San Girolamo: differenze tra le versioni
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*Alla gloria nessuno portò giovamento con le sue lodi, né nocumento con le sue accuse.<ref>Si parla di Cicerone e Cesare, i quali si scambiano accuse e lodi, come ben si sa. Le parole in quelle occasioni non erano di peso o erano per niente considerate.</ref> (citato in [[Tito Livio]], libro CXIV; 1997) |
*Alla gloria nessuno portò giovamento con le sue lodi, né nocumento con le sue accuse.<ref>Si parla di Cicerone e Cesare, i quali si scambiano accuse e lodi, come ben si sa. Le parole in quelle occasioni non erano di peso o erano per niente considerate.</ref> (citato in [[Tito Livio]], libro CXIV; 1997) |
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:''Cuius gloriae neque profuit quisquam laudando nec vituperando nocuit.'' (da ''Commentarium in Oseam'', Prefazione, III) |
:''Cuius gloriae neque profuit quisquam laudando nec vituperando nocuit.'' (da ''Commentarium in Oseam'', Prefazione, III) |
Versione delle 19:21, 17 ago 2012
San Girolamo, al secolo Sofronio Eusebio Girolamo (347 – 420), padre e dottore della Chiesa latina.
Citazioni di San Girolamo
- Fino al diluvio non si conosceva il piacere dei pasti a base di carne ma dopo questo evento ci è stata riempita la bocca di fibre e di secrezioni maleodoranti della carne degli animali [...]. Gesù Cristo, che venne quando fu compiuto il tempo, ha collegato la fine con l'inizio. Pertanto ora non ci è più consentito di mangiare la carne degli animali. (da Adversus Jovinanum, I, 30)
- I privilegi di pochi non costituiscono legge. (da Commenti biblici)
- Privilegia paucorum non faciunt legem. (Jonam)
- Ogni giorno cambiamo, ogni giorno moriamo, eppure ci vagheggiamo eterni. (dalle Epistole)
- Ogni giorno lacrime, ogni giorno gemiti, condannato in compagnia solo di scorpioni e di belve. (citato in Corriere della sera, 25 ottobre 2008)
- Non plausi ma lacrime e sospiri. (citato in Guglielmo Audisio, Lezioni di eloquenza sacra, Giacinto Marietti, Torino 1870)
- Non plausus sed lacrymas et suspiria
- Quando lo stomaco è pieno, è facile parlare di digiuno. (dalle Epistole)
- Plenus venter facile disputat de ieiuniis. (Epistulae, 58,2)
- A caval donato non si guarda in bocca.
- Noli equi dentes inspicere donati. (Commentariorum In Epistolam Beati Pauli Ad Ephesios)
- Vigilanzio apre di nuovo la sua fetida bocca e butta il suo schifosissimo fiato contro le reliquie dei santi martiri [...] Lo si consegni alla morte della carne, affinché sia salvo lo spirito. (da Lettere, citato in Walter Peruzzi, Il cattolicesimo reale attraverso i testi della Bibbia, dei papi, dei dottori della Chiesa, dei concili, Odradek, Roma, 2008; p. 209)
- Un'amicizia che può terminare non è mai stata sincera.[1] (da Epistole, 3, 6)
- Amicitia quae desinere potest, vera nunquam fuit.
- Fai di necessità virtù.
- Facis de necessitate virtutem. (da Apologia adversus Libros Rufini).
- Alla gloria nessuno portò giovamento con le sue lodi, né nocumento con le sue accuse.[2] (citato in Tito Livio, libro CXIV; 1997)
- Cuius gloriae neque profuit quisquam laudando nec vituperando nocuit. (da Commentarium in Oseam, Prefazione, III)
Senza fonte
- Cristiani non si nasce ma si diventa.
- Il volto è lo specchio della mente, e gli occhi senza parlare confessano i segreti del cuore.
- Le cicatrici degli altri dovrebbero insegnarci la prudenza.
- Un'amicizia che può terminare non è mai stata sincera.
Note
- ↑ Template:Rif
- ↑ Si parla di Cicerone e Cesare, i quali si scambiano accuse e lodi, come ben si sa. Le parole in quelle occasioni non erano di peso o erano per niente considerate.
Bibliografia
Altri progetti
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