Paul McCartney: differenze tra le versioni

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*Uno dei miei più bei ricordi di [[John Lennon|John]] è quando ci mettevamo a litigare: io non ero d'accordo con lui su qualcosa e finivamo per insultarci a vicenda. Passavano un paio di secondi e poi lui sollevava un po' gli occhiali e diceva "è solo che sono fatto così...". Per me quello era il vero John. In quei rari momenti lo vedevo senza la sua facciata, quell'armatura che io amavo così tanto, esattamente come tutti gli altri. Era un armatura splendida; ma era davvero straordinario quando sollevava la visiera e lasciava intravedere quel John Lennon che aveva paura di rivelare al mondo.<ref>Citato in Philip Norman, ''John Lennon. La biografia'', traduzione di Aldo Piccato, Mondadori, 2009, p. 242. ISBN 9788804593614.</ref>
*Uno dei miei più bei ricordi di [[John Lennon|John]] è quando ci mettevamo a litigare: io non ero d'accordo con lui su qualcosa e finivamo per insultarci a vicenda. Passavano un paio di secondi e poi lui sollevava un po' gli occhiali e diceva "è solo che sono fatto così...". Per me quello era il vero John. In quei rari momenti lo vedevo senza la sua facciata, quell'armatura che io amavo così tanto, esattamente come tutti gli altri. Era un armatura splendida; ma era davvero straordinario quando sollevava la visiera e lasciava intravedere quel John Lennon che aveva paura di rivelare al mondo.<ref>Citato in Philip Norman, ''John Lennon. La biografia'', traduzione di Aldo Piccato, Mondadori, 2009, p. 242. ISBN 9788804593614.</ref>

* *{{NDR|Parlando dell'album dei Beatles ''Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band''}} L'atmosfera dell'album era in sintonia con lo spirito di quel periodo, perché noi stessi eravamo permeati da quello spirito. Non intendevamo fare di tutto per dargli quell'armosfera, semplicemente c'eravamo dentro. E non è stato solo il clima del periodo a influenzarci; ho cercato dei riferimenti che fossero più estremi. L'atmosfera del tempo assomigliava di più ai Move o agli Status Quo o gruppi del genere. Invece oltre a tutto ciò, c'era quello spirito d'avanguardia che penso sia entrato in Pepper. Era decisamente un movimento di popolo. Voglio dire, noi non stavamo cercando di alimentare quel movimento, noi ne eravamo parte, come lo eravamo sempre stati. Ritengo che i Beatles non siano stati i leader di una generazione, ma i suoi portavoce<ref>Pag. 253, ''The Beatles Anthology''; Rizzoli, Milano, 2010.</ref>.


==Note==
==Note==

Versione delle 11:24, 3 giu 2012

Paul McCartney in un concerto nel 2004

James Paul McCartney (1942 – vivente), musicista e compositore britannico, membro dei Beatles.

  • [Parlando della scelta vegetariana intrapresa con la moglie Linda] Adesso non mangiamo più niente che debba essere ucciso per noi. Ne abbiamo passate tante, negli anni sessanta, con tutta la droga e gli amici che morivano come mosche, e adesso siamo arrivati al punto in cui diamo davvero un grande valore alla vita.[1]
  • Penso che ci sia l'urgenza di fermare la terribile fugacità del tempo. Con la musica, la pittura... cercate di catturare anche un solo attimo maledetto, prego![2]
  • Probabilmente dobbiamo sembrare come anti-religiosi... Nessuno di noi crede in Dio.[3]
  • Se fossi morto, sarei stato sicuramente l'ultimo a saperlo.
If I were dead, I'd be the last to know.[4]
  • 'Sii fedele a te stesso'. Penso che questa frase si adattasse bene ai Beatles. Eravamo sempre molto fedeli a noi stessi, e penso che la nostra brutale onestà fosse importante. Continuare per la nostra strada, e dire davvero quello che pensavamo, in un certo senso ha dato ad altre persone nel mondo l'idea che anche loro potessero essere sinceri e cavarsela, ed è stata davvero una buona cosa.[5]
  • Uno dei miei più bei ricordi di John è quando ci mettevamo a litigare: io non ero d'accordo con lui su qualcosa e finivamo per insultarci a vicenda. Passavano un paio di secondi e poi lui sollevava un po' gli occhiali e diceva "è solo che sono fatto così...". Per me quello era il vero John. In quei rari momenti lo vedevo senza la sua facciata, quell'armatura che io amavo così tanto, esattamente come tutti gli altri. Era un armatura splendida; ma era davvero straordinario quando sollevava la visiera e lasciava intravedere quel John Lennon che aveva paura di rivelare al mondo.[6]
  • *[Parlando dell'album dei Beatles Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band] L'atmosfera dell'album era in sintonia con lo spirito di quel periodo, perché noi stessi eravamo permeati da quello spirito. Non intendevamo fare di tutto per dargli quell'armosfera, semplicemente c'eravamo dentro. E non è stato solo il clima del periodo a influenzarci; ho cercato dei riferimenti che fossero più estremi. L'atmosfera del tempo assomigliava di più ai Move o agli Status Quo o gruppi del genere. Invece oltre a tutto ciò, c'era quello spirito d'avanguardia che penso sia entrato in Pepper. Era decisamente un movimento di popolo. Voglio dire, noi non stavamo cercando di alimentare quel movimento, noi ne eravamo parte, come lo eravamo sempre stati. Ritengo che i Beatles non siano stati i leader di una generazione, ma i suoi portavoce[7].

Note

  1. Citato in Rynn Berry, Da Buddha ai Beatles: La vita e le ricette inedite dei grandi vegetariani della storia, traduzione di Annamaria Pietrobono, Gruppo Futura – Jackson Libri, Bresso, 1996, p. 181. ISBN 88-256-1108-0
  2. Citato in Chris Ingham, Guida completa ai Beatles, traduzione di M. C. Giordano, V. Lovato, G. Olivieri, Vallardi, Milano, 2005, p. 299. ISBN 8882119866
  3. Citato in Hit Parader, gennaio 1970.
  4. Citato in Magical McCartney mystery, Life, 7 novembre 1969, pag. 105; la citazione è visibile su Google Books.
  5. Citato in The Beatles Anthology, Rizzoli, Milano, 2010. ISBN 9788817037846
  6. Citato in Philip Norman, John Lennon. La biografia, traduzione di Aldo Piccato, Mondadori, 2009, p. 242. ISBN 9788804593614.
  7. Pag. 253, The Beatles Anthology; Rizzoli, Milano, 2010.

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