Canone pāli: differenze tra le versioni

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Versione delle 21:30, 15 mag 2012

Una delle tavole incise del Canone, conservato presso la Pagoda di Kuthodaw in Mandalay, Myanmar

Canone pāli (Pāli Tipiṭaka), canone del Buddhismo Theravāda, composto di tre collezioni di testi.

Citazioni

  • È giusto che voi abbiate dubbi e perplessità; che la perplessità si alzi in voi rispetto a ciò che è meritevole di dubbio.
    [...]
    Non fatevi guidare da dicerie, tradizioni o dal sentito dire. Non fatevi guidare dall'autorità dei testi religiosi,
    né solo dalla logica e dall'inferenza,
    né dalla considerazione delle apparenze,
    né dal piacere della speculazione intellettuale,
    né dalla verosimiglianza,
    né dall'idea "questo è il nostro maestro".
    Ma quando capite da soli [...] che certe cose sono cattive e biasimevoli, portano danno e sfortuna, non solo secondo voi, ma anche secondo il parere dei saggi, [allora] abbandonatele.
    [...]
    Quando voi stessi riconoscete che certe cose sono buone, non riprovevoli, in qualche maniera lodevoli, una volta intraprese e provate portano a benefici e alla pace, [allora] accettatele e dimorate in esse. (dall'Aṅguttaranikāya, discorso n. 65, Kalāmasutta)
  • Il beato rispose: "Ma, Ânanda, cos'altro può
    chiedermi la comunità dei monaci? Io, Ânanda, ho
    insegnato il Dhamma evitando di creare una
    dottrina esoterica ed una essoterica: il Tathâgata
    è ben lungi dall'essere un maestro dal
    "pugno chiuso" (âcariyamu.t.thi) per quanto
    riguarda gli insegnamenti!" ...
    [...] ... "Perciò, Ânanda, siate un'isola (dîpa)
    per voi stessi, prendete rifugio in voi stessi e non in altro!
    Che la vostra isola sia il Dhamma, che il vostro rifugio
    sia il Dhamma e non altro!" (dal Mahâparinibbânasuttanta, seconda sezione, verso 32)
  • Il bramino Dona vide il Buddha seduto sotto un albero e fu tanto colpito dall'aura consapevole e serena che emanava, nonché dallo splendore del suo aspetto, che gli chiese:
    – Sei per caso un dio?
    – No, brâhmana, non sono un dio.
    – Allora sei un angelo?
    – No davvero, brâhmana.
    – Allora sei uno spirito?
    – No, non sono uno spirito.
    – E allora, che cosa sei?
    – Io sono sveglio. (da Anguttara Nikaya, 4, 36)
  • Il saggio che procede in solitudine, ben attento, non turbato da biasimo e lode, come un leone che non sobbalza ai rumori, come vento che non è trattenuto da una rete, come un loto non zuppo per l'acqua, guida per gli altri e da nessuno guidato, è quello che i saggi riconoscono come un muni. (dal Sutta Nipâta, 212)


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