incipit di alcune opere

La gatta

Erano le dieci e i giocatori del poker familiare cominciavano a dar segni di stanchezza. Camilla lottava contro la fatica di rimaner desta come si lotta a diciannove anni: vale a dire che, a tratti, ritornava chiara e fresca, poi sbadigliava dietro le mani congiunte e ricompariva pallida, col mento bianco, con le guance un po' nere sotto la cipria color d'ocra e una lagrimuccia all'angolo degli occhi.

Sette dialoghi di bestie

SENTIMENTALISMI
Una terrazza assolata. Siesta pomeridiana. Toby, cane, e Kiki, gatto, giacciono sulla pietra ardente. Silenzio domenicale. Toby non può dormire, tormentato dalle mosche: poi, ha mangiato troppo. Si trascina sul ventre, appiattendo a guisa di ranocchio il treno posteriore, fino a Kiki, immobile pelliccia tigrata.
Toby: Dormi?
Kiki: Rrr, rrr, rrr.
Toby: Sei vivo? Come sei piatto! Sembri una pelliccia di gatto vuota.
Kiki: con voce morente
Lasciami...
Toby: Non ti senti bene?
Kiki: No... lasciami. Dormo. Non so più nemmeno se ho un corpo... Che tormento vivere con te! Ho mangiato, sono le due... dormiamo.

L'ingenua libertina

Incipit

«Minnie... Tesoro, hai finito il tema? Minnie, ti rovinerai gli occhi!»
Minnie ha un moto d'impaziemza. Ha già risposto tre volte: «Sì, mamma» alla mamma che sta ricamando dietro lo schienale della grande poltrona...
Minnie mordicchia il cannello d'avorio della penna, è talmente china sul quaderno che le si vedono solo i capelli argentei e la punta del nasino tra due spioventi.
Il fuoco brontola piano, la lampada ad olio scandisce lenta i secondi, la mamma sospira, Sulla tela incerata del ricamo – un grande collo per Minnie – l'ago inciampa ad ogni punto. Fuori, i platani di boulevard Berthier sgrondano di pioggia, e i trams del viale esterno cigolano musicali sulle rotaie.

Citazioni

  • Non è la morte l'estrema speranza di una vita cui si è rifiutato un amore? (p. 190)

Bibliografia

  • Colette, La gatta (La chatte), traduzione di Enrico Piceni, I libri del pavone, Arnoldo Mondadori Editore 1959.
  • Colette, Sette dialoghi di bestie (Sept Dialogues de bétes), traduzione di Enrico Piceni, I libri del pavone, Arnoldo Mondadori Editore 1959.
  • Colette, L'ingenua libertina, (L'ingénue libertine), traduzione di Dianella Selvatico Estense, Edizioni dell'Albero, Torino 1965.

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