Renzo Ulivieri: differenze tra le versioni
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* Ho imparato molto da [[Paolo Mantovani|Mantovani]]: come gestire la squadra, i rapporti con l'ambiente e con i tifosi. Da un certo punto di vista avrei dovuto io... pagare lui.<ref>Citato in Flamigni.</ref> |
* Ho imparato molto da [[Paolo Mantovani|Mantovani]]: come gestire la squadra, i rapporti con l'ambiente e con i tifosi. Da un certo punto di vista avrei dovuto io... pagare lui.<ref>Citato in Flamigni.</ref> |
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* Io sono per la cooperazione, per la distribuzione del lavoro, per permettere a tutti di giocare. La zona è l'arma dei deboli, non dei forti. Per questo dico che la zona è di sinistra.<ref>Dall'intervista a Emilio Marrese ne ''la Repubblica Bologna'' del {{da controllare|data?}}.</ref> |
* Io sono per la cooperazione, per la distribuzione del lavoro, per permettere a tutti di giocare. La zona è l'arma dei deboli, non dei forti. Per questo dico che la zona è di sinistra.<ref>Dall'intervista a Emilio Marrese ne ''la Repubblica Bologna'' del {{da controllare|data?}}.</ref> |
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* Per [[vittoria|vincere]], occorre sempre qualcuno che perda.<ref name=XII>Citato in Marco Sappino, ''Dizionario biografico enciclopedico di un secolo del calcio italiano'', Dalai editore, 2000, [http://books.google.it/books?id=J5OpwwKggrsC&pg=PA2112 p. 2112]. ISBN 8880898620</ref> |
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* Sono un [[allenatore]] democratico. Fisso le regole e i giocatori le rispettano.<ref name=XII/> |
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Versione delle 21:45, 9 set 2012
Renzo Ulivieri (1941 – vivente), allenatore italiano.
- Gli stadi devono essere pieni di gente in festa e devono essere tutti come il Picco. Sì, è il mio stadio preferito, all'inglese, con la gente addosso ed i calciatori esaltati da quello che li circonda. Uno stadio così migliora il rendimento del calciatore e lo trasforma. Priva di fonte
- Ho imparato molto da Mantovani: come gestire la squadra, i rapporti con l'ambiente e con i tifosi. Da un certo punto di vista avrei dovuto io... pagare lui.[1]
- Io sono per la cooperazione, per la distribuzione del lavoro, per permettere a tutti di giocare. La zona è l'arma dei deboli, non dei forti. Per questo dico che la zona è di sinistra.[2]
- Per vincere, occorre sempre qualcuno che perda.[3]
- Sono un allenatore democratico. Fisso le regole e i giocatori le rispettano.[3]
Note
Bibliografia
- Pino Flamigni, Il derby delle parole, Erga Edizioni, Genova 1995.
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